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FORUM PA Città 2024: verso città aumentate e sfide future


La realtà urbana è in continuo movimento e, per restituirne un’immagine accurata, è necessario adattare di volta in volta le analisi attraverso le quali coglierne le complessità. È quello che FPA fa per descrivere e misurare i vari aspetti della digitalizzazione dell’attività amministrativa, sintetizzati in indici dimensionali.

L’obiettivo di ICity Rank, la ricerca annuale di FPA sulla trasformazione digitale dei 108 Comuni capoluogo, giunta quest’anno alla 13ª edizione e presentata il 28 novembre durante FORUM PA Città, è proprio quello di continuare ad alimentare lo scambio di esperienze e soluzioni adottate nei contesti urbani. Uno scambio che avviene anche attraverso ICity Club, la community di pratica degli innovatori – CIO, Assessori all’innovazione e alla Smart City dei Comuni – , che è strettamente collegata al contesto nel quale l’indagine nasce.

Tutto l’evento si può rivedere, la registrazione integrale è disponibile qui.

ICity Rank è un indice che si evolve nel tempo attraverso l’interazione tra ricercatori e amministratori locali, che forniscono stimoli, critiche e osservazioni, permettendo ai ricercatori di perfezionare e adeguare nel corso del tempo i loro strumenti di misurazione. Lo sottolinea Daniele Fichera, Senior consultant in urban innovation di FPA.

Come l’anno scorso, la valutazione delle città è stata articolata in tre dimensioni: “Amministrazioni digitali”, “Comuni aperti” e “Città connesse”. Questa volta, però, è stata basata su 39 indicatori e quasi 200 variabili, e offre una visione trasversale di sintesi dei risultati. L’indice “Amministrazioni digitali”, nei 108 comuni, è aumentato in media da 60 a 68 centesimi, segnando una crescita complessiva di ben 8 punti, probabilmente grazie all’impatto delle prime implementazioni dei progetti PNRR sulla PA digitale (servizi online e piattaforme). L’indice “Comuni aperti” è salito da 52 a 54, mantenendo il valore medio sostanzialmente stabile, mentre l’indice “Città connesse” ha avuto una crescita intermedia, aumentando da 56 a 60 (qui lo speciale e il documento integrale disponibile per il download).

La dimensione “Amministrazioni digitali”, non solo è cresciuta più delle altre, ma ha anche registrato una consistente riduzione delle distanze tra le diverse situazioni, sia per dimensione demografica sia per collocazione territoriale. È quanto evidenzia Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA, nell’intervista che segue. Il lungo processo di digitalizzazione delle città italiane, avviato con il programma eEurope 2005, sembra essere giunto a compimento.

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Un commento ai trend

La semplificazione amministrativa e la capacità degli amministratori locali nell’attuazione del PNRR sono due aspetti che hanno contribuito al balzo in avanti, soprattutto nella digitalizzazione amministrativa. 

“C’è un tessuto politico amministrativo ancora in questo paese che reagisce ed è in grado di rispondere a una grande politica pubblica sul digitale“, afferma Luca Rigoni del Dipartimento Trasformazione Digitale.

Il PNRR aveva come obiettivo principale quello di alzare l’asticella per chi era rimasto indietro nel processo di digitalizzazione. L’obiettivo di costruire una visione di medio-lungo periodo usando le risorse per non lasciare indietro nessuno e, successivamente, costruire su questo anche dei casi di eccellenza è quanto rivendica la politica pubblica. Rigoni rimarca che in parte questo successo si basa sulla capacità comune di aver co-progettato a monte alcuni di questi servizi. Il co-design dei servizi, come i siti web e l’esposizione del pacchetto di servizi digitali, è stato realizzato con una discussione importante tra le amministrazioni e i designer interni ed esterni del Dipartimento per la trasformazione digitale.

Il commento dei referenti di quattro delle otto città “full digital”

“Verso le città aumentate? La trasformazione urbana tra trend di innovazione e prospettive post-digitali” è il titolo che abbiamo dato a questa nuova edizione di FORUM PA Città, con il quale abbiamo voluto stimolare il confronto tra gli amministratori, in particolare riguardo alla crescente enfasi sulla digitalizzazione dell’amministrazione, in parte sostenuta dal Piano Triennale per l’Informatica nella PA. Quale può essere il ruolo dell’intelligenza artificiale nella progettazione, nella gestione e nel miglioramento a lungo termine di ciò che è stato realizzato, nonché nella creazione di nuovi servizi?

La sfida è comprendere quale ruolo possano avere i diversi attori dell’ecosistema urbano nel superare i gap ancora presenti, sia a livello territoriale che dimensionale. E abbiamo cercato di comprenderlo ascoltando cosa ci hanno detto i referenti di quattro delle otto città “leader dell’innovazione”: Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Modena, Roma e Venezia.

