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Inaugurazione dell’Anno giudiziario a Milano, partenza con la protesta dei magistrati: «La riforma mette a rischio tutti gli italiani». La Russa: nessuno può cancellare scelte Parlamento


di
Giuseppe Guastella

In circa 150 hanno manifestato sotto la pioggia. Andretta (Anm):«Si rischia di compromettere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura». Via dall’aula quando ha preso la parola la rappresentante del governo. Avvocati critici:«Procedere con la riforma»

La Costituzione in mano, una coccarda tricolore sulla toga, due frasi di Piero Calamandrei stampate su due manifesti: i magistrati di Milano protestano così, nella mattinata di oggi 25 gennaio, contro la riforma della giustizia sulla scalinata principale del palazzo di Giustizia di Milano.

Lungo Corso di Porta Vittoria fluisce rapido lo scarso traffico del sabato milanese. La pioggerellina scende fitta. E, di fronte all’entrata principale del palazzo che per decenni è stato il luogo simbolo delle iniziative della magistratura nei confronti dei poteri, ci sono solo loro, circa 150 giudici e pm. Si apre così l’anno giudiziario. Emanuela Andretta, presidente della Ges Milano (Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati) dice: «Sono a rischio tutti gli italiani, perché nel momento in cui si rischia di compromettere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura chi ci rimette è l’utente del servizio giustizia, il cittadino, non è il magistrato che esercita l’attività giudiziaria».




















































 La magistrata, prima di entrare, ha poi detto che quando parlerà la rappresentante del ministero della Giustizia «usciremo dalla stanza», precisando che «ci atteniamo alle direttive che provengono dal comitato centrale». Cosa che poi è avvenuta.

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Nell’aula magna, immediatamente prima dell’apertura della cerimonia – alla quale partecipa il presidente del Senato Ignazio La Russa – durante l’inno di Mameli suonato dalla banda dei carabinieri molti magistrati in toga hanno intonato le strofe innalzando la Costituzione.

Ondei: «Attacchi ingiustificati»

Nell’aula, affollata come non avveniva da alcuni anni, ha preso la parola il presidente della Corte d’appello Giuseppe Ondei. «Non è possibile che nel diffuso clima di tensione oggi esistente anche gli interventi meramente tecnici dei Capi degli Uffici giudiziari, finalizzati solo a dare un contributo alla soluzione di problemi organizzativi nel mondo della Giustizia nel solco della lealtà istituzionale, vengano qualificati come interferenze nelle competenze altrui se non addirittura attaccati in modo gratuitamente denigratorio sulla base di semplificazioni pericolose», ha detto parlando di «veri e propri scontri istituzionali» sulla giustizia.

«Resistere,», come Borrelli

Come previsto, appena il rappresentante del governo (Monica Sarti, capa dell’ufficio ispettorato del ministero della Giustizia) ha preso la parola, i magistrati in toga, coccarda e Costituzione hanno lasciato l’aula. Applausi scoscianti erano appena stati tributati al rappresentante del Csm, il consigliere Dario Scaletta, che ha fatto risuonare in aula il «Resistere, Resistere, Resistere» pronunciato nella stessa aula 23 anni prima dall’allora procuratore generale di Milano Francesco Saverio Borrelli e adottato da gran parte della magistratura come motto.

Gli avvocati: «Procedere»

Al motto di Borrelli del 2002 ha risposto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Antonino La Lumia con «Procedere, procedere, procedere» nella riforma della giustizia e nella separazione delle carriere, da sempre chiesta dalla avvocatura.

La Russa: «Nessuno può cancellare le scelte del Parlamento»

«Purché tutto sia nell’alveo della Costituzione, nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare quelle che sono le decisioni che prende il Parlamento, ma deve prenderle avendo capacità di ascolto e di confronto», ha spiegato il presidente del Senato Ignazio La Russa, a margine della cerimonia per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario a Milano, rispondendo alle domande dei cronisti.

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25 gennaio 2025 ( modifica il 25 gennaio 2025 | 13:11)



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