Siamo entrati nella nuova era delle attività di emergenza-urgenza. Da oggi, martedì 21 gennaio, è entrato ufficialmente in vigore il numero unico europeo 112 anche nel territorio provinciale di Piacenza. Ma cosa cambia effettivamente? Per i cittadini poco, soprattutto in questa prima fase nella quale il 112 non andrà a sostituire i numeri di emergenza nazionali esistenti (112, 113, 115, 118 e 1530), ma li integrerà, con l’intento di migliorare il supporto offerto alla popolazione.
Numero unico europeo, tutte le novitÀ
“Il numero unico europeo ci aiuterà ad accorciare i tempi di risposta, scendendo sotto i tre secondi, porta con sé anche la geolocalizzazione automatica del chiamante che soprattutto per gli operatori sanitari risulta fondamentale e offre in diretta, con il multilingua, la possibilità di interagire in differenti lingue” spiega Stefano Nani, dirigente delle professioni sanitarie per l‘Area Emergenza territoriale 118.
Da Vernasca via agli incontri con la cittadinanza
Come ogni grande cambiamento però va spiegato e compreso. I professionisti della sanità piacentina incontreranno quindi i cittadini attraverso una serie di appuntamenti offrendo spiegazioni e rispondendo a eventuali dubbi. Si parte da Vernasca il 30 gennaio, poi Lugagnano, Morfasso e Fiorenzuola. Si tratta solo di un primo ciclo che in seguito verrà esportato in tutta la provincia.
“Nel 2024 a Fiorenzuola è stato aperto il Centro di assistenza e urgenza (Cau) e viene attivato da oggi il numero unico europeo 112 – sottolinea Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza -. Sono innovazioni importanti, che vanno spiegate alla cittadinanza, perché possa conoscerle e utilizzare al meglio i servizi. Per questo abbiamo progettato e organizzato questi appuntamenti informativi insieme alle amministrazioni comunali, direttamente nei territori. In particolare, per quanto riguarda il numero unico europeo 112, l’attivazione in Emilia-Romagna ha visto una collaborazione stretta tra tutte le istituzioni coinvolte. Si tratta di un salto di qualità, che migliora la velocità e la precisione della risposta agli utenti e facilita il lavoro degli operatori, liberandoli dal compito di rispondere alle chiamate improprie che spesso congestionano le centrali operative”.
“Andremo in quattro Comuni – evidenzia Enrica Rossi, direttore dell’Emergenza territoriale – anche per ribadire com’è organizzata la nostra rete territoriale dei servizi. È fondamentale fare informazione, soprattutto per le patologie tempo-dipendenti (infarto, ictus cerebrale) perché la cittadinanza sia consapevole di come sono organizzati i percorsi e di quanto sia importante attivare subito i professionisti del soccorso”.
La voce dei sindaci: “servono informazioni corrette”
“Abbiamo ricevuto diverse richieste di informazioni, le abbiamo riportate all’Ausl ed eccoci qui a presentare questa serie di incontri” la soddisfazione del sindaco di Vernasca Gian Luigi Molinari. “Si tratta di uno sforzo utile per rassicurare la popolazione – sottolinea l’assessora Alessandra Gatti, in rappresentanza del Comune di Lugagnano -. Spero sia anche l’occasione per poter coinvolger più cittadini nelle associaizioni di volontariato che si occupano di servizi sanitari”. “La mancanza di comunicazione provoca emergenze che non esistono – rimarca Paolo Calestani, primo cittadino di Morfasso -. La montagna necessita di presidi sanitari e la nostra gente non deve sentirsi abbandonata quindi ben vengano questi incontri capaci di limare le distanze“. Per il sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi “i cambiamenti preoccupano il cittadino comune ecco perché è così importante fare informazione”. Del suo stesso avviso Romina Sirosi, assessora a Castell’Arquato: ” Noi siamo sicuri che il nostro sistema sanitario sia un’eccellenza, ma il cittadino spesso ha una percezione differente. Per questo è importante fornire informazioni utili”.
distretto di levante: “Cittadini protagonisti”
“Si è deciso di partire con questi incontri, in collaborazione con Anpas e Croce rossa – sottolinea il direttore del distretto di Levante Evelina Cattadori – proprio dalle aree rurali, dove la bassa densità abitativa, i lunghi tempi di trasporto verso i luoghi di cura e la necessità di funzioni avanzate richiedono più attenzione. L’intento, andando nei singoli Comuni, è di poter instaurare un dialogo con i cittadini, offrendo loro spiegazioni e confortandoli su eventuali dubbi.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link