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Perché la Simbruina va riaperta. Le parole appassionate di chi vive la montagna come elemento identitario – SITe.it


Capistrello – Il dibattito pubblico suscitato in questi giorni dagli articoli di Site.it sulla strada provinciale Simbruina, chiusa da una quindicina di anni, merita di essere approfondito.

La nostra redazione ha ritenuto utile ampliare il confronto proponendo alcune domande agli attori che a vario titolo hanno a cuore la sua riapertura. Iniziamo con Enrico Di Cintio, giovane avvocato originario di Pescocanale, frazione di Capistrello, che per lavoro si è spostato a Roma ma appena può torna in paese.

Enrico è un appassionato della montagna e della natura, è componente di varie associazioni, fra le altre il CAI e le Aquile ambientali, ed è sempre in prima linea quando si tratta di partecipare a iniziative che riguardano la salvaguardia e la promozione del territorio, con particolare attenzione alla Valle Roveto, vero e proprio luogo del cuore.

Da attivista di associazioni come CAI e Aquile ambientali, ma soprattutto da amante della montagna, pensi sia giusto investire denaro pubblico per rendere di nuovo percorribile e fruibile la Simbruina?

Per il nostro territorio è fondamentale avere la Simbruina percorribile, in quanto rappresenta un elemento essenziale per connettersi a una parte di esso, in particolare alle nostre montagne. Avvertivo la chiusura come un depotenziamento territoriale già da prima, e cioè prima di diventare genitore. Oggi, da papà di due bambini lo avverto ancor di più, in quanto impossibilitato a far godere a pieno le risorse naturali dei nostri luoghi. Trovo assurdo che per fare attività debba recarmi altrove.

Pensi che far conoscere questi posti alle generazioni più giovani possa essere un modo per creare legami che in un certo senso aiutano a contenere lo spopolamento?

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Certamente! Anche in questo modo si combatte lo spopolamento, e cioè facendo innamorare di questi luoghi la nostra prole. Ma se non abbiamo l’opportunità di mostrarglieli per spiegarglieli, come potranno i nostri figli innamorarsene e combattere per loro, come potranno preservarli e difenderli?

Sappiamo che ufficialmente la strada è chiusa ma molti continuano a usarla a proprio rischio e pericolo. Cosa dovrebbero fare concretamente le istituzioni oltre che emanare ordinanze che servono più a garantire loro stesse piuttosto che i cittadini?

Come dico da tanto, la strada è formalmente chiusa ma sostanzialmente è aperta. Credo quotidianamente, ci sia un passaggio di mezzi. Trovo questo scandaloso, dovrebbero agire per metterla in sicurezza e per riaprirla oppure si abbia il coraggio di chiuderla. Non si può continuare a rimanere in questo limbo.

Quale ruolo può svolgere il mondo associativo per far sì che provincia, regione e comuni si convincano dell’importanza strategica di questa strada?

Così come è messa la situazione, le associazioni possono fare ben poco, se non sollecitare e mantenere alta l’attenzione sulla vicenda. Le associazioni stesse, per svolgere le loro attività, devono giustamente muoversi nel rispetto delle regole. Ciò vuol dire che la chiusura della strada impedisce loro di programmare le attività, un danno enorme per il territorio.

Si parla molto dell’inarrestabile impoverimento economico delle aree interne che determina lo spopolamento: secondo te la Simbruina può diventare un attrattore turistico?

Certamente si, e sotto diversi punti di vista. Penso siano poche le strade che nel centro Italia possono vantare panorami mozzafiato come quelli che si possono ammirare dalla Simbruina. Panoramiche del genere, anche a volerle confrontare con quelle di altri gruppi montuosi come la Majella, il Sirente-Velino o gli Ernici, non hanno pari.

Parliamo quindi della possibilità di incidere positivamente su quel turismo ambientale e culturale che in questi anni è cresciuto più di altri comparti  

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Esattamente! Inoltre in quota, esistono già strutture che potrebbero essere riammodernate e utilizzate per vari scopi. Però operatori come le guide di montagna, non possono portare turisti attraverso questi luoghi per gli stessi motivi che inibiscono le attività delle associazioni. La riapertura della strada invece, potrebbe tornare a incentivare sia il turismo estivo che quello invernale. Faccio un esempio: avere delle piste da sci a 18 km è un vantaggio? Si! Ma solo se puoi raggiungerle. Purtroppo per noi, oggi, abbiamo davanti solo un miraggio.

I più scettici dicono che è già un gran risultato aver ottenuto la riapertura della ex Statale 82 sul fondovalle del Liri grazie al passaggio dell’ultimo giro d’Italia. Secondo loro si può anche fare a meno della Simbruina. Tu cosa ne pensi?

A mio avviso sono due aspetti completamente diversi, la Simbruina e la SS82 non sono assimilabili. La Simbruina ti porta in alto, in alcuni punti sembra di volare. È arrivato il momento di donare nuove ali a questa strada! Restituire al Nido Delle Aquile la dignità che merita.

Non è il Canada ma i luoghi dove porta la Simbruina



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