Costi di gestione, investimenti effettuati in estate e risultati ottenuti: la Lazio, con i suoi criteri di sostenibilità e i trentanove punti conquistati, è il modello più virtuoso del campionato. Un rendimento sorprendente, in rapporto ai rischi d’impresa e alle risorse di una squadra da 275,10 milioni, settima per valore economico nelle quotazioni di Transfermarkt. Nonostante il percorso incerto dell’ultimo mese e un mercato di gennaio condizionato dall’indice di liquidità, il gruppo di Baroni è quarto in serie A e primo in Europa League: diciotto vittorie e quattro pareggi in ventotto partite, nove successi in trasferta, 54 gol realizzati. A Verona ha ritrovato la strada maestra con la formula del doppio centravanti e il suo calcio libero: movimento, dinamismo, ruoli flessibili, velocità di pensiero, pressing e recupero alto del pallone.
Lazio, a Verona la ripartenza
L’appuntamento al Bentegodi rappresentava un incrocio. Serviva una risposta. Pesavano gli otto punti raccolti nelle precedenti sette giornate. Domenica sera la Lazio ha recuperato credibilità, rilanciando la sua candidatura nella corsa alla qualificazione in Champions. Ha riscoperto la bellezza e la spontaneità del suo gioco. La flessione non era nata da un problema di tenuta atletica, ma da una combinazione di infortuni e squalifiche. Un’emergenza che ha certificato, ancora una volta, la povertà di alternative. Soprattutto a centrocampo, anche se il direttore Fabiani sostiene che il reparto “sia difficilmente migliorabile”.
I meriti di Baroni
Baroni ha dimostrato a Formello la capacità di relazionarsi con un ambiente che aveva assistito in pochi mesi alle dimissioni di Sarri e Tudor. Ha portato equilibrio e serietà. È abituato a costruire, a cercare soluzioni, a trovare rimedi: il reintegro di Hysaj è stata un’altra intuizione. La Lazio ha recuperato a Verona diversi titolari e la sua identità. Boulaye Dia è una chiave fondamentale, da falso trequartista fa la differenza. Diciassette tiri e sei gol in campionato. Caratteristiche che si sposano con quelle di Castellanos. Guendouzi e Rovella cambiano abito in base alle esigenze: mediani, registi, incursori. Gila è la figura dominante della difesa. Tavares era stato bocciato dall’Arsenal: ora lo segue il Chelsea. Zaccagni ha capito l’importanza di una fascia da capitano: maturità nei comportamenti e nel 4-2-3-1, che rimane una fonte di certezze per la Lazio. I dibattiti sul modulo stavano generando equivoci, erano emersi dopo la pesante sconfitta con l’Inter. Anche il presidente Lotito, che evita di solito riferimenti alle questioni tattiche, non aveva nascosto le perplessità sulla decisione di affrontare i campioni d’Italia senza ricorrere al 4-3-3 e all’impiego di un centrocampista in più.
Ibrahimovic è fin qui l’unico colpo di gennaio
Baroni ha consegnato finora al presidente un ottimo girone d’andata, il primo posto in Europa League e ha eliminato il Napoli negli ottavi di Coppa Italia. Ma ora la Lazio meriterebbe di essere potenziata. Il tecnico sta incontrando gli stessi ostacoli che avevano conosciuto a Formello i suoi predecessori Pioli, Inzaghi e Sarri. Nei passaggi cruciali di una stagione è mancato spesso il coraggio di investire. L’indice di liquidità è diventato da tempo un argomento fisso nelle riflessioni della Lazio e dei suoi tifosi. Mancano due settimane alla fine del mercato. Fabiani ha preso solo Arijon Ibrahimovic, un talento di diciannove anni cresciuto nel Bayern: si aggiunge a Zaccagni, Pedro, Isaksen, Noslin e Tchaouna. Ala o trequartista, è arrivato in prestito con diritto di riscatto: l’unica formula che può consentire al club biancoceleste di chiudere una trattativa in questo periodo.
L’indice di liquidità e la caccia a un centrocampista
L’ipotesi di un aumento di capitale non è stata mai valutata. Lotito non rinnega il principio dell’autofinanziamento. Baroni aspetta: non chiede, non bussa alla porta, non esce dal suo perimetro di competenza. L’acquisto di un centrocampista dovrebbe costituire una priorità. Castrovilli non ingrana, è una presenza astratta. Da novembre ha giocato nove minuti con l’Inter, sei con l’Atalanta e sei con il Verona. Casadei, Fazzini e Belahyane sono obiettivi che restano sul tavolo. Per sbloccare uno di questi affari è necessario che Chelsea, Empoli e Verona accettino i parametri di Lotito. Completare la Lazio non può essere una scelta di contorno: da last minute. Rischia di avere un riflesso sulle ambizioni in campionato, in Europa League e in Coppa Italia. L’importante è che a maggio il lavoro di Baroni venga giudicato senza sbagliare addizioni e sottrazioni. Ricordando cosa gli è stato garantito oppure negato.
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