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“Fotovoltaico e comunità energetiche, ora accelerare”


Il 2025 si è aperto all’insegna di un aumento dei costi energetici. Quale riflesso avrà sulle vostre associate?

“Le imprese stanno subendo pesanti contraccolpi dal nuovo rincaro dell’energia, rallentando di fatto gli investimenti anche in settori strategici – spiega Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna –. Da tempo chiediamo azioni per l’autoproduzione di energia, in particolare per l’installazione su ogni tetto degli impianti fotovoltaici, e di accelerare il percorso delle comunità energetiche. In questo senso accogliamo positivamente il decreto per il sostegno all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle Pmi, ma riteniamo che si possa fare di più sia sui contributi, sia sulla promozione e lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili”.

Come si sta preparando il comparto alla transizione energetica in ottica decarbonizzazione?

“Non partiamo da zero. I numeri del nostro centro studi dicono che il 77,9% delle imprese emiliano-romagnole svolgono già azioni pro sostenibilità ambientale. Molte stanno producendo anche un bilancio di sostenibilità. Ci stiamo preparando attivamente al 2026 quando tutte le imprese dovranno essere in regola con la nuova rendicontazione di sostenibilità e con tutti gli aspetti ambientali, sociali e di governance racchiusi nella sigla ESG. Non a caso la nostra Confederazione da anni organizza la Settimana per l’energia e la sostenibilità e anche nel 2024 sono state tantissime le iniziative in regione per approfondire questi temi”.

Tra le varie transizioni attese c’è anche quella digitale, ma un po’ ovunque si scontano ritardi. Qual è il quadro dal vostro osservatorio?

“Due terzi delle imprese in regione investe in almeno uno degli aspetti della trasformazione digitale. Crescono gli investimenti in sicurezza informatica, gli strumenti software per la gestione di dati e la dotazione di internet ad alta velocità, cloud, mobile e big data analytics. Le micro e piccole imprese hanno già varcato le frontiere dell’intelligenza artificiale. Ma la loro corsa è frenata dal caro denaro, dal costo dell’energia e dall’instabilità internazionale, a cui si aggiunge la difficoltà di trovare personale qualificato. Per continuare ed accelerare su questo fronte servono investimenti importanti. C’è quindi la necessità di una sensibilità molto forte del sistema bancario e del supporto della Regione con bandi sull’innovazione, come già avvenuto con successo un paio di anni fa”.

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Finanziamenti e contributi

Dalla casa al welfare, il fronte del sostegno ai lavoratori si allarga un po’ ovunque: quali sono gli scenari?

“Sul tema del Welfare l’EBER, l’Ente bilaterale dell’artigianato Emilia Romagna, è in prima linea. Nel 2023 i contributi erogati ai dipendenti delle imprese artigiane dell’Emilia-Romagna sono stati 14 milioni di euro per sei tipologie di intervento: maternità, Istruzione, non autosufficienza, spese personali, casa, infine una prestazione straordinaria istituita negli ultimi due anni che riguarda un contributo sul costo dell’energia. Nel 2023 sono stati oltre 26mila i dipendenti che hanno presentato domanda e hanno ricevuto queste risorse”.

Tra i comparti più in sofferenza in questo inizio di 2025 c’è quello della moda. Cosa state mettendo in campo e quali sono le proiezioni?

“Sono soprattutto le Mpmi della filiera a pagare la drammatica crisi del comparto della moda. La cassa integrazione in deroga è stata estesa a tutto gennaio, ma le previsioni non sono positive anche perché si è aggiunto il rischio dei dazi promessi da Trump, che ostacolerebbero le esportazioni verso gli Stati Uniti. Confartigianato chiede di posticipare al 2026 l’introduzione dell’obbligo assicurativo contro i rischi catastrofali, estendere fino al 30 giugno la cassa integrazione straordinaria e sospendere per tutto il 2025 i versamenti tributari per le imprese del settore moda”.

L’addio al motore termico sembra essere non procrastinabile. Come si stanno preparando le imprese? Che ne sarà della Motor Valley?

“Abbiamo sempre contrastato questa idea di abbandono del motore termico, equivocata da chi ci presentava come inquinatori seriali. Oggi pare siano finite le letture dei dati in modo strumentale, purtroppo per buona parte il danno è fatto. Con un passaggio drastico all’elettrico il comparto dell’autoriparazione rischia di essere molto penalizzato. Si tratta comunque di un tema che non va affrontato singolarmente”.



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