Pubblico impiego, si cambia. Più soldi in busta paga e possibilità di lavorare quattro giorni a settimana. Una rivoluzione del lavoro ma, ad ora, non per tutti gli statali.
È stato firmato all’Aran, dopo l’ok della Corte dei Conti, il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici), un accordo che interessa circa 195mila lavoratori. Non hanno firmato le federazioni dei pubblici di Cgil, Uil e Usb.
Aumento in busta paga
L’intesa per il triennio 2022-24 per la quale è previsto un aumento medio di 165 euro al mese a regime è stata firmata dalla Fp-Cisl, Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, che insieme rappresentano il 54,6% dei lavoratori.
Gli aumenti saranno in busta paga tra febbraio e marzo e corrispondono ad un incremento delle retribuzioni del 6%.Ma al di là degli aspetti economici, il contratto 2022-2024 delle Funzioni centrali che di solito fa da “base” per tutti gli altri accordi del pubblico impiego, contiene alcune innovazioni per il mondo degli statali che rappresentano un cambiamento strutturale nell’organizzazione del lavoro
Settimana corta
A partire dalla settimana corta di quattro giorni a parità di ore lavorate. Il contratto introduce la sperimentazione della settimana corta con la possibilità di rimodulare le 36 ore settimanali su quattro giorni da nove ore oltre la pausa.
Si tratta per ora di una “sperimentazione” e sarà consentita ai dipendenti su base volontaria. Lo scopo, spiega il contratto, è quello di migliorare l’efficienza dell’amministrazione, la fruibilità e l’estensione dei servizi e conciliare meglio i tempi di vita e di lavoro.
La settimana di quattro giorni, insomma, non significa che gli uffici pubblici saranno aperti per meno ore.
Settimana lavorativa di 4 giorni
Tra le principali novità spicca l’introduzione della settimana lavorativa corta, sperimentale per le amministrazioni e volontaria per i dipendenti. La misura consente di concentrare le 36 ore settimanali su quattro giorni, con turni di 9 ore più pausa.
Questa flessibilità è stata progettata per le amministrazioni con dimensioni limitate e senza un contatto diretto con il pubblico, in modo da non influenzare l’erogazione dei servizi.
Più smart working
Aumentano anche le ore di lavoro agile. Le amministrazioni potranno decidere di aumentare i giorni di lavoro da remoto, che potranno superare quelli in presenza.
Altra rilevante novità: in smart working sarà pagato il buono pasto in via obbligatoria. Sul lavoro agile le maglie sono state allargate molto, anche per consentire alle amministrazioni che ne hanno la necessità, di potersi spingere fino a consentire il cosiddetto “South working”, assumere cioè dipendenti per una regione, lasciandoli lavorare da fuori, dal luogo dove abitano e dove vivono.
L’altra novità per i dipendenti pubblici impiegati presso organi con funzioni centrali riguarda il lavoro a distanza: l’accordo 2022-2024 introduce nel CCNL un possibile ampliamento delle giornate di smart working per i lavoratori con esigenze di salute particolari o che devono assistere familiari con disabilità.
Tra le altre innovazioni c’è poi il riconoscimento dei buoni pasto anche per i giorni di lavoro agile, ancorandoli a un orario convenzionale. Adesso, invece, il riconoscimento del benefit nei giorni di lavoro in remoto è lasciato alla discrezionalità delle singole amministrazioni.
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Il nuovo contratto nazionale degli Statali stabilisce infine che la contrattazione integrativa sul lavoro a distanza debba avviarsi entro il mese di aprile di ogni anno. In tale sede, sarà possibile definire le priorità di assegnazione dello smart working, dando precedenza ai dipendenti con esigenze di salute o familiari.
Riconoscimenti e incarichi
L’Aran sottolinea che ci sono interventi volti a agevolare l’attuazione del nuovo sistema di classificazione del personale.
Sul punto si segnala, per esempio, il rafforzamento del sistema di incarichi di posizione organizzativa e professionale, volto a valorizzare le competenze professionali dei lavoratori e allo stesso tempo prevede un riconoscimento stabile a coloro cui per almeno 8 anni sia stato affidato un incarico di posizione organizzativa.
