ANCONA Là dove l’emergenza casa diventa urgenza sociale, la traccia dell’Erap Marche va nel profondo. Il solco dell’Ente regionale per l’abitazione pubblica è inciso nel bilancio triennale di previsione, che mette in conto investimenti per 149,6 milioni di euro in tre anni: 85,2 milioni nel 2025, altri 38,6 milioni nel 2026 e per chiudere 25,6 milioni nel 2027. I numeri hanno il “visto si stampi” del cda guidato da Saturnino Di Ruscio. Il presidente subito rilancia: «Abbiamo organizzato in maniera più efficiente una macchina complessa e articolata, dando risposte il più possibile tempestive alle esigenze dei Comuni di avere a disposizione degli alloggi da assegnare in base alle graduatorie pubbliche agli aventi diritto».
L’elenco
Procedendo di scorporo, e per macroaree, tra gli interventi fondanti dell’anno in corso sono in elenco la “Caserma Fazio”, in convenzione con l’Erdis, diritto allo studio, per la realizzazione di uno studentato da 49 posti letto su Ancona, con una spesa di 6,7 milioni; via delle Mimose, a Senigallia, con 18 alloggi per 5 milioni; 48 abitazioni in via Proietti a Tolentino per altri 9,6 milioni; il completamento di 30 appartamenti nella Dorica, in piazza Aldo Moro, per 3,3 milioni. Al Maceratese sono riservati 24 milioni per avviare, tra gli altri, i cantieri legati ai danni del sisma del 2016. Nella provincia di Ascoli sono pianificate opere per 17 milioni, in quella di Pesaro-Urbino per 5,5 milioni e nel Fermano sono ipotizzati lavori per un milione di euro.
Le frenate
Inevitabili gli ostacoli lungo il percorso, seppure sia tarato sulla crescita. Di Ruscio non cela le frenate obbligate: «Abbiamo circa mille alloggi non assegnati per la lentezza delle procedure». Subito alza gli scudi, in difesa: «Non siamo responsabili, anzi, insieme a chi attende una casa, siamo vittime, non potendo incassare il canone di locazione e dovendo sostenere le spese condominiali, in attesa che la competenza passi all’inquilino assegnatario».
Cambio di prospettiva. Azione. Sul fronte della gestione&conservazione, nel triennio il patrimonio immobiliare targato Erap sarà al centro di un programma, denso, di manutenzione ordinaria, oltre a quella straordinaria e di pronto intervento che verrà finanziata con risorse dell’Ente, per 18,5 milioni.
Le scosse
Nonostante siano trascorsi nove anni dagli sconquassi del terremoto, i riflettori restano puntati sulle ferite da rimarginare: e sono altri 30 milioni di euro, concentrati in zona Macerata. Gli appartamenti lesionati sono 272, di cui 154 di proprietà dell’Erap e 118 dei Comuni. Al capitolo “edifici di proprietà pubblica, o misti con maggioranza pubblica”, sono inagibili 159 alloggi, per i quali sono in corso lavori o progettazioni, oppure la fase è quella dell’avvio delle procedure di affidamento: una partita da 30 milioni, assicurati da finanziamenti pubblici, con l’Erap che partecipa con 280mila euro. Per le dimore che si aprono in strutture con proprietà mista a maggioranza privata, i cui interventi vengono avviati dagli amministratori di condominio, ne risultano 21 finanziati dall’Ufficio ricostruzione con 3,5 milioni.
Il corollario
Per le abitazioni che restano, a chiudere il conto, non è possibile determinare gli importi poiché in alcuni casi ancora non sono stati pubblicati i decreti di concessione del contributo, sempre di competenza dell’Ufficio ricostruzione. Un sottoinsieme riguarda gli interventi finanziati con il Decreto Rilancio, di cui il Superbonus 110% è il corollario. Il solco è tracciato.
Sos morosità
Pagamenti in ritardo o mai sanati sono la spina nel fianco dell’Erap.
La sentenza è senza appello: il fenomeno della morosità è impossibile da azzerare. In quell’insieme, che è un vuoto a perdere, finiscono i pagamenti dei canoni di locazione, le quote dell’autogestione o dei condomini, che sempre più spesso sono anticipate dall’Ente per evitare il distacco di forniture e servizi. Al 31 dicembre del 2023 l’organizzazione regionale per l’abitazione pubblica deve ancora incassare 1,4 milioni di euro dal 2000. Azzarda una estrema sintesi, il presidente Saturnino Di Ruscio: «Per questo possiamo dire che assolviamo alle funzioni di ammortizzatore sociale».
Le previsioni a bilancio
Converte in cifre quella propensione: per gli anni 2025-2027 sono previste in bilancio 400mila euro annue di quote condominiali per assegnatari morosi. Rafforza il fronte, che sconfina nella solidarietà: nel Fondo crediti di dubbia esigibilità sono accantonate, sempre nello stesso triennio, 291mila euro. «Sta a significare – spiega – che, nonostante l’impegno degli uffici, recuperiamo solo un quarto delle somme anticipate». Sollecita il cambio di angolazione: «La problematica dovrebbe essere gestita dai servizi sociali dei Comuni, che valutano la situazione reddituale sostenendo economicamente la famiglia assegnataria». Arriva all’evidenza del caso: l’Erap, spesso per contenere l’urgenza, ovvero il distacco di luce o gas nel periodo invernale, si sostituisce ai Comuni o agli altri enti assistenziali, togliendo così risorse alla attività istituzionale.
Altro giro. Entro il 2027 si prevede il completamento del piano delle cessioni, obiettivo prioritario per l’Ente e per la Regione, poiché con le risorse ricavate verranno finanziati nuovi interventi di edilizia residenziale pubblica. Anche qui l’inciampo è inevitabile: il tasso di adesione dell’utenza, pari a una media del 12%, ovvero 919 consensi a fronte di 7.688 proposte di vendita, è stato di molto inferiore alle attese. Di Ruscio avanza la contromossa: «Prevediamo di proporre a Palazzo Raffaello una proroga del piano vendite che possa consentirci di reperire risorse finanziarie per nuovi programmi costruttivi, vista la scarsità di risorse che derivano da finanziamenti statali».
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