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A Villa Madama la presentazione delle “Giornate della moda italiana nel mondo”, il dibattito con i rappresentanti delle associazioni di categoria


FARNESINA

 

ROMA – Sono state presentate ieri a Villa Madama le “Giornate della moda italiana nel mondo”, un nuovo formato formato di promozione integrata nell’ambito della diplomazia della crescita.  Dopo l’intervento introduttivo del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani (vedi Inform Presentate a Villa Madama le “Giornate della moda italiana nel mondo”, Tajani: “Il settore della moda rappresenta il vero biglietto da visita del saper fare italiano” | www.comunicazioneinform.it) si è svolto un dibattito con importati esperti del settore moda sui temi del made in Italy, della qualità, della sostenibilità, della tradizione dell’innovazione. Sugli elementi di unicità del Made in Italy si è concentrata Stefania Lazzaroni, Direttore Generale di Fondazione Altagamma. “Le industrie del Made in Italy sono sempre riconosciute a livello europeo come industrie culturali e creative perché affondano le loro radici nel nostro patrimonio culturale” ha esordito Lazzaroni, ricordando inoltre come Altagamma “Non è solo moda, il 30% è moda, ma il resto sono aziende che fanno parte di settori creativi e culturali”. Lazzaroni ha anche ribadito la necessità, nel contesto odierno, di “serrare i ranghi e fare qualcosa insieme”, lavorando insieme al governo per l’internalizzazione e la tutela della manifattura italiana. In sintonia con questa riflessione si è detto il Direttore Generale di Confindustria Moda, Gianfranco Di Natale. “Concordo pienamente con quanto detto dalla collega. Non dobbiamo però pensare al Made in Italy come ad un semplice bollino” ha affermato Di Natale. Per il direttore generale infatti il Made in Italy dovrebbe essere un marchio che rappresenti la filiera produttiva e “soprattutto la trasparenza”. Sugli elementi distintivi del Made in Italy anche Luca Parrini presidente di Confartigianato Orafi che ha focalizzato il suo intervento rilevando l’importanza del rapporto con i clienti anche internazionali. “I clienti si fidano di noi e per noi è un po’ questo il Made in Italy”.  Sul tema della narrative si è concentrato Carlo Capasa, Presidente e Consigliere delegato della Camera Nazionale della Moda.  Il presidente ha anzitutto parlato dell’unicità dei prodotti italiani frutto di radici e creatività a cui si innestano, adesso, anche le nuove tecnologie e la sostenibilità.  “Abbiamo già ottime piattaforme che vanno, però, potenziate” ha aggiunto Capasa, prendendo come esempio la settimana della moda che coinvolge 72 milioni di utenti registrati all’estero in streaming.  Capasa ha poi parlato della costruzione, tramite questa piattaforma, di collaborazioni bilaterali “Andiamo nei paesi dell’Africa, dell’Oriente e Medio Oriente, prima invitandoli a venire da noi e poi andando noi da loro, creando delle partnership” ha rilevato Capasa segnalando le intese in Cina, a Lagos, in Tanzania ed in America Latina. Claudia Piaserico, nuova Presidente di FEDERORAFI,  si è invece soffermata sulla domanda “come svelare il ben fatto?”, cioè come mostrare la qualità del lavoro.  “In quanto orafi, non possiamo fare cantine aperte e non possiamo aprire le nostre fabbriche, né far veder l’evoluzione di questi anni, mentre le nostre fabbriche sono cambiate” ha spiegato Piaserico. La presidente di FEDEORAFI ha rilevato come i prodotti siano la sintesi perfetta di tradizione ed innovazione e siano realizzati seguendo regole etiche, valorizzando la sostenibilità e nel  rispetto della legalità. In proposito è stato sottoscritto un protocollo nazionale con la Guardia di Finanza.  Per quanto riguarda il tema della narrazione, Piaserico ha citato una campagna innovativa per il settore. “Abbiamo ospitato una serie di influencer americane ed inglesi, le abbiamo accompagnate nelle visite delle nostre aziende e gli abbiamo fatto raccontare attraverso i canali social quelle che sono le nostre realtà” ha spiegato la presidente di FEDEORAFI.  Dal canto suo il Presidente Uniontessile Confapi, Alberto Russo, ha elogiato il programma di promozione coordinato dal Maeci definendolo un “esempio di strategia vincente”. “Queste sinergie permettono di massimizzare le risorse disponibili garantendo visibilità del Made in Italy anche nei mercati più complessi” ha affermato Russo. Il presidente di Confapi ha poi indicato nella filiera produttiva l’elemento distintivo del Made in Italy. Sulla tematica della narrativa si è soffermato anche il Presidente di Confartigianato Moda, Moreno Vignolini. “Credo che raccontando la storia della produzione del prodotto e non esaltandolo solamente, probabilmente possiamo trovare quella giusta chiave di lettura affinché chi va a comprare una maglia, un prodotto di moda nel mondo possa essere contento, soddisfatto e consapevole di quella qualità” ha rilevato  Vignolini che ha anche segnalato il problema della contraffazione e dell’illegalità di produzione, legata a condizioni di lavoro al limite ed estreme. Sulla sostenibilità Arduino Zappaterra, Presidente nazionale degli Orafi CNA ha sottolineato l’importanza di questo aspetto e che si faccia di tutto “per dare tracciabilità dei nostri manufatti”. Giovanna Ceolini, presidente di Confindustria accessori moda ha incentrato il suo intervento sul problema della contraffazione. “Un quarto delle famiglie italiane acquista prodotti contraffatti” ha esordito Ceolini. “Una ricerca del CENSI di tre anni fa, dimostrava che sei milioni settecento individui acquistavano nella loro vita un prodotto contraffatto” delle volte in maniera inconsapevole, mentre altre con coscienza.  Per Ceolini una delle ragioni è legata al desiderio delle persone di apparire e di essere pari agli altri. A cadere, secondo Ceolini,  sono soprattutto i giovani che “vogliono essere riconosciuti ed essere parte dell’altra parte del gruppo” cercando di avere il capo d’abbigliamento del momento, senza essere consapevoli di star creando un danno “prima di tutto a loro stessi”. Anche Marco Landi, presidente Federmoda CNA si è soffermato sul problema della contraffazione frutto anche di una “globalizzazione sfrenata”. Per Landi un rimedio è intervenire a livello di “coscienza e di cultura”.  Sulla difficile situazione post pandemia ha parlato invece Lorraine Berton, presidente di ANFAO, l’Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici, chiarendo come all’interno del concetto di responsabilità sia inserito adesso anche quello della sostenibilità. Il presidente di ANFAO si è soffermato anche sul problema riguardante la mancanza di personale, affermando che le aziende devono essere accoglienti in tal senso, garantendo servizi di Welfare aziendale.Al termine del tavolo di confronto è stato firmato il Protocollo d’Intesa tra la Farnesina  e le dieci associazioni del comparto che permetterà di accrescere la qualità e la quantità degli eventi realizzati dalla rete diplomatica italiana a beneficio della moda italiana. (Alessio Mirtini – Inform)

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