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La Lombardia si candida per ospitare la Gioconda


Infiltrazioni e sovraffollamento al Louvre

Il Louvre, il museo d’arte più visitato al mondo, sta affrontando una crisi senza precedenti, segnata da infiltrazioni, sovraffollamento e un deterioramento crescente delle condizioni strutturali. A lanciare l’allerta è stata Laurence Des Cars, direttrice del museo, in una lettera indirizzata alla ministra della Cultura, Rachida Dati. La missiva ha sollevato non poche preoccupazioni sulla sicurezza delle inestimabili opere d’arte custodite all’interno del museo.

La lettera di Des Cars, rivelata dal quotidiano Le Parisien il 23 gennaio, evidenzia che “il degrado delle strutture minaccia la collezione d’arte di fama mondiale”, sottolineando il timore che alcuni spazi non siano più in grado di garantire le opportune condizioni di custodia.

Nella sua missiva, Des Cars menziona una “proliferazione di danni”, con alcune aree in condizioni critiche. Diverse sezioni del museo hanno perso la loro impermeabilità, mentre altre soffrono di notevoli fluttuazioni di temperatura, fattori che mettono a rischio la conservazione delle opere d’arte. Questo deterioramento richiede una revisione profonda delle strutture del museo, in un contesto già complicato dalla chiusura per ristrutturazione del Centre Pompidou e dall’attuale crisi di bilancio del governo francese.

Problemi anche alla piramide di vetro

Il Louvre ha registrato nel 2024 circa 8,7 milioni di visitatori, un numero che, sebbene testimoni la sua popolarità, genera una “pressione fisica” insostenibile sugli spazi. Le aree dedicate ai visitatori sono sempre più limitate e la disponibilità di servizi igienici e ristorazione è ben al di sotto degli standard internazionali. Anche la segnaletica necessita di una riprogettazione completa per rendere l’esperienza museale più fruibile.

Un altro punto critico riguarda la piramide di vetro progettata dall’architetto I. M. Pei, inaugurata nel 1989. Des Cars sottolinea che questa struttura presenta “gravi carenze”, intrappolando il calore come una serra e rendendo inospitali gli eventi estivi.

La questione Gioconda

La Gioconda, capolavoro di Leonardo da Vinci, è uno dei dipinti più celebri al mondo e si trova, attualmente, proprio nel Museo del Louvre di Parigi. Ma come è arrivata qui? La storia inizia nel XVI secolo, quando il celebre artista italiano completò l’opera tra il 1503 e il 1506. Leonardo la portò con sé in Francia, dove si trasferì su invito di re Francesco I.

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Dopo la morte di Leonardo, nel 1519, la Gioconda rimase nella collezione reale francese. Con la Rivoluzione Francese, il Louvre divenne museo pubblico e molte opere d’arte, tra cui la Gioconda, furono esposte al grande pubblico. La popolarità del dipinto crebbe esponenzialmente nel corso del XIX e XX secolo, anche grazie a eventi controversi come il furto del 1911, che ne aumentò la fama internazionale.

Tra i problemi maggiori sollevati da Des Cars c’è anche la gestione del celebre dipinto di Leonardo, attrazione principale del museo. Si stima che circa l’80% dei visitatori si rechi nella Salle des États per ammirare il ritratto della Monna Lisa, un numero che si traduce in oltre 20.000-30.000 persone al giorno, ben oltre le capacità previste. Questa sovrabbondanza ha portato a una riflessione sulla necessità di “rivalutare” l’esposizione della Gioconda, suggerendo la creazione di una sala dedicata esclusivamente a questo enigmatico dipinto.

Des Cars evidenzia la situazione attuale come problematica per la missione di servizio pubblico del museo, affermando che “la presentazione della Gioconda nella sala degli Stati deve essere messa in discussione”. L’icona, che continua ad esercitare un’immensa fascinazione nei decenni, attira masse di visitatori senza fornire loro strumenti adeguati per comprendere appieno l’opera e l’artista.

La Lombardia offre ospitalità alla Gioconda

La lettera di Des Cars ha suscitato reazioni non solo in Francia, ma anche a livello internazionale. La Lombardia ha fatto sapere di essere pronta ad accogliere la Gioconda in Italia, proponendo la possibilità di ospitare il capolavoro presso nuove strutture museali nel tentativo di preservarne la bellezza e la storia. La proposta, seppur provocatoria, mette in luce le sfide attuali del Louvre e l’urgenza di investimenti per la conservazione delle sue opere.

Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, si recherà martedì prossimo al museo per effettuare un sopralluogo e discutere con i dirigenti riguardo il grave stato di conservazione del noto istituto culturale.

Il sopralluogo di Macron rappresenta quindi un passaggio cruciale. La visita potrebbe segnare l’inizio di un percorso di riflessione e, auspicabilmente, di rinascita per uno dei simboli culturali più importanti del mondo. Il futuro del Louvre dipende ora da decisioni coraggiose e tempestive per garantire non solo la sicurezza delle opere d’arte, ma anche una fruizione dignitosa e sostenibile per i milioni di visitatori di tutto il mondo.

Il Louvre si trova ora di fronte a un bivio: preservare il suo prestigio e la sua funzione educativa richiede interventi urgenti e mirati, non solo per salvaguardare la Gioconda, ma per proteggere l’intero patrimonio artistico che ha reso Parigi una delle capitali mondiali della cultura. La speranza è che le autorità competenti prendano coscienza di queste problematiche e agiscano rapidamente prima che sia troppo tardi.

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