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l’ombra di Putin sul voto


La campagna di disinformazione più forte che la Russia compie in Europa riguarda (da anni) la Germania. Non solo perché è il Paese più popoloso del Vecchio Continente e perché ne è idealmente il motore, ma anche perché è fisiologicamente il più fragile e frammentato al suo interno.

Le imminenti elezioni tedesche hanno spinto Mosca a incrementare il flusso di fake news, sfruttando i legami non certo segreti con il partito di estrema destra di Alternative für Deutschland, che sta registrando un successo inedito.

Come funziona la campagna di disinformazione russa in Germania

La chiamano Doppelgänger, cioè “sosia” o “doppio” che prende il posto dell’originale. La campagna di disinformazione russa si era scatenata su livelli simili già nel contesto delle recenti elezioni europee, che hanno evidenziato proprio un exploit delle destre nazionaliste e sovraniste. La tattica russa si basa sulla clonazione di siti internet di media autorevoli in Germania, che però veicolano notizie false che screditano il governo, l’Ue e gli avversari di AfD. E giustificano la guerra in Ucraina come reazione a oscure e taciute aggressioni dell’Occidente alla Federazione guidata da Vladimir Putin. Gli informatici russi, che sono tra i migliori al mondo, ottengono domini che copiano in maniera pressoché perfetta il layout e lo stile di grandi portali d’informazione come la rivista Der Spiegel. La Rete viene inondata di articoli falsi che, condivisi e ricondivisi, rendono molto difficile risalire agli “spammatori” iniziali e alla fonte di notizie primaria. Questi contenuti pieni di fake news vengono per l’appunto amplificati da account simili a bot sui social, a partire da Telegram.

Il nuovo corso delle fake news russe in Germania ha preso piede a inizio 2022, in concomitanza con l’invasione su larga scala dell’Ucraina. Come anche in altri ambiti, le sanzioni occidentali contro società e individui, ritenuti responsabili di questa disinformazione, non ha indebolito le azioni del Cremlino. Risultato: tra dicembre 2024 e gennaio 2025 sono stati segnalati almeno 700 post su X che proponevano articoli pericolosi da siti “copia” dei giornali più famosi, incluso il canale televisivo Welt.

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Non è un caso, qualcuno se ne sarà accorto, che da qualche settimana i canali social dei più importanti servizi d’informazione russi sono stati oscurati in Europa. Gli Usa hanno lanciato un allarme e l’Unione europea ha risposto così. Ria Novosti, Izvestija e altre realtà non sono più accessibili ad esempio su Telegram, piattaforma privilegiata per la proiezione russa verso gli utenti europei. Al contrario, tra le personalità colpite dalla “fabbrica di troll” moscovita ci sono il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, e il candidato cancelliere del Partito Verde, Robert Habeck. Della prima si raccontava che avesse avuto una relazione con un gigolò di colore durante un viaggio in Africa, mentre il secondo veniva accusato di aver violentato una giovane donna. Un’altra capillare campagna di disinformazione, che si stima abbia coinvolto almeno cento siti internet.

Il legame tra Russia e il partito di estrema destra AfD

A un primo sguardo, dunque, le notizie modificate ad arte dai russi sembrano provenire da fonti qualificate. In vista delle elezioni tedesche anticipate, che si svolgeranno il 23 febbraio, i sostenitori di Alternative für Deutschland hanno ad esempio diffuso un sondaggio totalmente inventato, ma che è diventato virale su TikTok. Nelle sole prime 24 ore ha totalizzato quasi 400mila visualizzazioni. Il contenuto, che si afferma prodotto il 16 dicembre, mostra in modo truffaldino che:

  • il 28% degli intervistati in Germania voterebbe per AfD;
  • il 25% voterebbe per il Partito socialdemocratico Spd;
  • il 16% per l’Unione cristiano-democratica Cdu;
  • il 14% per l’Alleanza di sinistra Bündnis-Sahra Wagenknecht.

Ovviamente è tutto falso, come ha verificato anche l’emittente pubblica Deutsche Welle (quella vera, non la copia russa). I fact checker hanno dimostrato che i dati erano stati pubblicati dall’Institute for New Social Answers, un istituto tedesco che conduce ricerche politiche e di mercato, mesi prima, a settembre 2024. E non si riferivano neanche alle elezioni anticipate, che non erano ancora state delineate, ma erano relativi al voto statale nel land del Brandeburgo. In questo caso la disinformazione è stata ancora più facile: i russi hanno condiviso il frame originale, non un suo “doppio”, della rete privata tedesca RTL, ritagliandolo poi nel video diffuso su TikTok.

Ma perché Mosca sostiene Alternative für Deutschland? Il partito di ultradestra vuole modificare l’assetto dell’Ue attraverso propaganda e incitamento alla violenza sociale e attraverso stretti e oscuri legami con Cina e Russia. In altre parole: è un veicolo per diffondere l’influenza del Cremlino nel cuore d’Europa. Le accuse di “putinismo” e di neonazismo, legittime e fondate, sono l’altra faccia dell’obiettivo politico di AfD, che intende sostituirsi alla guida renano-anseatica e vestfaliana del Paese, di fatto ininterrotta dalla caduta del Muro di Berlino. Non a caso, dal Dopoguerra mai nessun cancelliere proveniva da Prussia o Baviera, altro Land cruciale che si sta legando al Brandeburgo nell’opposizione ai decisori della Germania occidentale. AfD rappresenta una decisa opposizione allo status quo euro-americano e un fattore di instabilità interna tedesca molto utile ai propositi della Russia.

Qual è l’obiettivo di Putin in Germania

Il principale obiettivo a breve termine della Russia è dunque alimentare le divisioni interne alla Germania, che già hanno raggiunto livelli preoccupanti mettendo in crisi il motore d’Europa. Il tutto approfittando del fatto che gli Usa hanno esautorato Berlino dal ruolo di primissimo piano nella gestione dell’Europa unita. L’asse della Nato e dell’Ue si sta velocemente spostando verso Est e il Baltico, eleggendo la Polonia a nuovo baluardo dell’opposizione europea alla Russia e dell’allargamento politico-economico all’Ucraina e al Caucaso. Questione di geometria, di baricentro. La Germania ne è rimasta irrimediabilmente scottata.

Non essendo una nazione, ma un insieme di nazioni, la Germania non può permettersi di ristagnare nella crisi economica. In questo modo faticherebbe infatti a mantenere alto il welfare che attenua le divergenze interne tra i Land che la compongono. Il legame tra Mosca e Berlino, poi, è il peggior incubo europeo degli Stati Uniti, che temono la forza esplosiva dell’unione tra capacità tedesche e risorse russe. Ecco perché la partita elettorale della Germania, in un anno delicatissimo come il 2025, prorompe al centro delle dinamiche geopolitiche globali.





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