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L’architettura moderna in Sicilia in un libro


“Fino a pochi anni fa il parlare di architettura del secondo Novecento in Sicilia, guardando a quell’esperienze per ricerca o anche solo per curioso interesse, faceva storcere il naso ai più, e anche tra gli addetti ai lavori si è a lungo guardato a quella stagione non senza un certo disprezzo, liquidando così con sufficienza e senza consapevolezza alcuna opere e autori.” Con queste parole, il ricercatore Matteo Iannello introduce Continente Sicilia 1922-2022, un progetto editoriale che completa il lungo percorso di “AFTER. After History, Afterlife”, un festival diffuso di architettura che si è tenuto in tutto il territorio siciliano nell’aprile 2023.

LetteraVentidue: Continente Sicilia 1922-2022. L’ultimo secolo di architettura in sei interviste-The last century of architecture in six interviews. Ediz. bilingue

“Il libro è stato pensato come ulteriore occasione di approfondimento della manifestazione, con lo scopo di riunire i contributi di alcuni dei protagonisti della recente storia dell’architettura siciliana. Attraverso le loro testimonianze dirette (…) si vuole rappresentare un momento storico preciso che va dagli anni Sessanta alla fine del secolo scorso,” ci spiegano gli autori. Gli architetti Pietro Airoldi e Valeria Guerrisi e la curatrice Izabela Ana Moren – alcuni componenti del gruppo multidisciplinare che ha organizzato AFTER – hanno dialogato con sei architetti siciliani, molto diversi per ruoli, visioni, sensibilità teoriche e orientamenti culturali. Attraverso lunghe interviste, il libro restituisce una fotografia complessa e dettagliata non solo dell’architettura siciliana, ma di un’intera epoca storica.

Continente Sicilia 1922-2022 è innanzitutto un libro di architettura. Lo dimostrano i testi iniziale e finale, affidati a due accademici: il già citato Matteo Iannello e Cesare Ajroldi, professore ordinario, direttore del Dipartimento di Storia e Progetto nell’architettura all’Università di Palermo. Questi due capitoli servono da supporto scientifico per inserire la ricerca in ambito disciplinare. Le sei conversazioni – con Armando Barraja, Roberto Collovà, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Giovanni Leone, Antonietta Iolanda Lima e Sabina Zappalà – affondano in diverse questioni strettamente legate all’architettura: scelte compositive, uso di materiali, questioni tipologiche e morfologiche, di linguaggio e rappresentazione.

palazzo di lorenzo, gibellinapinterest
Giovanna Silva, 2023

Palazzo di Lorenzo, Gibellina (TP), di Giovanni Leone

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Da tematiche legate alla professione, si passa spesso e volentieri ad analisi che intersecano questioni economiche, culturali, sociali e umani. Gli intervistati svelano gli incontri e le relazioni che stanno dietro ai progetti e ai percorsi professionali, e raccontano il contesto in cui un architetto opera. Tra gli aneddoti che colpiscono di più c’è quello dell’architetto Armando Barraja, che racconta com’era lavorare a Palermo negli anni Sessanta e Settanta e di come gli architetti venissero pagati in appartamenti: “Sì, si facevano delle permute, che oggi non si possono più fare. Il proprietario dell’area faceva redigere un progetto che veniva approvato dall’amministrazione comunale e che veniva proposto ad una impresa. Se l’affare si concludeva, si realizzava l’edificio con una permuta che riguardava mediamente il 25% del costruito”.

Ogni conversazione inizia e finisce allo stesso modo: si parte con una domanda su quali sono stati architetti o progetti che particolarmente influenti o ritenuti importanti; si finisce con considerazioni rispetto alla questione degli archivi: come viene conservata la grande mole di sapere prodotta da un architetto e come può diventare un patrimonio pubblico e accessibile. Alternati alle interviste troviamo infine sei Focus Fotografici realizzati da Giovanna Silva, editrice e fotografa, formatasi in architettura e antropologia, e particolarmente capace nell’osservare i territori attraverso gli occhi delle persone che li vivono.