Il lavoro impostato nel corso di almeno 20 anni sul tema della gestione dei dati ha consentito al Comune di Firenze di mantenere un ottimo piazzamento in tema di dati. Sono 1999 i dataset rilasciati in formato aperto dall’amministrazione, utilizzati da cittadini e professionisti per lo svolgimento delle proprie attività. L’uso di tecnologie avanzate come il Digital Twin e la Smart City Control Room permetterà a Firenze di migliorare l’analisi, di avere una sempre maggiore capacità di fare l’analisi, il controllo e il monitoraggio del territorio, sostenendo l’idea di una ‘Firenze a 15 minuti’, dove la vicinanza e l’accessibilità dei servizi pubblici sono prioritari. Il dato diviene così una risorsa essenziale per la governance cittadina. Rivedi l’intervista a Laura Sparavigna, Assessora ai Servizi Informativi, Smart City e Innovazione, e a Caterina Graziani, Direttrice della Direzione Sistemi Informativi del Comune di Firenze.

Modena è una delle due città capoluogo non metropolitane al vertice dell’ICity Rank, grazie a un asset strategico ben definito nella gestione del digitale. La trasformazione digitale ha avuto successo grazie a una solida organizzazione interna e a processi di comunicazione efficaci, supportati dai fondi del PNRR. Anche il coinvolgimento di stakeholder istituzionali e privati ha permesso di avviare progetti innovativi come il Masa, un laboratorio urbano per sperimentare sistemi di guida autonoma e analisi dati avanzata. Anche per Modena, il governo dei dati costituisce un valore aggiunto fondamentale alla base di qualsiasi iniziativa. E ulla scia di questa convinzione, in futuro la città punta su tecnologie ancora più innovative, come Digital Twin, Internet of Things e intelligenza artificiale. Rivedi l’intervista a Simone Riccucci, Responsabile Settore Agenda Digitale – Comune di Modena.

Nelle “Città connesse” al comando c’è Bologna. I versanti sui quali il comune si è posizionato sono rappresentati dalla pubblicazione di Open data e dall’apertura rispetto all’utilizzo dei social, con un grande contributo del Social Team, che ha potenziato la comunicazione e il supporto operativo per i servizi cittadini. La priorità futura è un uso efficace dei dati per pianificazione, monitoraggio e controllo dei servizi. E questa sfida richiede un modello di governance collaborativa. Rivedi l’intervista a Stefano Mineo, Direttore Settore Innovazione Digitale e Dati del Comune di Bologna.

Bergamo, posizionata sesta nelle tre classifiche intermedie – “Amministrazioni digitali”, “Comuni aperti” e “Città connesse” -, ha lavorato principalmente sul tema della facilitazione digitale per i cittadini. Sulla scia di questa tendenza, sta distribuendo 8.000 indirizzi PEC, offrendo a ogni residente la possibilità di attivare una casella PEC gratuita per ricevere direttamente la posta dalla pubblica amministrazione. Rivedi l’intervista a Giacomo Angeloni, Assessore Sicurezza, protezione civile, innovazione e semplificazione, servizi demografici ed elettorale, servizi cimiteriali del Comune di Bergamo.

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Sintesi e prospettive per il 2025

Il motivo principale per cui si sono raggiunti certi risultati nelle amministrazioni digitali, come dimostra ICity Rank, oltre alla spinta decisiva delle risorse PNRR, è l’aver avuto un modello evolutivo di riferimento: il Piano Triennale di AgID. Questo ha fornito una linea chiara tracciata e un’azione di supporto, con una governance che si è rafforzata negli anni a livello nazionale con la creazione del Dipartimento per la trasformazione digitale e di tutti gli altri soggetti nati dal 2016 a oggi.

È emerso con forza il tema dell’utilizzo dei dati per il governo urbano. Abbiamo modelli straordinari a cui guardare, come quelli delle città asiatiche, che non sono direttamente replicabili nelle città italiane. Queste mancano dello stesso sistema amministrativo verticale che consente, ad esempio, a Singapore di integrare in termini rapidi l’uso dei dati nella gestione urbana. Di certo, dobbiamo studiare quei modelli, capire cosa sia possibile fare e trovare una strada tutta italiana da percorrere. Due i punti di forza delle nostre città: hanno molti più punti di somiglianza che di difformità e possono contare su una partecipazione civica vivace, che può arricchire il processo di transizione digitale.

In conclusione, per gestire realtà urbane sempre più complesse, abbiamo bisogno di una cultura del dato: trasformare il dato grezzo in informazione, l’informazione in conoscenza e la conoscenza in decisioni. Uno degli obiettivi di ICity Rank è proprio quello di promuovere la cultura del data-driven.



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