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Rifugi e pasticcerie piemontesi, dove scaldarsi tra neve e passeggiate in montagna


Dopo una giornata trascorsa sulla neve, non c’è niente di meglio di una sosta in rifugio per scaldare corpo e anima. E, in questo, il Piemonte ha una tradizione antica da difendere: non si contano i punti di ristoro che, ad alta quota, offrono l’opportunità di ricaricarsi dopo una sciata, una ciaspolata o una semplice passeggiata tra i boschi. Che sia nel Torinese come nel Cuneese, in Valsesia e nel Biellese come nel Distretto dei Laghi, le occasioni per lasciare il freddo fuori dalla porta sono tante.

Alpi Torinesi: zuppe, polenta e merende in quota 

Nel Piemonte occidentale, in Valle di Susa, la “regina” dei rifugi è la polenta, condita, però, in modo non convenzionale con radicchio, formaggio e pesto di ortica o baccalà. In alternativa, dopo una giornata trascorsa sugli sci, c’è la merenda sinoira – termine utilizzato localmente per indicare l’apericena -, con gnocchi alle erbette, flan ai formaggi, sformatini alla bagna caoda, gnocchi e ravioli di caprino con pesto alle ortiche.

Sul confine francese – l’accesso è da Bardonecchia – i rifugi della Valle Stretta propongono, invece, antipasti piemontesi che strizzano l’occhio alla tradizione: acciughe al verde, fagioli in insalata, tomini, affettati, zucchine in agrodolce. Anche qui non manca la polenta, servita con carne di cervo, oltre che ossobuco, tajine e raclette.

Sulle montagne di Coazze e ai piedi del Colle della Roussa l’attenzione si concentra sugli ingredienti a chilometro zero. E se la farina utilizzata per la polenta è quella integrale di mais Pignoletto rosso macinata a pietra, il cinghiale in agro viene cotto nel vino Ruchè di Castagnole Monferrato e il capriolo mantecato nella birra artigianale. Lo stesso accade in Val Pellice, dove il ruolo da protagonista è dato ai prodotti della natura: funghi, castagne, mirtilli e lamponi, erbe spontanee, trote e formaggi delle malghe.

Un brindisi in un rifugio di montagna a Limone Piemonte (ph Giorgio Gulmini/VisitPiemonte)

Un po’ più a nord, nel Parco Nazionale Gran Paradiso, è stata addirittura ideata la Zuppa del Gran Paradiso, una specialità a base di patate, cipolle o porri, pane e ingredienti tipici della tradizione contadina come toma d’alpeggio, seiras (una ricotta locale), fontina, timo, ortica, castagne, orzo perlato, riso o pasta corta). Nell’alta valle del Tesso, invece, nei rifugi in quota si gustano formaggi, pane, burro e carne cotta nel forno a legna.

La polenta concia del Biellese e la bagna di Porri del Cuneese

Particolarmente diffusa tra le Alpi Biellesi c’è la cremosa polenta conscia, servita con burro fuso e resa ancor più golosa da un cuore di formaggio all’interno. Anche se, i punti di forza dei menù dell’area sono i dolci: la tarte tatin alle pere, le crostate di frutta, la torta cioccolato e pere con ripieno di frutta secca e guarnizione alla mou, la torta con cioccolato e amaretto al profumo di limone ed anice stellato e quella al cioccolato con peperoncino e grappa della Serra.

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Anche chi sceglie le valli del Cuneese non resterà insoddisfatto, tra polenta con fonduta di Raschera DOP o Castelmagno, bagna cauda e bagna di porri, a cui si aggiungono selvaggine, tajarin (tipico formato di pasta piemontese) e ravioli fatti a mano. Degni di nota anche gli gnocchi di castagne e i cruset, la pasta tipica della Valle Stura.

La bagna cauda, tra le specialità più tipiche del Piemonte ( ph © Giorgio Perottino/Visit Piemonte Getty Images)

Dai taglieri della Val d’Ossola ai gustosi formaggi valsesiani

Nei rifugi del Distretto dei Laghi a prendere per la gola sono spesso i salumi e formaggi ossolani accompagnati da vini rigorosamente locali. In particolare, nella culla della cultura Walser, con le montagne della Val Vigezzo e della Val d’Ossola a fare da sfondo, si possono trovare anche spezzatini di selvaggina, tagliolini all’uovo serviti con ragù o funghi, gnocchi di farina di castagne e zucca, la polenta di Beura col famoso formaggio Bettelmatt e la torta di mele.

Nella vicina Valsesia, sotto la spettacolare parete sud del Monte Rosa, ad alta quota si trovano i formaggi di montagna accompagnati da marmellata di fichi, noci, pera, kiwi ma anche la carne di cervo arricchita con ribes e melograno, le costine d’agnello e la battuta di fassona su letto di asparagi e fonduta di formaggio. Tra gli altri fiori all’occhiello della zona, oltre alle birre artigianali, ci sono le paste all’uovo, il pane e i biscotti prodotti con farine biologiche macinate a pietra; il lardo con le castagne calde, i tagliolini gorgonzola e noci, le confetture di verdure e il miele speziato.

Nelle pasticcerie, segreti del gusto tra gofri e pasta di meliga

Ma il Piemonte è anche terra di grande tradizione dolciaria. Vanto della regione, infatti, sono specialità golose come i Gianduiotti, i Marron Glacé, i Cremini ma anche il Bonet (un dolce al cucchiaio fatto con cacao, amaretti e rum) e i Cuneesi al Rum. Deliziose gourmandise da gustare nelle pasticcerie storiche delle località di montagna, seduti a un tavolino davanti a una tazza di cioccolata calda, mentre fuori fa freddo e la neve imbianca il paesaggio.

Le tipiche paste di meliga piemontesi (ph Creatori di eccellenza Archivio Confartigianato Cuneo)

Senza cioccolato ma altrettanto soddisfacenti per il palato sono, invece, i tradizionali gofri a nido d’ape, tipici della Valle di Susa e dell’Alta Val Chisone e cotti su una speciale piastra di ghisa. E le paste di meliga, biscotti tondi e dorati a base di farina di mais. Il Conte di Cavour ne andava pazzo. E non è difficile immaginare il perché.

Info: VisitPiemonte.com





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