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«Addio ai motori diesel: la Germania disponibile a rivedere la tempistica e tutelare l’automotive»


di
Pietro Gorlani

Parla Dieter Lucas, ambasciatore tedesco in Italia, in città per due giorni fa un affondo anche sull’Intelligenza artificiale: l’Europa su questo tema non c’è. Ha 5 anni di tempo per fare gli investimenti necessari

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La transizione verso il motore elettrico proseguirà. Inesorabilmente. Ma i tempi per l’addio alla produzione di auto diesel e benzina (il 2035) «possono essere rivisti anche dalla Germania»: lo vogliono i cristiano democratici (Cdu) dati come favoriti alle elezioni del mese prossimo. E poi c’è la sfida enorme dell’intelligenza artificiale, appannaggio quasi esclusivo di Usa e Cina, sulla quale l’Europa deve fare molto di più: «Abbiamo 4 o 5 anni per invertire la rotta o… puf». A parlare è l’ambasciatore tedesco in Italia, Hans-Dieter Lucas, invitato in terra bresciana dal deputato Giangiacomo Calovini (presidente del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Germania nonché capogruppo per Fdi in commissione Affari esteri). Il diplomatico 65enne -una più che discreta padronanza dell’italiano, che ha iniziato a studiare al suo arrivo nel Belpaese, nel 2023  – in due giorni ha incontrato il prefetto, la sindaca, i rappresentanti dell’università, una serie di imprese eccellenti (come la Feralpi Lonato), ed ha avuto modo di dialogare con i liceali del Copernico e gli studenti dell’Its Machina Lonati, dove venerdì si è concesso a qualche domanda.

Il destino industriale di Brescia è legato a doppio filo alla Germania: il comparto automotive conta 250 imprese, 18 mila dipendenti, un fatturato di 7 miliardi ma tra gli imprenditori c’è molta preoccupazione per la messa al bando dei motori endotermici nel 2035.
«Anche noi in Germania  siamo assolutamente consapevoli della crisi del settore automobilistico e che la competitività va tutelata, a Brescia, in Germania e in Europa. Tra i provvedimenti da prendere c’è la riduzione dei costi dell’energia, l’incentivazione delle esportazioni e lo smantellamento della burocrazia. Anche a livello di Commissione Ue c’è la consapevolezza che dobbiamo fare di più e ieri la presidente Von Der Leyen si è incontrata con con gli esponenti del settore automotive. Una cosa però deve essere chiara: la mobilità elettrica crescerà e deve crescere ma dobbiamo fare in modo che questa transizione venga accompagnata e strutturata e che anche il settore automobilistico possa trarne vantaggio».




















































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Cosa intende fare la Germania?
«A Berlino c’è una discussione in corso per far in modo che si possa gestire questo passaggio e superare le multe previste (per le case produttrici che non abbandonano il motore endotermico entro il 2035, ndr). C’è anche una controversia in corso su quando ci sarà l’addio al motore endotermico. I Cristiano democratici (la Cdu, data in vantaggio alle elezioni di febbraio ndr) chiedono un cambiamento. Dobbiamo aspettare le elezioni per definire le posizioni».

In questi giorni non si fa che parlare di DeepSeek, dell’intelligenza artificiale cinese che sta sbaragliando quella Usa: l’Europa è fuori da questa partita strategica, anche per le nostre imprese…
«(Annuisce con la testa). L’Europa su questa partita non c’è… Serve che inverta la rotta. Gli investimenti dei prossimi 4 o 5 anni saranno decisivi: se non riusciremo a fare di più e meglio saremo in una situazione molto difficile. Credo che Italia e Germania su questa partita abbiano un ruolo importantissimo».

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