La classificazione ATECO (ATtività ECOnomiche) è il sistema ufficiale adottato dall’ISTAT per organizzare e categorizzare le attività economiche in Italia. È strettamente collegata alla classificazione europea NACE e alla versione internazionale ISIC, garantendo un linguaggio comune per descrivere le attività economiche su scala globale.
Dal 1° gennaio 2025, con l’introduzione della nuova classificazione ATECO 2025, questo sistema si evolve per rispondere meglio alle esigenze di un’economia sempre più digitale e sostenibile.
L’importanza pratica dell’ATECO
Il codice ATECO non è solo uno strumento statistico, ma un elemento essenziale per diversi aspetti fiscali, amministrativi e strategici. Stabilisce il regime fiscale applicabile e l’aliquota contributiva INPS. È fondamentale per aprire una partita IVA e gestire gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA). Inoltre, condiziona l’accesso a regimi agevolati, come il regime forfettario.
Per le aziende, l’ATECO indica i requisiti normativi e autorizzativi necessari per operare, facilita la partecipazione a gare pubbliche e consente di accedere a incentivi specifici o finanziamenti settoriali. Aiuta a definire il settore di riferimento, analizzare i competitor e condurre ricerche di mercato. Infine, è indispensabile per rispettare le normative sulla sicurezza sul lavoro.
L’importanza per i forfettari
Per i contribuenti in regime forfettario la classificazione ATECO è ancora più rilevante. Il codice identifica il coefficiente di redditività su cui si basa la tassazione e influisce direttamente sul calcolo delle imposte e dei contributi.
Inoltre, con una corretta classificazione una partita IVA forfettaria può beneficiare di agevolazioni mirate e di evitare sanzioni legate a errori di identificazione.
Con l’arrivo di ATECO 2025, questa classificazione diventa uno strumento ancora più sofisticato, che riflette non solo l’evoluzione economica ma anche la crescente necessità di trasparenza e precisione.
Perché ATECO 2025 è necessario
La nuova classificazione ATECO 2025, che entrerà ufficialmente in vigore dal 1° gennaio 2025, è il risultato di un lungo processo di revisione e adeguamento iniziato nel 2018 in ambito europeo con l’aggiornamento della NACE Rev. 2.1.
Questa iniziativa ha allineato la struttura della classificazione economica alle nuove realtà del mercato e alle innovazioni tecnologiche, e punta a migliorare la raccolta e l’analisi dei dati statistici e amministrativi.
Uno dei principali motivi della variazione è stato il bisogno di aggiornare le descrizioni e le gerarchie delle attività economiche, così da includere nuove professioni e settori emergenti. Ad esempio, la digitalizzazione, la sostenibilità e le energie rinnovabili hanno un peso crescente nell’economia globale: pensiamo alla professione dell’influencer, che fino a pochi anni fa non esisteva. La vecchia classificazione ATECO 2007 (ultimo aggiornamento nel 2022) non era più in grado di rappresentare efficacemente questa evoluzione.
Questa transizione, promossa dall’Istat in collaborazione con istituzioni come Unioncamere e l’Agenzia delle Entrate, è anche guidata dal principio di semplificazione amministrativa. Sarà infatti più facile per le imprese e i professionisti individuare il codice corretto, minimizzando gli errori burocratici e migliorando l’efficienza nei rapporti con la pubblica amministrazione.
Cosa cambia con ATECO 2025
Il cambiamento più significativo è il passaggio da un sistema orientato al metodo di svolgimento delle attività a un approccio focalizzato sul tipo di prodotto o servizio offerto.
In particolare, sono state introdotte nuove sezioni e sottocategorie per rappresentare meglio le attività economiche legate alla sostenibilità ambientale, alla digitalizzazione e alle energie rinnovabili. Ad esempio, la produzione di energia elettrica è stata suddivisa in due categorie:
- energia da fonti rinnovabili;
- energia da fonti non rinnovabili.
Un altro esempio significativo riguarda il commercio elettronico, che vede una suddivisione più dettagliata basata sul modello di business e sui prodotti venduti.
A livello pratico, le imprese e i professionisti avranno a disposizione una tabella di corrispondenza tra le vecchie e le nuove classificazioni, pubblicata nei primi mesi del 2025.
Codice ATECO 74.90.99
Il codice 74.90.99 (ATECO 2007) – “Altre attività professionali n.c.a.” era troppo ampio, includeva una vasta gamma di attività senza distinzione. In ATECO 2025 è stato suddiviso in sottocategorie più specifiche, come 74.91.00, per servizi di consulenza, marketing e altre professioni specialistiche.
Codice ATECO 86.90.29
I fisioterapisti erano classificati in un insieme generico di attività sanitarie (codice 86.90.29 in ATECO 2007). Con la classificazione 2025 otterranno un nuovo codice ATECO dedicato, 86.95.00, che identifica esclusivamente le attività di fisioterapia.
Codice ATECO 35.11.00
La produzione di energia elettrica era precedentemente unificata con codice 35.11.00. ATECO 2025 introduce una netta distinzione:
- 35.11.10: produzione da fonti non rinnovabili;
- 35.11.20: produzione da fonti rinnovabili.
