Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
#finsubito
#finsubito video
Agevolazioni
Asta
Bandi
Costi
Eventi
Informazione
manifestazione
Sport
Vendita immobile

Prestito personale

Delibera veloce

annunciato un vasto progetto di tutela ambientale


Il Green Corridor Kivu-Kinshasa, parte del programma europeo Global Gateway, non fa i conti con il conflitto in corso nell’est

23 Gennaio 2025

Articolo di Redazione

Tempo di lettura 4 minuti

Un vasto progetto di conservazione per la salvaguardia delle foreste del bacino del Congo, il secondo polmone verde del pianeta minacciato dalla crescente crisi climatica e dalla massiccia deforestazione.

Prestito personale

Delibera veloce

È quanto ha annunciato ieri al World Economic Forum di Davos il presidente della Repubblica democratica del Congo Félix Tshisekedi, descrivendo la creazione della più grande riserva di foresta tropicale protetta del mondo.

Un progetto, ha spiegato, che «mira a proteggere alcune delle foreste tropicali primarie più intatte del pianeta, preservando al contempo una straordinaria biodiversità e specie endemiche di animali selvatici, tra cui gli iconici gorilla di montagna, l’esclusivo Okapi e una moltitudine di altre specie vegetali e animali uniche nel bacino del Congo».

Ma che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe avere anche rilevanti risvolti economici e sociali. «Questo progetto – ha aggiunto infatti Tshisekedi – migliorerà direttamente la vita di oltre 31 milioni di persone, proteggerà quasi 108mila chilometri quadrati di foreste incontaminate e creerà oltre 500mila posti di lavoro, di cui almeno 20mila destinati a giovani uomini e donne smobilitati dai gruppi armati». 

La riserva, denominata Green Corridor Kivu-Kinshasa, si estenderà da est a ovest «collegando il Parco nazionale di Virunga, nell’estremo oriente, le vaste foreste dell’Ituri e il fiume Congo, da Kisangani a Kinshasa», ha precisato il capo di Stato, «ponendo le basi per un nuovo futuro per il popolo congolese, caratterizzato da unità, stabilità e prosperità».

In realtà la creazione della vasta riserva naturale è solo una parte – quella green – di un più vasto progetto di collegamento infrastrutturale.

Programma ambientale o infrastrutturale?

Più chiaro è stato il Commissario europeo per i partenariati internazionali Jozef Síkela, per il quale «il Green Corridor è più di una semplice infrastruttura di trasporto. È un’ancora di salvezza per la trasformazione economica verde nella Repubblica democratica del Congo».

Il progetto è sostenuto dall’Unione Europea nell’ambito del controverso programma Global Gateway, lanciato dalla presidente dell’UE Ursula von der Leyen nel 2021, che nella Rd Congo mira a stabilire un corridoio di 2.600 km che collega il settore orientale a Kinshasa e alla costa atlantica.

Gestione Bed & Breakfasts

Finanziamenti Bed & Breakfasts

Tre gli obiettivi strategici di sviluppo a lungo termine dichiarati: migliorare la connettività collegando est e ovest per facilitare il trasporto di materie prime; rafforzare le catene del valore agricolo sostenendo i piccoli produttori locali e la trasformazione agroecologica, e proteggere la biodiversità e i diritti umani attraverso una governance migliorata.

Una volta operativo il Corridoio Verde faciliterà il trasporto annuale di 1 milione di tonnellate di prodotti agricoli dalla turbolenta regione del Kivu a Kinshasa e viceversa.

Il programma di sostegno prevede investimenti per oltre 78,6 milioni di euro, che si sommano a circa 1 miliardo di euro già stanziati nell’ultimo decennio dall’UE e da cinque Stati membri attivi nel paese: Belgio, Germania, Francia, Paesi Bassi e Svezia.

Dal punto di vista ambientale, il Green Corridor sfrutterà gli investimenti esistenti in tre zone già interessate dal programma europeo di conservazione NaturAfrica. Un programma controverso, già contestato dalle organizzazioni per la difesa dei diritti delle minoranze e dei popoli indigeni, in quanto in parte basato sul commercio dei crediti di carbonio.

Si tratta della zona del Virunga a est, quella di Yangambi alla periferia di Kisangani e, più a valle, quella di Salonga/Mbandaka, verso Kinshasa.

Incognita M23

Ma è soprattutto nell’est che si concentrano le maggiori criticità del progetto annunciato da Tshisekedi. La regione del Kivu è infatti teatro da decenni di un conflitto che coinvolge l’esercito congolese, milizie locali e centinaia di gruppi armati, interessati allo sfruttamento delle vaste risorse ambientali e minerarie.

Il più attivo è l’M23, milizia sostenuta militarmente dal vicino Rwanda che ha occupato alcune importanti zone minerarie e strategiche del Nord Kivu.

Tra queste anche il Parco nazionale Virunga, sito patrimonio mondiale dell’UNESCO in pericolo, dal 2023 interamente controllato proprio dall’M23 che si è sostituito alle ecoguardie dell’Istituto congolese per la conservazione della natura (ICCN), custodi, tra l’altro, degli ultimi esemplari al mondo di gorilla di montagna.

Complessivamente il complesso ecosistema forestale del bacino del fiume Congo si estende su 550mila km², il 60% dei quali si trova nella Rd Congo. Il resto si espande tra Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale e Gabon. 285mila km² sono di foresta primaria e 60mila km² di torbiere intatte.

Condividi questo articolo





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Prestito personale

Delibera veloce

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro