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Addestramento professionale Restituzione dei costi


Addestramento professionale – Restituzione dei costi – OGH Austria

I

Nel marzo corrente anno, la Corte Suprema (OGH) ha emanato una decisione in materia di Rückzahlung der Kosten für Ausbildungsveranstaltungen (Restituzione delle spese sostenute (dal datore di lavoro) per l’aggiornamento professionale di un dipendente).

Il resistente in sede di giudizio dinanzi all’OGH, era stato assunto dalla ricorrente, in qualità di impiegato e il 24.1.20, aveva firmato una Rückzahlungserklärung für die Kosten betreffend Ausbildungsveranstaltungen (Dichiarazione di restituzione/di rimborso dei costi sostenuti per la partecipazione a corsi di aggiornamento professionale).

Questa dichiarazione, non era stata firmata dal datore di lavoro (ricorrente dinanzi all’OGH).

Con la dichiarazione di cui sopra, il resistente si era impegnato, a restituire interamente le spese sostenute dal datore di lavoro per corsi di aggiornamento professionale, qualora il rapporto di lavoro fosse cessato – a seguito di dimissioni da parte dell’impiegato – entro 36 mesi dall’ultimo corso di aggiornamento.

Se il rapporto di lavoro avesse avuto termine prima di 36 mesi, la somma da restituire, era in proporzione alla durata dell’Arbeitsverhältnis.

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II

Il resistente si era dimesso con effetto 31.10.21 e la ricorrente, in forza della suddetta dichiarazione (di data 24.1. 20), aveva convenuto in giudizio parte resistente, chiedendone la condanna al pagamento di parte delle spese sostenute per gli aggiornamenti professionali (Euro 3.578, 67).

Il resistente dinanzi all’OGH, convenuto in 1° grado, contestava la fondatezza della domanda attorea, perchè la dichiarazione predetta, non poteva ritenersi efficace ai sensi del § 2 d, AVRAG (Arbeitsvertragsrechts-Anpassungsgesetz) in quanto la dichiarazione de qua, non era stata firmata anche dal datore di lavoro, nonostante la zwingende Schriftformerfordernis (forma scritta ad substantiam).

Il giudice di 1° grado rigettava la domanda del datore di lavoro. Il § 2 d, AVRAG, esige la forma scritta a pena di nullità, nel senso che una dichiarazione di Rückerstattung der Ausbildungskosten, deve essere firmata, sia dal prestatore di lavoro, che dal datore di lavoro.

La mancanza della firma (anche) del datore di lavoro, fa sí, che quanto convenuto contrattualmente, deve essere equiparato a una mera mündlichen Vereinbarung (a un accordo verbale), nulla per i motivi sopra esposti.

Proposto appello, il giudice del gravame, annullava l’impugnata sentenza, con rimessione al giudice di 1° grado “zur Verfahrensergänzung”.

Il ricorso dinanzi all’OGH, veniva dichiarato ammissibile (con ordinanza) dal giudice di secondo grado, in quanto non vi era giurisprudenza sul punto, se una schriftliche Vereinbarung, ai sensi del § 2.d, Abs. 2, AVRAG, dovesse necessariamente contenere, in calce alla stessa, la firma autografa del datore di lavoro.

III

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Prima di esaminare il responso della Corte Suprema, va osservato, che il 20.6.19, è stata emanata la direttiva UE 2019/1152, concernente la trasparenza delle condizioni di lavoro. 

Questo corpo normativo, che ha comportato modifiche e integrazioni dell’AVRAG austriaco, ha disciplinato, tra l’altro, gli Aus-und Fortbildungskosten (costi relativi all’addestramento e all’aggiornamento professionale) a carico del datore di lavoro; ha statuito, altresí, che il periodo di tempo impiegato dal lavoratore nella frequentazione di corsi di aggiornamento, va calcolato come Arbeitszeit, con obbligo, per il datore di lavoro, di consentire al lavoratore la partecipazione a corsi del genere, se gli stessi sono previsti dalla legge o da contratti collettivi di lavoro, sempre che siano attinenti al genere di lavoro svolto dal prestatore di lavoro e di utilità per la prestazione lavorativa stessa. Ovviamente, per i periodi di aggiornamento, continua a essere dovuta regolarmente la retribuzione spettante al lavoratore. In nessun caso, è ammissibile una decurtazione della stessa, motivata dalla partecipazione ai corsi. È stato sancito, in favore del prestatore di lavoro, un Anspruch auf Fortbildung (diritto agli aggiornamenti professionali).

