Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
#finsubito
#finsubito video
Agevolazioni
Asta
Bandi
Costi
Eventi
Informazione
manifestazione
Sport
Vendita immobile

Gestione Bed & Breakfasts

Finanziamenti Bed & Breakfasts

Georgia, tra nazione e nazionalità / Georgia / aree / Home


© Tudoran Andrei/Shutterstock 


Dalla sua indipendenza, la Georgia ha dovuto affrontare una dialettica complessa, e a tratti violenta, tra il concetto di nazione e le sue molte minoranze, sfociata in guerre sanguinose. Una dinamica che però continua ad evolvere, come nelle recenti proteste antigovernative

Lev Tolstoj – in Anna Karenina – sostiene che tutte le famiglie felici sono uguali, ma che ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. Se la nazione è una famiglia allargata, ogni paese che ha problemi con la propria nazionalità – e quindi con le proprie nazionalità – lo ha con peculiarità differenti.

Assistenza e consulenza

per il sovraindebitamento

La Georgia si trova ad essere uno stato moderno, autonomo ed indipendente per un brevissimo periodo fra la fine della prima guerra mondiale e l’annessione all’Unione Sovietica: è la prima repubblica di Georgia, durata dal 26 maggio del 1918 al 25 febbraio del 1921. Mesi tumultuosi, che hanno solo dato una forma embrionale allo stato e all’idea di cittadinanza. La nuova indipendenza del 1991 ha riportato la cittadinanza georgiana a confrontarsi con la nazione georgiana in uno stato indipendente, in cui includere le altre nazionalità e minoranze presenti sul territorio. Su questo processo hanno gravato diversi fattori.

Il passaggio da imperi multinazionali a stati nazionali, ma mai monoetnici, non è stato facile per nessun gruppo umano che è stato affetto da questo fenomeno. Nei paesi post sovietici questo ha coinciso con un processo di de-colonizzazione culturale. Le varie minoranze sono state socializzate nell’URSS secondo un classico modello di dominazione colonialista, in cui il colonizzatore si presenta come cultura superiore, che porta progresso e civiltà presso il “buon selvaggio”, retrogrado e inadeguato alla contemporaneità.

I colonizzati assimilano questo atteggiamento, imparando a vedere la propria cultura attraverso gli occhi del colonizzatore. Quando poi l’URSS si è frantumata, nelle sue parti è partito un processo di riappropriazione della propria dignità culturale.

In Georgia questo si è manifestato in desideri postcoloniali di “georgianizzazione” del territorio, dopo due secoli di dominazione russa. “La Georgia ai georgiani”, è stato uno slogan che ha accompagnato il processo di de-sovietizzazione e ha messo in difficoltà le numerose minoranze, come armeni, azeri, ossetini, abkhazi. Con questi ultimi sono nati conflitti aperti, che hanno portato alle due guerre secessioniste e all’occupazione russa.

La società georgiana è traumatizzata: le sconfitte nei conflitti secessionisti, combinate con la significativa emigrazione di etnia georgiana, hanno lasciato vivi nella maggioranza i timori di una frammentazione territoriale permanente e di una pauperizzazione culturale.

I secessionismi

Il contesto regionale non ha aiutato. La Georgia ha sentito il riverbero dei conflitti regionali, i propri e l’eco di quelli altrui, dalla Cecenia al Nagorno Karabakh. Dopo le sconfitte, i georgiani sono stati cacciati dagli stati secessionisti di Abkhazia e Ossezia del Sud.

Là dove sono rimasti, come gruppi o come singoli individui, sono soggetti a pressioni assimilanti o discriminazioni. Nel report dello scorso anno del Dipartimento di stato americano relativo ai diritti umani in Georgia si ricorda il caso di Tamar Mearakishvili, un’attivista dell’Ossezia del sud che ha denunciato persecuzione da parte delle autorità de facto a causa della sua etnia georgiana.

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

L’obiettivo di una serie di procedimenti penali contro Mearakishvili sarebbe costringerla a lasciare la regione. Le autorità de facto dell’Abkhazia hanno portato avanti politiche che minacciano lo status giuridico delle minoranze etniche, tra cui georgiani, armeni, greci, rom e siriani. Sukhumi sta facendo scomparire dai propri programmi scolastici l’insegnamento del georgiano.

