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Tra Hands, Nino, e Alviti spunta l’orgoglio di Alex Tyus



AKOBUNDU-EHIOGU 5 (IL PEGGIORE) – Oggetto volante non identificato. Perché per volare vola, ma siamo al PalaSerradimigni e non all’ “Adele Orsi” di Calcinate del Pesce e nella partita di Kao c’è davvero poca pallacanestro. Si fa stoppare da uno che salta come lui, commette 4 falli, perde 3 palloni e dà l’impressione di essere sempre nella posizione sbagliata. Era in crescita, si è inceppato di nuovo.

ALVITI 7,5 – Mister continuità: che altro dire? La sua partita è solidissima: undicesima volta in doppia cifra su 14 partite, 8 rimbalzi portati a casa, i 4 liberi che tengono a distanza una Dinamo con la bava alla bocca. Il solito tassello giusto, regolare, affidabile, in una squadra che troppo spesso gli traballa attorno.
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GRAY 5 – Non è al top sul lato fisico, tanto che Mandole lo tiene in panchina a inizio gara, ma con questo Alviti il buon Justin deve iniziare a pensare che tornare in quintetto non sarà facile. In difesa e a rimbalzo ci mette corpo e forza di volontà, in attacco invece può essere battezzato dagli avversari. Realizza un solo canestro dal campo… senza segnarlo (stoppata irregolare), sbaglia anche la tripla della sicurezza per la squadra e della redenzione personale nel finale di partita.

BRADFORD 6,5 – Paragonato alla frenesia dei compagni che lo circondano, Desonta sembra uscito da un filmato di basket anni Settanta. Riceve, guarda in avanti, palleggia cauto senza però interrompere l’azione, infine decide se passarla o provarci. Ma, appunto, nella centrifuga biancorossa serve anche un po’ di cautela, quella che fornisce l’ultimo arrivato, bravo poi a farsi trovare pronto nell’ultimo quarto per infilzare Sassari. Cifre così così ma clamoroso +19 di plus-minus.

TYUS 7 – Eppur si muove! I tifosi biancorossi si rifanno a Galileo Galilei quando il pivottone trova due punti da sotto, ruba un pallone in corsa, schiaccia in contropiede. Se la condizione fisica è ancora deficitaria, Tyus si rifà con l’orgoglio, con la classe e con l’esperienza. 11 punti, 3 rimbalzi, 2 recuperi prima dello show finale: doppia stoppata a Bibbins e spumante stappato per accompagnare il cammello di sfoglia.

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LIBRIZZI 5,5 – Nei primissimi minuti si intuisce che il Librizzi da trasferta è di nuovo differente da quello, imprendibile, che si vede a Masnago. Una palla persa, un fallo evitabile sulla tripla di Bibbins e Mandole lo fa sedere. Nella ripresa trova due incursioni vincenti di mano destra e si iscrive alla partita, ma resta al di sotto degli standard da titolare mostrati sul parquet della Itelyum Arena.

HANDS 8,5 (IL MIGLIORE) – Un’altra prova strepitosa del folletto di San Diego: è lui il leader nei punti e negli assist, 22+10, doppia doppia da mettere agli atti, ma anche nell’atteggiamento per come va a prendersi pallone e responsabilità, per come lotta a rimbalzo in mezzo a quelli grossi, per la mole di gioco e di risultati che porta a casa. Senza Mannion e senza Sykes, ma con accanto solo la strana coppia Librizzi-Bradford, Hands pare sbocciato. Continua a fare bene le cose che gli riuscivano e soprattutto limita molto errori e forzature. Ne esce un pomeriggio gigantesco.

JOHNSON 8 – Se Hands è il primo violino, “Nino” viene subito dopo. Marchia a fuoco il quarto di apertura dando la sveglia ai compagni “brutti addormentati” nei primi minuti e confeziona una prova notevole, tra le migliori dal suo ritorno a Varese. Aggiunge 9 rimbalzi ai 18 punti realizzati con percentuali da pasticceria nel tiro pesante: 5 su 7 compresa la prodezza dall’angolo che dà una spinta forte nel finale. Ma c’è altro: il pericolo pubblico numero uno, Elmantas Bendzius, tenuto a 5 punti in 29′. Non stava bene ma Jaron gli ha dato il colpo di grazia.

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