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Regionali, il muro di Antonio Tajani: «Lega da sola? Perde il Veneto»


di
Silvia Madiotto

Il monito del vicepremier e presidente di Forza Italia: «La coalizione deve rimanere unita»

I leghisti sono gli unici, nel centrodestra, che parlano di «andare da soli» al grido di «il Veneto a noi», e minacciano la scissione da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Risuona allora il monito di Antonio Tajani, segretario degli azzurri e vicepremier: «Da soli si perde, anche in Veneto, la coalizione deve rimanere unita». Ribadisce, uno dopo l’altro, i no che irritano il Carroccio: no all’accelerazione sull’Autonomia, no al terzo mandato per i governatori, no al candidato presidente indicato dalla Lega come fosse per «diritto». Così finisce che tutti i soci di governo rivendichino il nome: FdI perché primo partito, FI perché secondo, la Lega perché perdere il Veneto non è considerato un’opzione. Luca Zaia e Antonio Tajani erano entrambi ospiti di Confindustria Veneto Est ieri mattina. Hanno parlato degli stessi temi di attualità, condividendo progetti e prospettive di sviluppo per le imprese, ma agli antipodi per quanto riguarda le vicende politiche.

«Vogliamo essere protagonisti»

La Lega si muove all’unisono: dal sindaco di Treviso e presidente Anci Veneto Mario Conte («Siamo pronti a correre anche da soli, si tenga conto dei territori») al presidente della Lombardia Attilio Fontana («In Veneto deve continuare il buon governo della Lega»), dal segretario regionale Alberto Stefani («L’abbiamo già fatto nei Comuni e alle Provinciali») al capogruppo Alberto Villanova («Non siamo una colonia, è rischioso per la coalizione»). Andare da soli è un mantra da sempre, soprattutto nelle occasioni in cui gli alleati hanno proposto di valutare altre scelte. E se nelle ultime due Regionali la ricandidatura di Zaia ha messo a tacere le velleità dei compagni di viaggio, stavolta si cambia perché il terzo mandato non piace né a FdI né a FI. Tajani ci va giù pesante: «Non esiste neanche per il presidente degli Stati Uniti, la democrazia deve permettere un ricambio. Al presidente uscente rimprovero di non aver mai voluto Forza Italia in giunta, non è questo il modo di rafforzare una coalizione che abbiamo sempre sostenuto. Non voteremo l’aumento delle tasse (leggi: Irap, ndr) ed è scontato, ma andiamo avanti per governare bene il Veneto e dare risposte di serietà». La Lega invece, anche col sostegno di Salvini, continua a spingere sul terzo mandato: ne ha bisogno per sopravvivere. «Non si tratta di lottizzare la Regione ma di avere il miglior candidato per vincere e governare, se non ci sono uscenti bisogna scegliere il migliore – rilancia Tajani -. Intendiamo essere protagonisti e indicheremo Flavio Tosi, per la sua lunga esperienza. Siamo pronti a sederci al tavolo, nessuno può mettere in discussione il nostro ruolo».




















































La voglia di corsa solitaria

La voglia di corsa solitaria nel Carroccio rimane: è il tridente di cui parla il segretario Stefani, Lega, Lista Amministratori e Lista Zaia. E lui ci sarà? «I partiti parlano – risponde il presidente -, io deciderò un mese prima delle candidature, mancano 11 mesi, in politica è un’era geologica, bisogna essere prudenti». Zaia smorza le polemiche sullo scontro con Salvini mercoledì al federale: «Nessuno scontro, era una riunione interna, abbiamo discusso di futuro, ognuno ha il suo modo di esporre, io ho alzato un po’ la voce» ammette. Ma la questione settentrionale resta: «Sembra che dobbiamo vergognarcene, che non sia “politicamente corretto” parlare di Nord. Se il Paese ha due velocità, significa che ci sono istanze diverse, una questione settentrionale e una meridionale che possono essere coniugate nel progetto dell’Autonomia». E il Nord è il motivo «per cui è nata la Lega. Non è un peccato originale né una colpa, è la difesa delle istanze del popolo».
L’Autonomia è l’altro grande fronte di lite con Tajani. La bocciatura della legge da parte della Consulta? «Noi andiamo avanti, in back office – risponde Zaia -. C’è una piattaforma di base per il negoziato, mi piacerebbe arrivare alle funzioni per la Protezione Civile per mostrare che non è uno spacca Italia ma un’opportunità per i cittadini». 

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Visione diversa

Tajani ha una visione diversa: «L’abbiamo votata, siamo favorevoli, ma ci sono cose che andavano corrette. Dopo la sentenza della Corte, che mi auguro scongiuri il referendum abrogativo, quelle questioni saranno riviste dal Parlamento. Inoltre sarà necessario lavorare sui Lep in modo molto attento. E su funzioni, non materie». Il segretario di FI ha già messo paletti sul Commercio estero: «Non possiamo avere politiche diverse nello stesso Paese, che è la quarta potenza mondiale. L’Autonomia deve portare benefici reali ai cittadini, l’impegno deve essere a fare le cose bene. Se vengono fatte in fretta e poco seriamente, rischiamo di sbattere contro un muro e mandare all’aria l’Autonomia. Non vogliamo rallentare, anzi: se è passata in commissione è merito nostro».

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24 novembre 2024



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