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Pil Italia, il Sud cresce all’1,5% il triplo del Centronord


L’Italia continua a marciare a due velocità ma ora non è il Sud a rincorrere i nuovi livelli di crescita del Paese. Lo ribadisce il report dell’Istat sui conti economici territoriali diffuso ieri che sancisce una volta di più l’impatto maggiore che nel 2023 ha avuto il Mezzogiorno in termini di Pil e occupazione rispetto alle medie nazionali.

Lo si sapeva già per sommi capi ma l’approfondimento ufficiale dell’Istituto di statistica migliora persino la positività dei dati, senza trascurare il peso frenante di altri indicatori tutt’altro che marginali, dall’economia sommersa al reddito pro-capite, sebbene anche quest’ultimo in aumento sull’anno precedente, come vedremo. Il tutto, peraltro, in una giornata che assegna al Sud anche la spinta maggiore dell’occupazione 2024 nella filiera delle costruzioni (dati dell’Osservatorio Ance) e sottolinea la centralità della Zes unica, annunciata come assoluta protagonista del prossimo “Verso Sud”, l’annuale appuntamento in primavera di Sorrento organizzato da Ambrosetti.

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Il Pil

Il Pil 2023, puntualizza Istat, in volume è aumentato dell’1,5% nel Mezzogiorno, più del doppio della media Italia e del Nord-ovest (entrambi a +0,7%) e il triplo del Centronord, attestato a +0,5%, con punte in Sicilia e Abruzzo del +2,1% (la Campania a +1,2%). Determinante la forte dinamica dei settori delle Costruzioni (+7,3%) e dei Servizi finanziari, immobiliari e professionali (+2,8%), con l’industria stabile rispetto al 2022, «mentre in Agricoltura la diminuzione del valore aggiunto è stata più contenuta di quella media nazionale» (-2,1%, a fronte del -3,5%).

L’occupazione

L’Istat spiega che «nel 2023, a livello nazionale, l’input di lavoro complessivo, misurato in termini di numero di occupati, è aumentato dell’1,9%. La crescita ha interessato tutto il Paese, ma la ripartizione più dinamica è stata il Mezzogiorno, dove il numero degli occupati è aumentato del 2,6% rispetto al 2022. Il Nord-Est ha mostrato un incremento leggermente superiore alla media nazionale (+2,0%), mentre nel Nord-ovest e nel Centro gli incrementi sono stati più contenuti, rispettivamente dell’1,5% e dell’1,2%». Inoltre, «in tutte le ripartizioni il principale contributo alla crescita occupazionale è fornito dal comparto dei Servizi; a seguire l’Industria nel Mezzogiorno, nel Nord-est e nel Nord-ovest, e le Costruzioni nel Centro». In particolare, nel Mezzogiorno «la crescita occupazionale si osserva in tutti i settori economici ma è legata soprattutto all’andamento dell’Industria (+3,5% rispetto al 2022) e dei Servizi (+2,8%) che hanno registrato, in quest’area, gli aumenti più consistenti. Da segnalare, inoltre, l’aumento degli occupati nelle Costruzioni (+2,0%, a fronte del +1,3% a livello nazionale)». Ieri, intanto, come detto, dall’Osservatorio Ance è emerso che in base ai dati delle Casse edili (ad ottobre 2024) relativi alle ore lavorate «è nel Centro-Sud che si rilevano variazioni positive di entità nettamente superiore alla media, come nel caso delle Marche, dove si è raggiunto un incremento tendenziale del 12,3%», seguito dalla Campania con +9,9% e dalla Calabria con +8,4% su base annua. Dati non trascurabili anche se la filiera delle costruzioni colloca il Sud al terzo posto per percentuale di opere pubbliche portate a termine finora tra quelle finanziate dal Pnrr.

Il sommerso

Sull’altro piatto della bilancia, come detto, ci sono in dati sull’economia sommersa, che al Sud pesa ancora per oltre il 16%, e quelli del Pil pro capite: il Nord-ovest mantiene il primo posto in questa graduatoria con un valore in termini nominali di 44,7mila euro annui, mentre nel Mezzogiorno il livello risulta poco sotto i 24mila euro annui. Il reddito disponibile è cresciuto a tassi inferiori alla media nazionale nel Mezzogiorno (+4,7%) e nel Centro (+3,9%) con le migliori performances in Abruzzo (+6,0%), Sicilia (+5,5%), Calabria (+5,3%) e Basilicata (+5,0%). Nel 2023, inoltre, «il reddito disponibile delle famiglie per abitante del Mezzogiorno (17,1mila euro annui) si conferma il più basso del Paese: la distanza da quello del Centro-nord (25mila euro annui) supera il 30%», ma non è un dato statico. Nel senso che rispetto al 2022 si è registrata una crescita del 5,1% che è sicuramente un buon segnale, specie se si considera che il distacco è maturato negli anni e che, di conseguenza, non ne occorreranno pochi per ridurlo sensibilmente.

Le opportunità

Molto probabilmente la Zes unica sarà al centro della quarta edizione del Forum Verso Sud (a Sorrento il 16 e 17 maggio prossimi). In quell’occasione ci sarà infatti la presentazione del primo report completo di analisi di impatto della Zona economica speciale entrata in vigore lo scorso anno «con indicazione dei settori trainanti per area geografica e della coerenza rispetto al Piano strategico approvato il 31 ottobre 2024». Le stime realizzate da TEHA Group (Ambrosetti) nell’ambito dell’iniziativa confermano il costante aggiornamento del Mattino. E cioè, «a partire dal 1° gennaio 2024 (data in cui la Zes Unica ha sostituito le 8 Zone Economiche Speciali precedenti) si è assistito a un aumento del 50,5% nelle Autorizzazioni Uniche (AU) rilasciate e del 21,2% negli investimenti derivanti dalle AU; ad un incremento del +71,8% nell’avanzamento della spesa infrastrutturale di competenza della struttura di missione Zes Unica, che ha raggiunto i 23,9 milioni di euro. In particolare, delle 420 AU mappate dall’entrata in vigore della Zes Unica, 322 sono state rilasciate tra agosto e dicembre 2024 (76,7% del totale)»: è in questa fase, corrispondente all’insediamento dell’attuale coordinatore nazionale Giosy Romano, che si concentrano «il 77,7% degli investimenti autorizzati, il 75,3% delle ricadute occupazionali attivate e l’85,8% dell’avanzamento della spesa infrastrutturale. Infine, da marzo ad ottobre 2024 i tempi medi di rilascio delle Autorizzazioni Uniche si sono ridotti di circa 6 volte». La Campania resta la regione in testa con 221 AU rilasciate, di cui l’85,6% tra agosto e dicembre, netta accelerazione anche per la Puglia (75) e la Calabria (24).





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