Personale: classificazione, indennità e progressioni
Uno dei punti cardine del rinnovo del CCNL dei dipendenti pubblici presso la PA centrale è la revisione del sistema di classificazione del personale, con un rafforzamento di alcuni specifici incarichi.
Riforma posizioni organizzative
L’accordo premia in particolare le posizioni organizzative, innalzando fino a 3.500 euro annui l’indennità per gli incarichi di maggiore responsabilità (rispetto ai 2.600 euro previsti dal precedente contratto).
Viene introdotto il diritto all’incarico per i funzionari con più di 8 anni di servizio, con l’obiettivo di incentivare la progressione di carriera e migliorare l’organizzazione interna delle amministrazioni.
Viene inoltre prorogata fino a giugno 2026 la deroga sui requisiti formativi per accedere a ruoli gerarchici superiori: ciò consente ai dipendenti privi di laurea o con anni di esperienza limitati di partecipare a selezioni interne per posizioni di assistenti e funzionari.
Questo intervento mira a dare riconoscimento stabile a chi, per almeno otto anni, ha ricoperto un ruolo organizzativo, valorizzando in questo modo le competenze acquisite e le responsabilità assunte. L’obiettivo è di migliorare il percorso professionale dei dipendenti, premiando l’esperienza e la professionalità.
Permessi e pari opportunità
L’accordo prevede la rivisitazione di alcuni istituti normo-economici previsti dal precedente CCNL, che ha portato all’ampliamento delle ore di permesso per espletamento di visite, terapie o prestazioni diagnostiche, ai dipendenti con più di 60 anni di età.
Previsione, in linea con gli indirizzi normativi europei e nazionali, di una nuova clausola sull’ “Age management”, con l’introduzione di strumenti organizzativi atti a valorizzare i punti di forza delle diverse generazioni presenti nelle amministrazioni, affrontare l’invecchiamento della forza lavoro, gestire il prolungamento della vita lavorativa e promuovere le pari opportunità fra lavoratori di diverse fasce di età.
Nuove politiche di age management
In linea con le normative europee, il rinnovo del Contratto Funzioni Centrali PA introduce una clausola di age management per sostenere la forza lavoro in fase di invecchiamento. Questo nuovo strumento mira a promuovere pari opportunità tra lavoratori di età differenti e a valorizzare le competenze delle varie generazioni presenti nelle amministrazioni, contribuendo così alla sostenibilità del prolungamento della vita lavorativa.
Più permessi per i lavoratori over 60
Tra le novità di carattere normo-economico, il contratto prevede un incremento delle ore di permesso per visite mediche, terapie e prestazioni diagnostiche destinate ai dipendenti con più di 60 anni. Questa modifica mira a rispondere in modo efficace alle esigenze di salute dei lavoratori senior, facilitando l’accesso ai servizi sanitari.
Nuova gestione dei fondi pubblici
L’accordo si basa anche su una pianificazione pluriennale delle risorse finanziarie, con fondi già stanziati nella Legge di Bilancio 2023 per i trienni 2025/27 e 2028/30. Questo nuovo approccio anticipa la disponibilità economica per le future trattative, riducendo i ritardi nei rinnovi contrattuali e migliorando la tempestività degli adeguamenti retributivi.
Più partecipazione sindacale
L’ipotesi di contratto siglata mette in risalto anche l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo tra Amministrazioni e Organizzazioni sindacali.
Si mira a rafforzare le forme di partecipazione sindacale, consolidando il rapporto di collaborazione per rispondere alle esigenze dei lavoratori e migliorare i processi organizzativi interni.
Il contratto parola alla Cisl
«La sottoscrizione definitiva del contratto 2022/2024 della funzioni centrali, avvenuta oggi all’Aran, è per la Cisl motivo di grande soddisfazione perché ai quasi 200.000 lavoratori del settore vengono finalmente date le risposte attese in termini di miglioramenti economici e normativi».
Lo dichiara in una nota il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.
