La proclamazione ufficiale e la chiamata della premier. Il nuovo governatore atteso nella piazza di Cgil e Uil contro la manovra
Nel giorno in cui la Corte d’Appello certifica il risultato del voto di dieci giorni fa, proclamando il dem Michele de Pascale nuovo presidente dell’Emilia-Romagna, da Roma arriva la prima telefonata della premier Giorgia Meloni al neo governatore. «Un colloquio assolutamente cordiale per fare le congratulazioni al nuovo presidente dell’Emilia-Romagna, con cui ci sarà un incontro nelle prossime settimane», fanno sapere da Palazzo Chigi, assicurando che c’è «massima disponibilità a discutere di tutto». Dunque anche di quel «patto repubblicano» sulla ricostruzione post alluvione che de Pascale ha messo in cima all’agenda dei suoi primi cento giorni. «Il colloquio è stato anche l’occasione di affrontare alcuni temi di urgente impegno da parte della Regione e del governo, primo fra tutti quello della gestione del post alluvioni», sottolinea il sindaco uscente di Ravenna e neo governatore, ottimista sulla possibilità di seppellire con Roma l’ascia di guerra sulla ricostruzione. Ma non per questo disposto a fare sconti al governo su altri fronti, a partire dalla battaglia contro la manovra di Bilancio: «Sarò in piazza a Bologna per lo sciopero generale. Ma senza fascia tricolore da sindaco, che è di tutti i cittadini, sia di quelli che condividono che di quelli che non condividono la manovra del governo».
I prossimi passi
La proclamazione arrivata mercoledì 27 novembre è il primo passo verso l’inizio dell’era de Pascale in Viale Aldo Moro, che arriverà con la convocazione della prima Assemblea legislativa e l’insediamento delle nuova giunta (attorno a metà dicembre). Ma se il passaggio di ieri era di fatto una formalità, non altrettanto scontata — dopo un anno e mezzo di tensioni sull’alluvione — era la telefonata arrivata in tarda mattinata da Giorgia Meloni. A cui de Pascale ha ribadito l’intenzione di siglare al più presto una pace istituzionale sul post alluvioni: «Si possono legittimamente avere opinioni diverse su come sono andate le cose in questo anno e mezzo, ma chiuderci in questo dibattito rischia di non produrre alcun risultato. Ho invece rappresentato con grande determinazione la necessità di un cambio di passo di tutti gli enti coinvolti».
Patto con il governo
Maggiore operatività nei lavori di messa in sicurezza, maggiori poteri di deroga, semplificazione e accelerazione delle procedure di indennizzo: la lista dei desiderata del neo presidente, che ha già chiesto il ruolo di commissario alla ricostruzione in vista della scadenza dell’incarico al generale Francesco Figliuolo, è lunga. «Sono consapevole che ci saranno divergenze con il governo su diversi temi che affronteremo nei prossimi anni, ma sul tema della gestione del post alluvione sono veramente convinto che serva un “patto repubblicano” tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti», insiste de Pascale, soddisfatto da questo primo confronto con la premier. «La presidente ha ascoltato in maniera molto cordiale, penso con interesse, le mie riflessioni. E mi ha confermato che, compatibilmente con un’agenda che comprendo essere molto complicata, nelle prossime settimane ci vedremo di persona a Palazzo Chigi». Ora tocca alle rispettive segreterie incrociare l’agenda fittissima di Meloni con quella di de Pascale, ma un primo passo è stato fatto.
Al corteo per lo sciopero
Il patto di non belligeranza sull’alluvione, se e quando arriverà, non addolcirà comunque i rapporti tra Regione di centrosinistra e governo di centrodestra su altri fronti. A partire dall’appuntamento più stringente: lo sciopero generale che venerdì 29 porterà in piazza a Bologna anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini. A margine del Consiglio generale della Cisl Emilia-Romagna (che non ha condiviso lo sciopero generale di Cgil e Uil), de Pascale ha annunciato che anche lui sarà al corteo di Bologna. Al contrario del collega Matteo Lepore, però, il primo cittadino di Ravenna non indosserà la fascia tricolore: «Non ho mai indossato da sindaco le fasce per manifestazioni che hanno comunque connotazioni politiche».
Lepore: «Manovra che preoccupa»
Lepore, intanto, ribadisce le ragioni della protesta. «Siamo molto preoccupati da questa manovra che purtroppo scarica sui Comuni i costi della crisi e dell’inflazione. Non si sono i soldi per il trasporto pubblico e per il welfare. Capiamo che il governo faccia fatica ad affrontare la situazione finanziaria del Paese — dice Lepore — ma occorre riprendere un dialogo fra enti locali, mondi del lavoro e rappresentanze delle imprese per una legge di stabilità che aiuti i cittadini italiani e non che scarichi invece i problemi sui territori».
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