Ci sono due chiavi di lettura per l’assemblea dei sindaci che nelle ore scorse ha esaminato i conti della Saf. Una è politica ed una è amministrativa. Ma soprattutto i sindaci hanno detto che l’azienda dei rifiuti può essere governata fuori dagli schemi politici
C’è una chiave di lettura amministrativa ed una chiave politica dietro al voto che oggi pomeriggio ha dato il via libera al Bilancio 2023 della Saf: la società composta dai 91 Comuni ciociari più l’ente Provincia, ciascuno in parti uguali a prescindere dal numero di abitanti e dalla quantità di rifiuti prodotta.
Sul piano amministrativo, la nuova governance guidata dal presidente Fabio De Angelis (Fratelli d’Italia) ha imposto una rigida dieta dimagrante ai costi della società. Sono state tagliate in sei mesi spese per poco meno di 3,3 milioni di euro: ci si è riusciti anche perché Saf ha lavorato meno e quindi consumato meno; ma sono state sfrondate anche spese per servizi e consulenze pari a 1,1 milioni ed è stato imposto il blocco del turn over che ha evitato di rimpiazzare i 14 dipendenti andati in pensione.
Sul piano politico c’è una triplice evidenza. La prima: il presidente Fabio De Angelis ha evitato che l’assemblea dei soci Saf diventasse un’appendice del Congresso Provinciale Pd. La seconda riguarda Mauro Buschini (già presidente del Consiglio Regionale e già assessore ai Rifiuti del Lazio nello Zingaretti I): ha superato indenne le forche caudine nelle quali una parte del suo Pd ed una parte di Forza Italia (Gianluca Quadrini) hanno provato ad impedirgli la conferma della presenza in Consiglio d’Amministrazione al posto del dimissionario Lucio Migliorelli.
Soprattutto la terza evidenza è importante: 64 sindaci hanno votato a prescindere dalla colorazione politica e dalla posizione dei Partiti: segno che volendo la Saf può essere sottratta alle dinamiche di bandiera e governata nel nome dei cittadini.
La manovra contro Buschini
Mauro Buschini siede in CdA ormai da mesi, su indicazione del presidente Fabio De Angelis. Oggi andava ratificata quella scelta, facendola votare dai sindaci / soci. Su quella votazione si è abbattuto il prossimo Congresso Provinciale Pd che ha spaccato in due il Partito. (Leggi qui: Congresso Pd, verso la conta ma non per il gusto di contarsi. E leggi anche Pd, Fantini e Migliorelli in campo nello stesso giorno).
Il Partito è attraversato dai veleni ed ogni occasione è buona per organizzare imboscate. Arrivando a mettere in discussione la legittimità degli incarichi assegnati nei mesi scorsi quando le componenti erano unite: la vice presidenza della Provincia (Enrico Pittiglio), la presidenza dell’Agenzia di Formazione (Adriano Lampazzi). Oggi è stato il turno della casella di Mauro Buschini.
Nella giornata di mercoledì c’è stato un intreccio di telefonate con le quali il sindaco di San Donato Valcomino (Enrico Pittiglio) ed il presidente del Consiglio Provinciale (Gianluca Quadrini) hanno sondato la possibilità di far saltare la seduta di oggi e la cooptazione di Buschini nel CdA.
La barriera di De Angelis
Il presidente della Saf Fabio De Angelis ha lasciato discutere. Ascoltando posizioni politiche e tecniche. Fino a quando ha messo in chiaro una cosa: Saf è una società di diritto privato a totale capitale pubblico, appartiene ai Comuni e non ai Partiti politici. Gli avversari dell’ex presidente del Consiglio regionale chiedono chi ha indicato Buschini, risponde Fabio De Angelis “Sono stato io, nel pieno dei miei poteri di presidente. L’ho scelto perché è stato assessore regionale alle Politiche dei Rifiuti, presidente dell’Aula, presidente dell’Egato Rifiuti eletto da voi. Se avete il nome di un Premio Nobel indicatemelo e rivedo la mia posizione”.
Il paradosso: nessuno è contrario; vogliono rinviare per vedere se nel frattempo è possibile silurarlo costruendogli un’altra maggioranza contro o quanto meno fargli allungare il collo.
Le posizioni sono talmente radicalizzate che Fabio De Angelis arriva ad una sospensione della seduta per verificare se sia possibile una mediazione tra i soci. Mauro Buschini per tutta la seduta non ha mosso un muscolo: si è lasciato scivolare tutto addosso ed ogni volta che qualcuno gli chiedeva qualcosa ha risposto “Votiamo, non ci sono problemi: possiamo votare”.
Constatata la situazione, il presidente và a sintesi. Uno, il Codice Civile non prevede un rinvio. Due, lo stesso Codice Civile non permette che il CdA non sia numericamente perfetto ma composto solo da una parte; Tre, sarebbe politicamente imbarazzante se rinviassimo perché la motivazione da mettere a verbale non potrebbe essere altra che “rinviamo perché prima c’è il Congresso Pd”.
Un solo contrario
Si vota. Su 68 sindaci ben 64 votano a favore di Mauro Buschini nel CdA, il contrario è uno soltanto il sindaco di Arce Gino Germani che un paio di anni fa voleva fare il presidente della Provincia ma proprio l’area Buschini glielo ha impedito.
