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Energia, gas e cibo, in arrivo una stangata

Il caro bolletta tra gas ed energia rischia di appesantire ulteriormente i bilanci familiari: secondo Nomisma Energia si parla di una stangata da 300 euro in più all’anno


Più di un italiano su tre si metterà a dieta dopo i vizi a tavola di queste festività, secondo un’indagine di Coldiretti/Ixè. Ma a ridurre le portate in tavola potrebbe essere non solo la necessità di riprendere la linea, dopo la scorpacciata di panettoni, pandori, dolci, cotechini, frutta secca e oltre 104 milioni di bottiglie di spumante (bilancio Coldiretti), ma anche quella di stringere la cinghia per il caro-bollette.

Il 2025 infatti ha portato in dono un aumento dei prezzi del gas e dunque in questi primi giorni dell’anno si stanno facendo i conti della possibile stangata. Secondo Nomisma Energia si potrebbero superare i 300 euro annui in più a famiglia. E il Codacons già prima che esplodesse il “caso bollette” aveva valutato con le nuove tariffe del gas per gli utenti vulnerabili annunciate da Arera prima di Natale una spesa annua maggiorata di 59 euro a famiglia, nell’ipotesi di prezzi costanti.

SALGONO I PREZZI DEL GAS, CRESCONO I TIMORI PER UNA STANGATA

Ma in questi ultimi giorni i listini invece hanno mostrato segnali di rialzo anche se ieri, a inizio seduta ad Amsterdam, le quotazioni si sono attestate a 49,15 euro al megawattora in flessione dello 0,8%. Ma pur se non ai livelli del 2022 l’allarme comunque è scattato e sempre il Codacons ha valutato che rispetto al 2021 i prezzi sono più alti del 26% con un aggravio di 279 euro a nucleo familiare. E soprattutto con ulteriori peggioramenti in vista. L’aumento della bolletta energetica non incide pesantemente solo sui bilanci delle famiglie, ma impatta sulle imprese che con un aumento dei costi sarebbero costrette a scaricare a valle i “ritocchi”.

Secondo l’Ufficio studi di Unimpresa il rincaro del prezzo del gas, già evidente nei primi giorni del 2025, potrebbe costare alle piccole e medie imprese italiane circa 1,6 miliardi di euro in costi aggiuntivi. Con un prezzo medio del gas stimato intorno ai 50 euro per Megawatt all’ora per l’anno in corso, in aumento rispetto ai 35 registrati nel 2024, le pmi del nostro Paese – rileva Unimpresa – si troveranno ad affrontare un aggravio significativo: il consumo totale di gas delle piccole e medie imprese italiane è pari a circa 10 miliardi di metri cubi annui, equivalenti a 105 Terawatt per ora.

L’aumento di 15 euro rispetto allo scorso anno comporta, pertanto, un costo aggiuntivo complessivo di 1,575 miliardi. Con un ulteriore peso sui bilanci familiari. E ipoteche sulla ripresa dei consumi ritenuta strategica anche per rivitalizzare il sistema industriale.
Un settore sul quale l’allerta è alta è l’agroalimentare. Tra produzione agricola, trasformazione e distribuzione il settore infatti assorbe oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali, secondo un’analisi della Coldiretti. La ricaduta dell’impennata del 2022 è stata pesante sia sui conti delle aziende agricole e zootecniche che su quelli delle famiglie.

I RISCHI SULL’AGROALIMENTARE

L’agroalimentare, che è stato protagonista delle festività che si sono concluse con l’Epifania, ha già pagato un tributo al caro energia. Che si è aggiunto all’altro salasso provocato dall’andamento climatico con danni stimati in 9 miliardi. Un aggravio dei costi aziendali sarebbe davvero difficile da tollerare sia per gli agricoltori che non hanno la possibilità di scaricare automaticamente i maggiori costi, ma come ormai da copione sono costretti ad assorbirli riducendo così i loro redditi, sia per i consumatori. Senza dimenticare che i produttori agricoli sono colpiti anche come consumatori.

