Nella corsa all’AGI, l’intelligenza artificiale generale inseguita da aziende come OpenAI, Anthropic e Google, i ricavi sono fondamentali.
Sviluppare l’IA e fare in modo che gli utenti possano utilizzarla ha dei costi enormi, tali da far “lacrimare gli occhi” [così si è espresso Sam Altman quando qualcuno, sui social, gli ha chiesto quanto costasse mantenere ChatGpt].
Per questo motivo OpenAI, nata come un laboratorio di ricerca no profit, si è gradualmente trasformata in un’azienda a caccia del profitto.
Ma come vanno gli affari dell’azienda guidata da Altman?
I ricavi di ChatGpt dall’app mobile
I dati raccolti da Appfigures, una piattaforma di analytics per sviluppatori di applicazioni, dicono che la app di ChatGpt ha generato – dal suo debutto avvenuto a maggio 2023 fino a oggi – ricavi per 529 milioni di dollari.
Gli analisti di Appfigures hanno constatato che nel 2024 la spesa per le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale è aumentata quasi di quattro volte rispetto all’anno precedente, arrivando a 1,4 miliardi di dollari, con una crescita particolarmente marcata nell’ultimo trimestre dell’anno.
Il mercato, che secondo Appfigures rappresenta un’opportunità da 2 miliardi di dollari, è sostenuto in gran parte dai consumatori statunitensi, responsabili di circa la metà delle vendite complessive delle app IA fino a oggi.
La concorrenza di DeepSeek e delle IA cinesi
L’arrivo di DeepSeek – la cui app è stata momentaneamente bloccata sugli store Google e Apple in Italia – salutata come “un’IA impressionante” da Sam Altman e uno stimolo a fare meglio in futuro, rappresenta in realtà per OpenAI un pericolo evidente.
I modelli di IA cinesi sembrano offrire prestazioni in grado di competere con quelli dell’azienda di San Francisco e delle altre big tech, a un prezzo irrisorio: i loro chatbot sono gratuiti per chi vuole generare testo e immagini, mentre agli sviluppatori l’intelligenza artificiale di DeepSeek costa sessanta volte meno di quella offerta da OpenAI.
L’impatto degli abbonamenti Pro e Plus
Un’altra entrata importante per la società di Altman è costituita dal nuovo piano di abbonamento mensile lanciato a dicembre scorso, ChatGpt Pro, che offre per 200 dollari al mese più potenza e un utilizzo più intenso degli strumenti “speciali” come Sora, che permette di trasformare il testo in video realistici [il servizio non è ancora attivo in Italia].
Intelligenza artificiale
Arriva Sora di OpenAI: come funziona l’IA che trasforma un testo in un video
Il sito The Information, che riporta ormai con una certa frequenza indiscrezioni sui conti di OpenAI, sostiene che l’azienda di San Francisco incassa almeno 25 milioni di dollari al mese dagli abbonamenti Pro.
A questi si aggiungono i ricavi provenienti dai piani Plus [24 dollari al mese] ed Enterprise [25 dollari al mese].OpenAI ha recentemente comunicato che il numero dei suoi utenti attivi mensili è salito a 200 milioni.
Le difficoltà economiche e l’aumento dei costi
Nonostante queste cifre, Sam Altman ha detto ultimamente che l’azienda sta in realtà perdendo denaro sugli abbonamenti Pro.
Gli utenti infatti utilizzano il servizio con una frequenza superiore alle previsioni di OpenAI, erodendo i margini di profitto persino con un costo di 200 dollari al mese per abbonato.
L’azienda ha fissato obiettivi di fatturato ambiziosi per il 2025, puntando a generare complessivamente 12 miliardi di dollari, di cui 8 miliardi provenienti da ChatGpt. Secondo alcune indiscrezioni, OpenAI prevede di aumentare i prezzi degli abbonamenti alla sua intelligenza artificiale di anno in anno e sta valutando l’introduzione di una tariffa basata sull’uso.
I costi operativi dell’azienda continuano a essere elevati. Nel 2024 OpenAI prevedeva perdite di circa 5 miliardi di dollari a fronte di un fatturato di 3,7 miliardi.
Stime risalenti all’inizio del 2023, inoltre, indicavano che il solo mantenimento di ChatGpt comportava una spesa di circa 700.000 dollari al giorno, pari a circa 36 centesimi per ogni quesito elaborato. Con l’evoluzione dei modelli, questi costi sono probabilmente aumentati ulteriormente.
Investimenti e progetti futuri
Per sostenere ricerca e innovazione, OpenAI ha raccolto finora investimenti significativi: oltre ai miliardi di Microsoft, l’azienda ha ottenuto un round di finanziamento da 6,6 miliardi di dollari alla fine del 2024.
OpenAI ha avviato inoltre una collaborazione con Oracle e SoftBank per completare un progetto da 500 miliardi di dollari, chiamato Stargate, che porterà alla realizzazione di enormi data center dedicati ai calcoli dell’intelligenza artificiale.
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