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A. Barraja, 1982

Casa all’Aspra, Palermo, di A. Barraja e G. Laudicina

Continente Sicilia 1922-2022 è un libro interessante non solo per architetti o addetti ai lavori, ma per chiunque voglia studiare un territorio a partire dal suo patrimonio architettonico. Il volume diventa un tassello importante di una recente stagione editoriale, ricca e plurale, che vede l’isola al centro di riflessioni cross-disciplinari: atlanti, guide alternative, monografie o riviste d’arte che raccontano la ricchezza e diversità di un territorio tanto affascinante quanto problematico. Nessuna regione italiana è stata analizzata con tale profondità. Riprendendo l’intervista a Maria Giuseppina Grasso Cannizzo: “La Sicilia è un territorio in movimento, attraversandola scopri che la terra e le fioriture cambiano continuamente colore e che dopo aver superato un altopiano, chiuso tra le montagne, puoi improvvisamente scoprire l’orizzonte e il mare. Ma è anche un luogo imperfetto in cui convivono differenze, contraddizioni, approssimazioni, incongruenze e casualità.”

È importante quindi parlare non solo di After e della sua recente pubblicazione, ma anche del tessuto culturale in cui si inserisce, fatto di esperienze spesso intrecciate tra loro. Un esempio emblematico è a rivista SUQ, che svela il patrimonio nascosto e non narrato dell’isola: luoghi, persone, aziende, arti e simboli. Possiamo menzionare la rivista Sicilia, un’esperienza editoriale che omaggia l’omonima e iconica rivista promossa dall’Assessorato al Turismo della Regione tra il 1953 e il 1984; o ancora la recentissima Ciuscia, rivista di letteratura dal Sudest siciliano. Negli ultimi anni sono stati pubblicati anche il numero monografico della rivista Passenger, la ricerca Palermo Atlas sviluppata da OMA in occasione della biennale Manifesta 12, o ancora il libro fotografico Sicilia 1966/2008, attraverso cui Gianni Berengo Gardin ha documentato feste religiose e il rapporto col sacro del popolo siciliano.

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Giovanna Silva, 2023

Librino, Catania, masterplan di Kenzo Tange

Continente Sicilia è infine un invito a scoprire il territorio nella sua complessità, recuperandone storie dimenticate e al di là dei tradizionali circuiti turistici. Ci esorta a viaggiare, a rimanere, o a ritornare, e soprattutto a progettare. Le parole di Sabina Zappalà sono esemplari: “Sono certa che della Sicilia e della sua storia sia possibile innamorarsi. Resta un luogo incantevole, carico di contraddizioni che possono diventare stimoli forti per chi li cerca, propone sentimenti profondi e richieste totalizzanti e definitive. Se non si è pigri e non ci si spaventa delle difficoltà, è bello mettersi in gioco qui, modellare e farsi modellare. Non si muore come si è nati. È una terra di metamorfosi.

ARTE E ARCHITETTURA De architectura. Testo latino a fronte
Le sette lampade dell’architettura
GLI ADELPHI Parole nel vuoto. Ediz. illustrata
LA CULTURA L’architettura della città
STUDI E PROGETTI DEL DPA Le variazioni dell’identità. Il tipo di architettura
EVERGREEN Yes is more. Ediz. illustrata: VA
Headshot of Salvatore Peluso

Salvatore Peluso è giornalista freelance, educatore e curatore indipendente, attivo tra Milano e Catania. Ha studiato architettura al Politecnico di Milano e alla ETSAM di Madrid. Scrive di architettura, arte e design per diverse riviste tra cui Domus, STIRworld e la piattaforma online del Salone del Mobile. Per Abadir – Accademia di Design e Comunicazione Visiva con sede a Catania, ha ideato ed è direttore creativo del master Heritage Innovation, che si occupa della riprogettazione dei territori marginali e delle aree interne con un approccio transdisciplinare. A Milano è tra i fondatori dello spazio DOPO?, un centro per il lavoro culturale e la ricreazione condivisa. Per la galleria milanese Camp Design Gallery ha curato la serie di mostre “Movimento”, tramite cui indaga lo stato dell’arte del design da collezione in Europa.

 



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