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Già prima di questa nuova scossa Assoutenti aveva denunciato i rialzi dei prezzi alimentari prima delle feste in media del 2,8% con punte del +3,8% per i beni alimentari non lavorati. L’associazione aveva denunciato “incrementi abnormi” per alcuni generi di largo consumo come il burro, con un’impennata del 20%, o l’olio d’oliva rincarato di quasi il 10% e ancora, la verdura fresca a +10,9% con punte del 23,7% per i pomodori e dell’11,2% per l’insalata. Più cari anche cioccolato (+8,5%) e caffe (+13,3%).

TRA GAS, ENERGIA, CIBO E I TIMORI DI UNA STANGATA SI PROSPETTANO TEMPI DURI

Insomma si prospettano tempi duri. D’altra parte come ha anche evidenziato l’Arera l’aumento delle bollette è fortemente condizionato dalle tensioni geopolitiche. Inoltre un inverno che si sta presentando più freddo rispetto a quelli degli anni precedenti, favorisce una maggiore richiesta di energia. Il gas poi, nonostante gli investimenti in energie rinnovabili, resta la principale fonte energetica utilizzata nel nostro Paese.

Il quadro stilato dall’Osservatorio nazionale di Federconsumatori non è perciò tranquillizzante: l’aggravio stimato a famiglia è di 912,20 euro annui. E addirittura la tradizionale calza della Befana è stata più “preziosa” (+17% il prezzo di quelle già pronte), con cioccolatini e tavolette di cioccolata e merendine più care del 13%, così come caramelle e gomme da masticare (rispettivamente +4 e +8%). E anche il carbone non è stato da meno con +7%. Ai rincari energetici e alimentari l’associazione ne aggiunge altri ugualmente rilevanti per i bilanci familiari, dalle assicurazioni alla scuola. Una stangata in arrivo che, secondo Federconsumatori “si abbatterà su una situazione già compromessa dai continui rincari registrati negli ultimi anni che hanno determinato modifiche nelle abitudini e rinunce”.

LE RICHIESTE AL GOVERNO PER ATTIVARE UNA SERIE DI MISURE CONTRO IL CARO-PREZZI

Da qui un pacchetto di richieste rilanciate al Governo, dalla rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo che comporterebbe un risparmio di 531 annui, alla riforma degli oneri di sistema sui beni energetici fino alla creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e alimentare. In realtà su quest’ultimo capitolo il Governo con la Legge di Bilancio 2025 è intervenuto rifinanziando la “Carta dedicata a te” con 500 milioni che prevede un sostegno per l’acquisto di prodotti alimentari e di prima necessità per i nuclei con Isee inferiore a 15mila euro e il Fondo indigenti del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare con un budget di 50 milioni.

Tante ombre dunque, ma non mancano luci in questo nuovo anno. Il turismo, per esempio, ha chiuso un anno d’oro. Secondo un primo bilancio della Confesercenti il giro d’affari del 2024 dovrebbe attestarsi a 458,5 milioni di presenze in aumento del 2,5% sul 2023. Nonostante qualche segnale di rallentamento “il sistema turistico italiano – ha evidenziato l’indagine di Assoturismo/Confesercenti – ha dimostrato una buona capacità di tenuta, sostenuto principalmente dalla componente straniera che ha fatto registrato una tendenza ininterrotta di crescita per la maggior parte dell’anno”.

IL QUADRO ECONOMICO PER IL 2025

E per il 2025, nonostante il quadro economico incerto e le tensioni geopolitiche, la vacanza ha già mostrato in questo primo scorcio di tenere bene anche se il 62% degli intervistati su un campione di 1.225 imprenditori della ricettività, ha previsto per la prima parte dell’anno un andamento stabile. Invece, le aspettative del 15,1% del campione sono di un aumento della domanda, contro il 22,8% che prevede una leggera contrazione del mercato. Per Cna Turismo e Commercio l’anno dei ponti, come è stato definito il 2025, è partito “con il turbo”.

Da un’indagine presso i propri associati il movimento economico complessivo tra il 3 e 6 gennaio è stato stimato di oltre 3 miliardi. A fare la parte del leone le località di montagna, ma anche città e borghi d’arte e ancora centri termali e agriturismi che, secondo i dati di Campagna Amica e Terranostra, a Capodanno hanno registrato un netto incremento rispetto al 2024 grazie al traino della buona tavola e alle esperienze innovative che la vacanza in campagna offre.


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