L’e-commerce
Con ATECO 2025 la sezione G, e in particolare il commercio online, subisce una radicale revisione rispetto alla classificazione precedente. Le attività di e-commerce erano inquadrate in una categoria specifica, ma generale, basata sul canale di vendita online.
Ora, invece, si passa da una distinzione basata esclusivamente sul canale di vendita (online/offline) a un approccio che privilegia la tipologia di prodotto venduto e il modello di business. Scelta che riflette una visione moderna del mercato, in cui il digitale è considerato una componente integrata e trasversale delle attività commerciali piuttosto che un settore separato.
La classificazione tiene conto non solo del prodotto, ma anche del ruolo specifico svolto, che può spaziare dalla vendita diretta all’intermediazione (es. dropshipping).
Esempio
L’analisi dei codici ATECO 2025 per il commercio elettronico di abbigliamento e prodotti alimentari fornisce una panoramica dettagliata sull’inquadramento normativo e sulle classificazioni applicabili a queste attività.
Per il commercio elettronico di abbigliamento, i codici ATECO primari individuati sono:
- 47.71.30: commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento, compresi abbigliamento sportivo e biancheria intima;
- 47.71.50: commercio al dettaglio di accessori per l’abbigliamento.
In aggiunta, il codice secondario 47.12.50 riguarda il commercio al dettaglio non specializzato con prevalenza di articoli di abbigliamento e calzature.
Per il commercio elettronico di prodotti alimentari, i codici ATECO primari più rilevanti sono:
- 47.21.01: commercio al dettaglio di frutta e verdura fresche.
- 47.22.00: commercio al dettaglio di carne e prodotti a base di carne.
- 47.29.00: commercio al dettaglio di altri prodotti alimentari in negozi specializzati.
A questi si affianca il codice secondario 47.2, che comprende il commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacchi.
La classificazione ATECO 2025 non prevede una distinzione specifica tra attività svolte con modalità digitali, come l’e-commerce, e quelle tradizionali. I codici restano invariati e si basano sulla tipologia di prodotto venduto, indipendentemente dal canale di distribuzione.
Per il commercio elettronico di abbigliamento, i codici ATECO 2025 più adatti sono 47.71.30 e 47.71.50, con il codice secondario 47.12.50. Per il commercio elettronico di prodotti alimentari, i codici appropriati sono 47.21.01, 47.22.00, 47.29.00, con il codice secondario 47.2.
Codice ATECO 2025 e startup innovative
Anche per le startup innovative il codice ATECO è un elemento strategico per posizionarsi nel mercato e accedere a opportunità specifiche. Le startup innovative godono di vantaggi normativi e fiscali previsti dal Decreto Crescita 2.0 e da normative successive, che spesso richiedono una corretta identificazione tramite codice ATECO. Ad esempio:
- incentivi fiscali per investimenti in capitale: il codice ATECO consente di dimostrare l’appartenenza a settori innovativi;
- fondi e bandi dedicati: il partecipazione a iniziative pubbliche e private, come il Fondo Nazionale Innovazione, richiede spesso che l’attività sia chiaramente definita attraverso un codice ATECO compatibile con l’innovazione tecnologica.
Esempi di codici ATECO
La versione 2025 dei codici ATECO è più dettagliata e questo facilita l’individuazione di classificazioni specifiche. La scelta del codice primario deve riflettere l’attività principale della startup, mentre i codici secondari possono ampliare il perimetro operativo.
Per una startup tecnologica appena creata, ad esempio, alcuni codici ATECO 2025 appropriati potrebbero essere:
- 82.9: Servizi di supporto alle imprese n.c.a.
- 63.92.00: Altre attività dei servizi di informazione
- 63.1: Infrastrutture informatiche e hosting
- 84.13: Regolamentazione delle attività economiche
Per una startup innovativa che sviluppa piattaforme online, invece, i codici più adatti sono:
- 62.90.09: ideale per servizi IT avanzati.;
- 63.10.29: Perfetto per attività di elaborazione dati.
- 63.92.00: Adatto a piattaforme e servizi informativi.
Come codici ATECO secondari possono andare bene:
- 62.20: Per attività di consulenza informatica.
- 72.20.09: Per startup impegnate in ricerca e sviluppo.
Parlare con commercialisti esperti in startup innovative può aiutarti a fare la scelta del codice ATECO più corretta e far partire l’attività nel migliore dei modi. Hai bisogno di una consulenza per il tuo progetto?
Nuovi codici ATECO: cosa cambia per chi ha la partita IVA?
Fino al 1 aprile 2025 imprenditori e autonomi che hanno già un partita IVA attiva non dovranno fare nulla. Successivamente, anche loro potranno consultare i nuovi codici ATECO e verificare se sono più idonei alla propria attività.
A questo punto sarà possibile scegliere di modificare il codice ATECO, aggiungendo o sostituendo i nuovi a quelli scelti precedentemente. Ricordiamo che chi lavora in autonomia è obbligato a sceglierne almeno uno per la propria attività, ma può anche decidere di aggiungere un altro codice ATECO in un momento successivo.
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