Secondo i dati del 2020, 225.000 persone risiedono in Abkhazia, inclusi 47.000 georgiani per nazionalità, la maggior parte dei quali vive nella regione di Gali. Prima della secessione dell’Abkhazia dalla Georgia durante la guerra del 1992-1993, a Gali c’erano oltre 50 scuole georgiane. Nel 2015, quel numero era sceso a 11, e ora non ne rimane più nessuna.

Il governo de facto dell’Abkhazia ha gradualmente eliminato l’insegnamento della lingua georgiana a partire dal 2015, sostituendolo con programmi di studio russi. Dal settembre 2021 anche l’undicesimo anno, che è stato l’ultimo a offrire il georgiano come mezzo di insegnamento in dieci scuole di Gali, è passato al russo.

Attualmente il georgiano viene insegnato solo come lingua straniera e gli studenti ricevono due ore di insegnamento a settimana. Questo cambiamento ha colpito profondamente la popolazione etnica georgiana, che ora deve affrontare sfide significative nel preservare la propria lingua e cultura.

Il conflitto ceceno ha impattato soprattutto e in modo più circoscritto la popolazione residente in Pankisi, mentre la coesione nazionale georgiana ha risentito più pesantemente del conflitto intorno al Nagorno Karabakh. Le due principali minoranze nel paese sono azeri (circa il 6%) e armeni (circa il 4%). Se la loro convivenza sullo sfondo del conflitto regionale armeno-azero è stata finora esemplare, lo scontro continua a rappresentare una sfida , con le tensioni regionali che si riverberano sulle comunità ed i rappresentanti politici locali .

Eppur si muove

Sebbene la fase violenta dei conflitti interetnici tra cittadini georgiani e cittadini georgiani di altri gruppi etnici sembri appartenere al passato, i problemi persistono.

La retorica virulenta dell’esclusione etnica ha trovato un nuovo impeto nei movimenti di estrema destra. Nel 2017 la “Marcia Georgiana”, un movimento di nazionalisti simile alla Marcia Russa, ha intimidito i residenti musulmani di un distretto di Tbilisi. Da allora i movimenti di estrema destra sono in aumento nel paese e sostengono politiche anti-minoranze e anti-occidentali, descrivendo tutti questi presunti nemici nazionali come non tradizionali per il paese, estranei all’identità georgiana e imposti sulla Georgia dall’esterno.

La legge antidiscriminazione della Georgia, promulgata nel maggio 2014, non è stata applicata in modo efficace. Il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale – nelle sue conclusioni del dicembre 2022 – ha espresso preoccupazione per le persistenti disuguaglianze socioeconomiche nelle aree con un’elevata presenza di minoranze etniche.

Queste disparità includono un accesso limitato a un’istruzione di qualità e un basso livello di rappresentanza politica per le minoranze. La limitata conoscenza della lingua georgiana è rimasta il principale ostacolo all’integrazione di membri delle minoranze etniche del paese.

La legge che richiede un’adeguata padronanza della lingua ufficiale per lavorare nella pubblica amministrazione, comprensibile nel quadro dello stato-nazione, esclude di fatto la proporzionale ed equa rappresentanza delle minoranze etniche nel processo decisionale nelle agenzie statali e l’occupazione delle minoranze etniche nel settore pubblico.

La crisi politica in corso però sta segnando un cambiamento. Nonostante le minoranze rappresentino più del 10% del totale della popolazione georgiana, solo il 4,6% dei candidati alle parlamentari era in rappresentanza delle minoranze nazionali , e ancor meno in posizioni di vantaggio nelle liste elettorali.

Sono emersi numerosi brogli nelle aree abitate dalle minoranze che sono apparse come un’area negletta, tanto dalla campagna elettorale che nella legalità elettorale. Di nuovo un quadro di esclusione e arretratezza.

La mobilitazione in corso ha segnato una nuova partecipazione politica nelle aree abitate dalle minoranze, nonché marce orgogliosamente multietniche e multi religiose, mentre il paese, tutto, si avvia a due mesi di mobilitazione ininterrotta.

Tutto questo rappresenta un inedito nella storia georgiana, e descrive un quadro di solidarietà interetnica e di comunione di intenti e di visione del futuro del paese che fanno sperare che dalle piazze e strade della Georgia stia nascendo un nuovo senso di nazione.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve