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La Hiab chiude lo stabilimento. In pista due nuovi acquirenti


La conferma è che la Hiab, controllata italiana della multinazionale Cargotec, chiude definitivamente lo stabilimento di Statte dove costruisce, ma ancora per poco, gru di piccole e medie dimensioni. Di conseguenza, un centinaio di lavoratori va in cassa integrazione per un anno.

L’incontro

La novità è che ci sono un paio di imprese potenzialmente disposte a subentrare alla Hiab e forse potrebbe pure essercene qualche altra. I contatti sono in corso. Dei due possibili investitori non sono stati rivelati nomi, né i settori nei quali operano. A verificare la possibilità di un subentro, sarà l’advisor Vertus, incaricato da Hiab. Ecco quanto scaturito nell’incontro di ieri al ministero delle Imprese, coordinato da Giampietro Castano, consigliere del ministro Adolfo Urso per le politiche e gli interventi in materia di riconversione industriale. Erano presenti i sindacati, l’impresa e la task force Lavoro della Regione con il presidente Leo Caroli. Vertus non è un nome nuovo per crisi aziendali a Taranto. Si tratta dello stesso advisor che ha incaricato il gruppo tessile Albini con la chiusura dello stabilimento di Mottola. Il fatto che Vertus verificherà le possibilità di mercato anche per Hiab, è giudicato positivamente dalla Regione. A Vertus, Hiab ha assegnato un mandato di sei mesi, i sindacati hanno chiesto un anno per uniformarsi alla durata della cassa integrazione, ma Castano del Mimit ha indicato di cominciare adesso per sei mesi. Intanto il 13 febbraio è programmato un altro incontro al ministero delle Imprese. Ci sarà anche Vertus poiché si vogliono capire piani e idee degli eventuali acquirenti.

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La cassa integrazione

Nel frattempo, Hiab attiverà la cassa integrazione. Partirà dall’1 marzo. I sindacati hanno ulteriormente chiesto che la decorrenza fosse dall’1 aprile perché in Hiab c’é ancora del lavoro da fare, ma l’azienda ha replicato sostenendo che l’attività si esaurisce a fine febbraio.

Il ricorso alla cassa riguarderà tutti gli addetti di Statte e sarà accompagnato da un piano industriale in cui Hiab dovrà specificare i passaggi che interesseranno sia il sito di Taranto, che quello di Minerbio in Emilia. Ieri, al Mimit, è emerso che a Minerbio ci sono difficoltà. Era previsto che l’altro stabilimento in Emilia, ad Argelato, confluisse in quello di Minerbio, ma in quest’ultimo sito non ci sono ancora tracce organizzative e logistiche del nuovo arrivo. Per Statte, il piano industriale atteso da Hiab dovrà prevedere l’eventualità di nuove commesse di lavoro, la rotazione del personale in cassa integrazione e la formazione professionale a carico della Regione. Hiab, nei precedenti incontri, ha proposto per 25 addetti di Statte la possibilità di un trasferimento a Minerbio versando un incentivo di 10mila euro e assicurando il pagamento del fitto di un appartamento per tre mesi. La proposta resta sul tavolo ma non ci sono disponibilità di lavoratori. Nessuno, allo stato, vuole trasferirsi nella provincia di Bologna. Resta confermato che con l’avvio della cassa, Hiab verserà un’integrazione, in modo che il trattamento economico sia più alto. Inoltre, aprendo Hiab una procedura di licenziamento collettivo fondata sulla non opposizione, coloro che dovessero scegliere di andar via, riceveranno dieci mensilità più la somma relativa all’integrazione in un’unica soluzione.

Sulla cassa per un anno, la Regione ha evidenziato ai sindacati che in seguito non ci sarebbe più la possibilità di ammortizzatori sociali.

Le dichiarazioni

«L’incontro ha confermato il percorso impostato. Del trasferimento di lavoratori a Minerbio non abbiamo nemmeno discusso – afferma Pietro Cantoro della Fim Cisl -. Che non vi fossero disponibilità, lo avevamo detto e loro hanno avuto conferma sondando gli interessati. Piuttosto le forti difficoltà presenti a Minerbio rafforzano la nostra convinzione: Hiab ha cominciato con Taranto ma probabilmente abbandonerà l’Italia».

«L’attività a Statte sarà chiusa e di questo siamo molto rammaricati» – dichiara Mimmo Amatomaggi della Uilm. «Auspico che realmente l’advisor Vertus – aggiunge- possa fare un buon lavoro in modo che i lavoratori abbiano una nuova prospettiva».

«Abbiamo ribadito la necessità che si dia subito mandato all’advisor per avviare la campagna di scouting alla ricerca di un soggetto disponibile ad investire sul sito di Statte» – sostiene infine la Fiom Cgil. «Abbiamo inoltre evidenziato – conclude la Fiom Cgil – come sia assolutamente necessario valutare con attenzione la decorrenza della cigs anche alla luce della consistenza degli attuali volumi produttivi».

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