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i primi frutti del Pnrr


Un passo avanti da oltre 12 milioni di euro, 352 colonnine e un totale di 700 punti di ricarica ultraveloce per la mobilità sostenibile italiana. È il progetto 2025 di Electra che, grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr per l’elettrificazione dei trasporti, si prepara a installare una fitta rete di colonnine in diverse aree del paese. Le regioni maggiormente interessate sono Emilia-Romagna, Lombardia e Lazio. Ma non mancano le stazioni al Sud, dove la regione più coinvolta è la Sicilia.

Punti di ricarica ultraveloce per favorire la mobilità elettrica

I fondi destinati al progetto si suddividono in 9,3 milioni di euro per 196 colonnine ad altissima potenza nelle strade extraurbane e 2,8 milioni di euro per altre 156 stazioni da installare sulle strade urbane. Per un totale, appunto, di 352 nuove infrastrutture. Obiettivo, incrementare del 20% il numero di punti di ricarica ultraveloce attualmente presenti, accelerando di fatto la crescita della mobilità elettrica.

“Siamo di fronte a un passo fondamentale per supportare la transizione verso una mobilità sostenibile – spiega Eugenio Sapora, general manager di Electra Italia -. Tuttavia, i tempi sono estremamente stretti. Per rispettare la scadenza del 31 dicembre 2025, e sfruttare appieno i fondi assegnati, è essenziale che ogni attore coinvolto, dai fornitori di energia alle autorità comunali, lavori in modo tempestivo ed efficace. E proprio su questo aspetto dobbiamo concentrarci: per facilitare la diffusione dell’auto elettrica, la priorità deve essere costruire un’infrastruttura capillare, capace di rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese”.

Come funzionano gli hub supercharger

Gli hub supercharger di Electra sono pensati per offrire esperienze di ricarica pratiche ed efficienti. Situati in luoghi ad alta frequentazione, come parcheggi pubblici e privati di supermercati, centri commerciali, catene alberghiere, ristoranti e autogrill, permettono ai conducenti di auto elettriche di ottimizzare il tempo di ricarica. Combinandola con attività quotidiane come shopping o pausa pranzo. Ogni stazione è alimentata al 100% da energia rinnovabile e accessibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Un’app per smartphone consente poi di localizzare e prenotare la colonnina di ricarica in anticipo, stimando tempi e costi ed evitando attese.

La localizzazione geografica delle colonnine

Attualmente, Electra ha attivato 23 hub di ricarica, con 16 cantieri in corso e 18 pianificati per il primo trimestre 2025. Inoltre, ha contrattualizzato più di 120 siti su cui verranno realizzate future stazioni, concentrandosi sulle zone con la più alta densità di traffico.

A livello regionale la distribuzione delle colonnine è così pianificata:

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  • 76 in Emilia-Romagna,
  • 71 in Lombardia,
  • 42 nel Lazio,
  • 36 in Piemonte,
  • 33 in Veneto,
  • 19 in Liguria,
  • 18 in Toscana.

Ma il progetto di punti di ricarica ultraveloce si estende anche al Centro e al Sud per rafforzare le aree sguarnite. Se ne contano infatti 21 in Sicilia, 9 in Campania, 7 per Abruzzo, Marche e Puglia, 3 in Umbria. Infine, il piano di Electra prevede 3 infrastrutture in Trentino-Alto Adige.

Tempistiche e criticità del bando Pnrr

Nel complesso, spiegano i vertici di Electra, l’adesione al bando è stata inferiore alle aspettative. Dei 640 milioni di euro stanziati per le infrastrutture di ricarica, suddivisi tra 360 milioni per le stazioni extraurbane e 279 milioni per quelle urbane, solo 96 milioni hanno trovato assegnazione. Tradotto, circa 3.800 nuove colonnine di ricarica, ben lontane dalle oltre 18.000 preventivate.

“L’attivazione delle infrastrutture fissata per dicembre 2025 potrebbe aver disincentivato molte imprese ad aderire al bando. Inoltre, la riapertura inaspettata ha colto di sorpresa diverse aziende, che non sono riuscite a organizzarsi in tempo – aggiunge Sapora -. Il Pnrr pone criteri specifici e un quorum minimo di infrastrutture di ricarica necessari per beneficiare dei fondi, a fronte di un tasso di finanziamento non sempre sufficientemente elevato per rendere attrattivo l’investimento, soprattutto nelle aree più isolate e con meno veicoli elettrici circolanti”. Elementi che, in generale, rappresentano ulteriori ostacoli alla piena realizzazione dei progetti di mobilità sostenibile del Pnrr.



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