Il consiglio di amministrazione di OpenAI è impegnato in una complessa trattativa per diventare una società a scopo di lucro e si sta impegnando per determinare il prezzo della partecipazione di Microsoft nella start-up; inoltre sta trattando per valutare il suo nuovo ramo di beneficenza a 30 miliardi di dollari.
Il produttore di ChatGPT, che è supervisionato dal suo consiglio di amministrazione senza scopo di lucro, sta discutendo da settembre una ristrutturazione che dividerebbe la start-up in due. Il suo braccio senza scopo di lucro, incaricato di portare avanti la missione originaria di OpenAI di “portare benefici all’umanità”, verrebbe investito in una società di pubblica utilità (Public Benefit Corporation PBC) di nuova costituzione. Secondo indiscrezioni, un ostacolo alla conversione è stato la determinazione della quota di partecipazione del maggior finanziatore della start-up, Microsoft, nella PBC.
Devono essere chiarite anche altre considerazioni, come la quantità di azioni che l’amministratore delegato Sam Altman riceverà nella nuova società.
Sempre secondo indiscrezioni, il braccio no-profit potrebbe essere valutato circa 30 miliardi di dollari, ma il prezzo finale deve ancora essere determinato. La maggior parte di questo valore verrebbe realizzato sotto forma di azioni della PBC, mentre il resto verrebbe pagato in contanti. “Si tratta di un fenomeno nuovo, in cui le organizzazioni non profit hanno partecipazioni in società a scopo di lucro”, ha dichiarato Karla Dennis, amministratore delegato della società di consulenza fiscale KDA, aggiungendo che tali transazioni vengono solitamente pagate in contanti.
Una organizzazione no-profit senza precedenti per valutazione
Secondo OpenAI, la ristrutturazione creerà “una delle organizzazioni non profit con le migliori risorse della storia”. Ma alcuni, tra cui Elon Musk, sostengono che il vero valore dell’organizzazione non profit sia molto più alto, dato il suo attuale controllo su OpenAI, che è stata valutata 157 miliardi di dollari.
Il passaggio è stato progettato per consentire a OpenAI di raccogliere decine di miliardi di dollari in più dagli investitori, che la start-up considera essenziali per sviluppare modelli di intelligenza artificiale all’avanguardia prima dei rivali. Ma è anche una rottura importante rispetto alla fondazione di OpenAI come no-profit e una mossa molto complessa per la quale esistono pochi precedenti legali.
OpenAI ha concordato con gli investitori un limite di tempo di due anni per completare la conversione nell’ambito del suo ultimo round di finanziamento a settembre. Se il cambiamento non sarà completato entro la scadenza, gli investitori potranno recuperare parte dei 6,6 miliardi di dollari che hanno investito nella società.
Tra gli attuali stakeholder, il rapporto di Microsoft con OpenAI è il più delicato. Capire quanta partecipazione può avere Microsoft senza attirare l’attenzione dell’antitrust è un’altra parte cruciale dell’ostacolo alla conversione in PBC.
OpenAI e Microsoft hanno rifiutato di commentare.
Microsoft manterrà il diritto di prelazione
Il 21 gennaio Microsoft ha annunciato che avrebbe modificato la struttura del suo accordo con OpenAI per consentire alla start-up di utilizzare i servizi di cloud computing dei rivali. Ciò significa che Microsoft rinuncerà alla sua posizione di fornitore esclusivo di servizi cloud di OpenAI, ma manterrà il diritto di prelazione. Microsoft ha dichiarato che diversi “elementi chiave” della sua partnership con OpenAI rimarranno in vigore fino alla fine del 2030, quando si concluderà il loro attuale accordo, compresi gli accordi di condivisione dei ricavi.
OpenAI a scopo di lucro, le polemiche
La decisione di diventare un’azienda a scopo di lucro ha suscitato polemiche nella Silicon Valley, poiché la battaglia sul futuro di OpenAI è destinata a influenzare la corsa globale allo sviluppo e alla commercializzazione dell’AI generativa.
La proposta di transazione ha provocato un’azione legale da parte di Elon Musk, cofondatore di OpenAI, che ha chiesto un’ingiunzione contro la conversione, sostenendo che OpenAI ha ingannato i primi donatori, tra cui lui stesso, che pensavano di sostenere un gruppo di ricerca.
OpenAI è stata fondata come organizzazione non profit nel 2015. Nel 2019 ha sviluppato una filiale a scopo di lucro, che ha imposto un tetto ai rendimenti per gli investitori e ha dato al consiglio di amministrazione dell’organizzazione no-profit il pieno controllo sul ramo a scopo di lucro. Attualmente, il suo futuro finanziario è legato a sviluppi come il raggiungimento dell’intelligenza artificiale generale (AGI), un punto in cui la tecnologia ha livelli di intelligenza simili a quelli umani.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, le clausole relative all’intelligenza artificiale generale sono state escluse dalla nuova struttura. La complessa governance dell’azienda è stata messa sotto esame nel novembre 2023, quando il suo consiglio di amministrazione senza scopo di lucro ha estromesso Altman, per poi reintegrarlo poco dopo. Le persone vicine alle trattative sperano che la transazione possa essere completata quest’anno, ma hanno aggiunto che le conversazioni sono soggette a cambiamenti e probabilmente si protrarranno per alcuni mesi.
La decisione sul prezzo della conversione spetta al Cda di OpenAI
La complessità della determinazione del prezzo di una tecnologia così nascente e potente è un’altra questione. La decisione spetta al consiglio di amministrazione di OpenAI, che comprende Altman, l’ex capo di Salesforce Bret Taylor e l’ex segretario del Tesoro statunitense Lawrence Summers. Secondo lo statuto della start-up, essi devono il loro dovere principale “all’umanità, non agli investitori di OpenAI”.
“C’è un ovvio conflitto di interessi per il consiglio di amministrazione quando negozia [il valore della no-profit]. Ovviamente, il consiglio vuole pagare il minimo indispensabile”, ha dichiarato un ex dipendente di OpenAI. “Non sono nemmeno sicuro che un vero processo di trasparenza possa risolvere questo conflitto”.
Kathleen Jennings, procuratore generale del Delaware, dove OpenAI è registrata, ha chiesto maggiori informazioni sull’accordo. Jennings ha dichiarato che è sua responsabilità assicurarsi che la conversione avvenga a un prezzo equo e a beneficio del pubblico. Tuttavia, OpenAI non ha ancora fornito tali dettagli in quanto sono ancora in fase di definizione interna e con le parti interessate. “Non c’è un vero e proprio precedente”, ha dichiarato una persona a conoscenza delle delibere, ossia “una società di ricerca che ha raggiunto un valore di 157 miliardi di dollari”.
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