IV

Ha statuito il § 11 b, AVRAG, che il predetto obbligo (a carico del datore di lavoro) sussiste, qualora il corso di addestramento o di aggiornamento  professionale, sia necessario ai fini dell’attività lavorativa convenuta con il lavoratore e che i costi sono a carico del datore di lavoro, a meno che non siano sostenuti da terzi. Gli obblighi di cui all’Abs. 1 del § 11 b, AVRAG, non ostano a disposizioni più favorevoli al prestatore di lavoro.

Altra norma dettata in favore del lavoratore, riguarda l’obbligo, sempre a carico del datore di lavoro, di comunicare – per iscritto – al lavoratore, i motivi del licenziamento, se il prestatore  di lavoro, entro 5 giorni dalla data, in cui gli è pervenuta la notizia del licenziamento, lo richiede.

 La predetta ordinanza, veniva impugnata dal lavoratore, che chiedeva il “ripristino” della sentenza di primo grado. Controparte insisteva per il rigetto del ricorso.

La Corte Suprema (OGH) dichiarava ammissibile e fondato il ricorso.

V

Ha osservato l’OGH, che un rimborso di Ausbildungskosten, può avvenire unicamente sulla base di un contratto scritto tra datore di lavoro e prestatore di lavoro.

Un contratto, per il quale la legge richiede la Schriftlichkeit (forma scritta), viene ad esistenza – ai sensi del § 886 ABGB (Cod. Civ.) per effetto della Schriftlichkeit, per la quale è indispensabile la firma autografa (eigenhändige Unterschrift) in calce al contratto, a meno che la legge non preveda espressamente un’eccezione in tal senso (vedasi RS 0017221).

Il requisito della Schriftlichkeit, è posto al fine di assicurare, che dall’atto scritto emerga il contenuto della dichiarazione, che s’intende rendere nonchè la persona del dichiarante (vedasi RS 0017221). Altro scopo è di carattere probatorio e di salvaguardare la certezza del diritto (Rechtssicherheit). Corre la mente alla celebre favola dell’olivo e dell’alloro (Callimaco: 300 a. C.- 240 a. C. circa).

Nei contratti bilaterali, l’obbligo della Schriftlichkeit, è adempiuto, in linea di massima, qualora entrambe le parti abbiano apposto la firma in calce al contratto; ciò con riferimento a quanto previsto dal § 886 ABGB (vedasi 5Ob 2085/96w – RS 0101797).

VI

Il § 2 d AVRAG richiede un accordo scritto tra datore di lavoro e prestatore di lavoro. Da questo dato testuale, bisogna dedurre, che il legislatore abbia voluto che Vereinbarungen über den Ausbildungskosten-Rückersatz, debbano essere firmate, sia dal datore di lavoro, che dal lavoratore.

La norma è volta a tutelare i diritti del prestatore di lavoro, diritti, che, a mente del § 16 AVRAG, hanno carattere di Unabdingbarkeit (non derogabilità); pertanto, il § 2 d, AVRAG, costituisce “relativ zwingendes Recht” (vedasi 9 Ob A 85/21 x). Il legislatore ha voluto prevenire, che “la venerazione per l’oro spingesse gli uomini, a trascurare la giustizia, a stravolgere i valori…” (Callimaco – nell’epinicio per Sosibio).

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In tal modo, s’intende rendere evidente al prestatore di lavoro, quali obblighi contrae per il futuro, qual’è la portata economica degli stessi, quale ne è la durata.

Risulta altresí, dal citato paragrafo, che i costi dell’Ausbildung, sono, almeno provvisoriamente, a carico del datore di lavoro e, definitivamente, a carico dello stesso, se il rapporto di apprendistato dura almeno 36 mesi.

Se per legge, è prescritta una determinata forma per il contratto (nel caso de quo, la Schriftlichkeit), la pattuizione contrattuale, deve contenere tutte le clausole importanti. Nel caso di una Rückzahlungs-Vereinbarung, l’ammontare dei costi complessivi di un eventuale rimborso.

VII

Pertanto, nella Vereinbarung del 14.1.20, non è ravvisabile una Rückzahlungs-Vereinbarung, firmata da entrambe le parti contraenti.

Dalla violazione del requisito formale, consegue la totale inefficacia (die gänzliche Unwirksamkeit) e la nullità della Vereinbarung (vedasi 9 ObA, 121/20 i).

Ciò premesso, l’OGH, accogliendo il ricorso, a) ha annullato l’impugnata ordinanza (“Beschluss”), con “ripristino” della sentenza di 1° grado, inclusa la statuizione sulle spese di lite, ivi liquidate, 2) ha condannato parte ricorrente a) alle spese del procedimento di appello, liquidate in Euro 609, 67 e b) alle spese del procedimento dinanzi all’OGH, liquidate in Euro 502,70. 



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