«E’ tempo ora di guardare al futuro e avviare rapidamente il negoziato per il rinnovo del contratto 2025/2027 per il quale risultano già allocate nella legge di bilancio 2025 le risorse necessarie, situazione assolutamente inedita e mai avvenuta in precedenza – aggiunge – un ringraziamento va a tutti coloro, in primis alla federazione del pubblico impiego, che con concretezza e responsabilità hanno reso possibile questo grande risultato nella speranza di poter continuare con spirito costruttivo un percorso negoziale anche per gli altri comparti e aree della P.A. scevro di anacronistiche contrapposizioni, nel solo interesse dei lavoratori che attendono da tempo i rinnovi contrattuali».
Rinnovo CCNL Funzioni Centrali PA
Dopo la firma presso l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (A.Ra.N.) e l’approvazione della Corte dei Conti, il nuovo Contratto delle Funzioni Centrali introduce miglioramenti salariali, nuovi strumenti per il lavoro flessibile e una maggiore attenzione al benessere lavorativo, posizionandosi come un passo avanti nella modernizzazione della Pubblica Amministrazione italiana.
La durata del contratto fissata per il triennio 2022-2024, con effetti economici e giuridici validi fino al 31 dicembre 2024. Le modifiche diventano operative a partire dal giorno successivo alla stipula e il rinnovo del contratto è automatico salvo disdetta. Le disposizioni contrattuali rimangono in vigore fino alla firma del successivo accordo, garantendo continuità normativa per i lavoratori del comparto.
Nonostante la firma da parte di Fp-Cisl, Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, che rappresentano il 54,6% dei lavoratori, alcune sigle sindacali, tra cui Cgil, Uil e Usb, non hanno aderito all’accordo.
Dopo l’intesa preliminare dello scorso novembre e l’accordo definitivo odierno per il rinnovo 2022-2024, si passa adesso alle trattative per il triennio 2025/2027, per cui è previsto un aumento medio di 158 euro.
Aumenti salariali: incrementi tabellari e arretrati
Il CCNL prevede un aumento retributivo medio di 165 euro al mese per tredici mensilità, corrispondente a un aumento del 6% circa dello stipendio base. Questo adeguamento si traduce in circa mille euro di arretrati per i dipendenti, calcolati fino a dicembre 2024. Gli incrementi tabellari variano dai 193 euro al mese dei professionisti ai 121 euro degli operatori, passando per i 155 euro per i funzionari e i 127 euro degli assistenti.
Gli incrementi retributivi tabellari del rinnovo del CCNL per il Comparto Funzioni Centrali della Pubblica Amministrazione per il periodo 2022-2024 sono stati suddivisi in fasce e categorie, con decorrenza specifica per anno.
- 2022: incremento in forma di anticipazione come da art. 47-bis, comma 2 del d.lgs. n. 165/2001, già erogato ai sensi dell’art. 1, comma 609 della legge n. 234/2021.
- 2023: importi mensili lordi per tredici mensilità, aumentati come anticipazione, in linea con l’articolo 1, comma 609 della legge n. 234/2021.
- 2024: stipendi tabellari ulteriormente incrementati e importi mensili lordi per tredici mensilità rideterminati nella tabella 1 allegata al testo del contratto; importi annui lordi degli stipendi tabellari rideterminati secondo la tabella 2, con variazioni per enti come ENAC e AGID, elencate rispettivamente nelle tabelle 3 e 4.
Gli aumenti salariali saranno visibili in busta paga tra febbraio e marzo 2025. Parte dell’incremento, comunque, è stato già anticipato dalla super-indennità di vacanza contrattuale erogata a fine 2023.
Chi è invece andato in pensione nel 2024, avendo percepito l’acconto a dicembre, andrà a debito.
Incrementi mensili
Gli anni 2022 e 2023 non generano arretrati poiché sostituiti dalla vacanza contrattuale. Dal 2024, invece, spettano i seguenti aumenti medi, con relativi arretrati accreditati a partire da febbraio 2025.
Per quanto riguarda la gestione del futuro, la Legge di Bilancio ha stanziato risorse per le prossime due tornate contrattuali, fino al 2030, per assicurare stabilità economica al comparto pubblico e agevolare le tempistiche dei prossimi negoziati.
FOTO: Ansa
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