Se di mezzo non ci fosse una vita umana, diremmo che UnitedHealth è risultata essere cornuta e mazziata. La compagnia di assicurazioni in campo medico ha subito un grave lutto il 4 dicembre scorso. Il suo CEO, Brian Thompson, è stato barbaramente ucciso per strada a New York a soli 50 anni, mentre si recava al lavoro. Quel giorno avrebbe dovuto tenere una call finanziaria con gli investitori. E’ stato raggiunto da tre proiettili, che lo hanno colpito mortalmente due alla schiena e uno alle gambe.
Lascia una moglie e due figli.
CEO di UnitedHealth ucciso da Luigi Mangione
Pensereste che l’assassinio abbia commosso gli americani, ma in gran parte non è stato così. Il suo presunto omicida Luigi Mangione, un ingegnere benestante di origini italiane, è stato arrestato a soli 26 anni e sui social è diventato una star. Milioni e milioni di cittadini lo ritengono un “eroe”, perché avrebbe avuto il merito di lottare contro le odiate assicurazioni mediche. Nello specifico, UnitedHealth sotto Thompson avrebbe rifiutato i rimborsi a molti clienti, alcuni dei quali dichiarano di essere andati sul lastrico per questa decisione.
Sistema sanitario USA
Negli Stati Uniti la sanità pubblica esiste, ma non è per tutti. L’accesso è limitato ai pensionati (Medicare) e ai bisognosi (Medicaid), nonché ai militari, veterani compresi. Tutti gli altri devono coprirsi ricorrendo alle assicurazioni sanitarie private e il costo medio è elevatissimo: oltre 14.000 dollari per ciascun assicurato. La prima economia mondiale spende più del 17% del Pil per la sanità, una cifra circa doppia rispetto alle altre economie avanzate. Gli stessi programmi di assistenza pubblica destinano risorse incommensurabilmente più elevate di qualsiasi altra nazione al mondo, salvo coprire non più di un quarto della popolazione.
Questi numeri ci fanno capire perché UnitedHealth, anziché essere oggetto di cordoglio, è rimasta vittima in tutti i sensi dell’omicidio. Da quando ha perso il CEO, in borsa perde più di 100 miliardi di dollari.
Un crollo di quasi il 20% in appena un mese e mezzo. Giovedì scorso, il colosso ha presentato i conti dell’ultimo trimestre del 2024. Più di 100 miliardi di fatturato, che porta a 400,3 miliardi il dato annuale. Ma i profitti dell’esercizio sono scesi a 14,4 miliardi, dato minimo dal 2019. Tuttavia, al netto degli ingenti costi legati alla protezione informatica dopo un gigantesco cyberattacco, i profitti risultano avere segnato il dato record dei 25,7 milioni.
Big Pharma teme Trump
Eppure, la borsa ha ceduto il 6% in quella seduta. Gli analisti e gli investitori vedono fosco per due ragioni. La prima è che l’amministrazione Trump non sembra amichevole con Big Pharma. Alla sanità ci sarà Robert Kennedy, noto per le sue posizioni ostili all’industria dei farmaci. E lo stesso presidente ha messo nel mirino Optum Rx, uno dei tre colossi dei farmaci che fungono da intermediari tra compagnie e clienti e accusati di fare la cresta sui prezzi. Il comparto farmaceutico a Wall Street perde il 16% dai massimi di fine agosto. Non a caso, da quando la vittoria di Trump è sembrata chiara.
E sempre nell’ultimo trimestre dell’anno, UnitedHealth ha registrato un rapporto tra spese mediche e polizze dell’86-87%, sopra i livelli di mercato che variano tra l’82% e l’85%. Il nuovo CEO, Andrew Witty, numeri alla mano ha negato che la compagnia abbia negato i rimborsi a un numero consistente di clienti. Il tasso di non approvazione sarebbe rimasto nell’ordine dell’1% e perlopiù legato a formalità. Ma ha anche ammesso che i prezzi siano troppo alti, scaricando la responsabilità sugli ospedali. Questi emetterebbero, a suo dire, fatture eccessive e spingendo le compagnie a caricarle sulle polizze. Ha altresì richiesto lo snellimento delle procedure per ottenere i rimborsi.
UnitedHealth paga l’odio social in borsa
In borsa UnitedHealth valeva meno di 470 miliardi poco prima del giuramento di Trump, in calo di 105 miliardi dal giorno dell’omicidio del CEO.
Il titolo si acquistava per quasi 510 dollari contro i 608 di un mese e mezzo prima. Mangione con ogni probabilità sarà dichiarato colpevole al processo, ma lo stesso fatto che gran parte dell’America lo celebri apertamente sui social, fa capire quanto il problema della sanità sia enorme negli States. E la simpatia per il presunto assassino è trasversale. Le sue idee di giustizia lo hanno reso celebre a sinistra, specie nei campus universitari. Ma egli è imparentato con un politico illustre del Partito Repubblicano e risulta essere un simpatizzante di Trump, parte di quel popolo MAGA che ha ridefinito i contorni della geografia politica americana. Destra o sinistra, poco importa. L’odio per le compagnie è trasversale e si riflette persino in borsa.
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