Sei a capo di un impero da 33 miliardi di euro, di un gruppo automobilistico che è il quarto al mondo – anche se travagliato da guai di mercato e finanziari -, sei l’erede di Gianni Agnelli: ma scopri che mamma è più ricca di te. E per di più chiede una parte (maggiore) di eredità e se possibile della tua automobile (la Fiat). Per ironico che possa sembrare, è assolutamente vero: Margherita Agnelli è più ricca di John Elkann, con i suoi capitali in Svizzera assieme a quelli di tanti altri italiani. Scopriamoli.
Il magazine svizzero Bilan redige ogni anno una classifica dei cittadini elvetici più ricchi, basandosi su dati patrimoniali e dichiarazioni dei redditi (che in Svizzera devono essere consultabili, evidentemente…). Ora, come riporta MilanoFinanza, a dominare è Gérard Wertheimer, patron di Chanel, con una fortuna attorno ai 38 miliardi di franchi svizzeri (41 miliardi di euro, al cambio), ma in questo elenco campeggiano diversi italiani che da tempo si sono stabiliti in Svizzera. Come appunto la figlia dell’Avvocato Agnelli (che nella banca svizzera Picter aveva un “conto”).
Margherita Agnelli contessa De Paheln ha una fortuna stimata in 2 o 3 miliardi di franchi svizzeri. Di professione “casalinga” – come annotato, tanti anni fa, in uno dei documenti ora al centro della sanguinosa guerra per l’Eredità Agnelli -, alla morte del padre Gianni avrebbe dovuto ereditare a metà con sua madre una fortuna difficile da stimare: nel senso che lei ritiene ci fosse un tesoro “in nero” nascosto all’estero. In ogni caso, all’epoca, firmò un patto successorio con cui incassò un forfait e rinunciò al resto, compresa la Fiat che davano per spacciata. Quella somma, mai rivelata, sarebbe di 1 miliardo e 300 milioni di euro, circa (da cui detrarre la “pensioncina” da 7 milioni di euro che dava a mamma Marella).
Pittrice per passatempo, Margherita Agnelli non risulta avere una occupazione: vive in un castello al centro di una tenuta agricola su un incantevole lago. Con il marito Serge de Pahlen, ma soprattutto con il figlio Peter che opera nel real estate. I Panama Papers hanno svelato una serie di investimenti in Russia anche dopo le sanzioni a Putin. E pure lei ha qualche affare in paradisi fiscali, persino una società dov’era (a sua insaputa?) assieme al figlio John.
Contro il quale combatte da tempo una battaglia per il suo diritto alla piena eredità del padre Gianni, comprese le quote della Dicembre che consente di controllare Exor e Stellantis. Quote che sua madre passò ai nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann, e su cui sta indagando la procura di Torino (lunedì peraltro inizia la causa in sede civile). Ma la guerra ereditaria si combatte anche in Svizzera: proprio la scorsa settimana, dopo molti anni, madre e figli si sono incontrati faccia a faccia. In tribunale, dove John Elkann ha rilasciato una deposizione (coperta da riserbo).
Riguardo a John Elkann, quanto è ricco? Lui in Svizzera non ha niente, a parte lo chalet di Saint Moritz che era stato della nonna Marella, mentre la Procura preferirebbe capire qualcosa di più delle società in Liechtenstein, dei trust Providence e Providence II alle Bahmas, della società Nube in Delaware dove risultano investiti 50 milioni di euro, ma senza che sia chiara l’operatività della stessa. A Torino, come da visura catastale da noi effettuata, possiede la casa (con campi da calcetto e da tennis, eliporto) in strada San Vito Revigliasco, quasi di fronte alla storica magione Villa Frescot, passata in proprietà a Margherita e da tempo in vendita. Il suo patrimonio, stimato da Forbes che si basa sulle rendite finanziarie delle società possedute, è attorno ai 2,5 miliardi di dollari, circa 2,3 in euro. Ossia, meno di mamma Margherita.
Quali che siano gli investimenti o i beni che hanno arricchito l’eredità di Margherita, comunque i denari sono ben custoditi in Svizzera. Come quelli di altri italiani, che hanno molto apprezzato nel tempo la fiscalità elvetica, a differenza dello “scudo fiscale” nuovamente garantito dall’Italia a chi fa rientrare i capitali…
Il più ricco degli italiani in svizzera è l’armatore (ed editore) Gianluigi Aponte, a capo di MSC. Una storia da romanzo la sua: dalla carriera iniziata come mozzo ai gradi di ufficiale, fino alla prima nave comprata assieme alla moglie. Oggi, certificato anche da Forbes, ha una fortuna attorno ai 23 miliardi di euro (21 o 22 miliardi di franchi svizzeri). Per questo Aponte non compare mai nella classifica dei miliardari italiani.
Vi compare invece l’ex chirurgo plastico, nato a Torino, Giancarlo Devasini, finito un poco a sorpresa ai primi posto l’anno scorso. E ora presente anche in Svizzera, dove dovrebbe risiedere assieme a sua moglie (o compagna), un’artista svizzera, quando non è alle Isole Vergini dove ha sede una divisione di Teither, il colosso delle criptovalute di cui è fondatore, azionista e direttore finanziario. Per lui 8 miliardi di franchi svizzeri di patrimonio.
Poco sotto di lui, attorno ai 7, c’è la famiglia Perfetti, a capo di un impero che mette insieme da Vivident a Morositas a Tabù e che ha chiuso il 2023 con con 3,5 miliardi di euro di ricavi e un utile di 315 milioni.
Sono invece ben di più i franchi in cassaforte per il romano – ora naturalizzato svizzero – Ernesto Bertarelli, del campo farmaceutico e, dopo la cessione di Serono ai tedeschi di Merck, negli edge fund: 16 miliardi di franchi svizzeri. Poco meno della metà per Gianmaria e Mario Germano Giuliani, quelli dell’omonimo amaro. Che a loro non serve certo per il mal di stomaco dovuto a preoccupazioni finanziarie… A 3,2 miliardi spunta il nome di Ermengildo Zegna, nato a Torino nel 1955 e a capo dell’omonimo impero tessile.
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