Gli altri tre che mancano al conto si sono astenuti: Massimiliano Quadrini (Isola del Liri) che era uscito dal Pd accusando anche Buschini di non lasciargli spazio; recentemente ha lasciato anche Azione di cui era Coordinatore e l’altra sera era alla convention della Lega. Astenuto anche Adamo Pantano (Posta Fibreno) pure lui ex dirigente provinciale Pd ed oggi coordinatore di Italia Viva. L’unico non ex Pd ad astenersi è il sindaco di Arnara Massimo Fiori.
Ma c’è anche un’ulteriore lettura politica. A favore di Mauro Buschini ha votato anche il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini (Fratelli d’Italia). Fu lui ad impugnare davanti al Tar la sua elezione a presidente dell’Egato Rifiuti che poi è stato abrogato dalla Regione Lazio. Significa che il problema era politico, stava nella legge varata dal centrosinistra e non sulla persona del presidente.
Da destra a sinistra
Vota a favore anche il Comune di Frosinone che è guidato da un sindaco civico ma di indicazione leghista. E soprattutto non ha votato la volta scorsa il CdA Saf guidato da Fabio De Angelis. Questo voto segna una tregua.
Favorevoli anche Alatri (la città di Buschini) ed Anagni, entrambe amministrate da sindaci di centrodestra: Maurizio Cianfrocca e Daniele Natalia che è dirigente provinciale di Forza Italia.
Alla fine anche lo stesso Enrico Pittiglio vota a favore di Buschini. Una vulgata vuole che il Segretario provinciale uscente Luca Fantini sia intervenuto dicendo “teniamo separati il Congresso e tutto il resto delle cose”.
Il bilancio
Intorno alle 14 si vota il Bilancio. Nel frattempo una decina di sindaci ha preso il cappotto ed è andata via. Disco verde da 56 sindaci ai conti purgati dal presidente Fabio De Angelis insieme a Buschini in questo anno di attività. Questa volta gli astenuti sono 5: con Isola del Liri e Posta Fibreno si astengono Frosinone (da anni il Comune ha un contenzioso basato sulla compensazione tra somme da pagare per il servizio e ristori per la presenza della discarica di via Le Lame). Con loro anche San Donato Valcomino ed Esperia.
Saf ha un passivo di quasi 70 mila euro: briciole. Se invece di dover portare le immondizie a Brescia esistesse una discarica nel Lazio i costi sarebbero infinitamente inferiori. Anche per le tasche dei cittadini.
Nel dettaglio. L’esercizio amministrativo chiuso al 31 dicembre 2023 evidenzia una perdita “tecnica” pari a 69.894 euro. Cosa l’ha determinata? La diminuzione dei rifiuti che la Saf ha trattato e gestito complessivamente nel 2023. Perché lavorare meno rifiuti comporta una perdita nei conti? Perché lo stabilimento non lavora solo le immondizie dei Comuni ciociari: il resto della sua capacità produttiva lo mette a disposizione del Comune di Roma che è in cronica crisi di impianti. Ed il Comune di Roma paga per quel servizio.
A spasso tra i capitoli
Dal bilancio emerge che nel 2023 sono state lavorate 120.177 tonnellate di rifiuti urbani. Nel 2022 erano state 132.458 tonnellate.
Il fatturato complessivo ammonta a 23 milioni 14mila 463 euro. Non lavorando l’immondizia di Roma c’è stato un calo nei ricavi per 3 milioni 785mila 772 euro.
Come a fatto la gestione Fabio De Angelis / Mauro Buschini a tenere a galla la società nonostante le siano mancati quasi 4 milioni di euro? Con una severa Spending Review: sono stati abbattuti i costi per 3 milioni 291mila 199 euro, ridotti i costi amministrativi per 1,1 milioni .
Ma su alcune voci di spesa s’è potuto fare nulla. Come nel caso del costo dell’energia, l’aumento del costo per portare i rifiuti in discarica: il prezzo praticato dalla Mad di Roccasecca era calmierato ora fuori regione si paga a tariffa piena. È aumentato il costo per incenerire a San Vittore del Lazio la parte residua indifferenziata: il paradosso voluto dai cittadini della provincia di Frosinone. Cioè? Forniamo all’inceneritore la benzina per produrre energia elettrica ma invece di farci pagare dobbiamo pagare noi. Ai tempi del presidente della Provincia Francesco Scalia non abbiamo voluto una linea nel termovalorizzatore riservata ai nostri rifiuti e quello ci avrebbe consentito di non pagare.
Dove spendiamo
Con la chiusura di Mad ed anche della discarica di Viterbo non ci sono più impianti nel Lazio dove portare i nostri residui: il costo del trasporto fuori regione è altissimo. E per fortuna che in discarica ora ci portiamo pochissimo: siamo passati dalle 95.335 tonnellate sotterrate nel 2017 a poco meno di 9mila tonnellate del 2023. Che fine hanno fatto i rifiuti? I quantitativi che prima finivano in discarica sono stati avviati al termovalorizzatore con un aumento dei costi per circa 6 milioni di euro.
Oggi recuperiamo moltissimo l’82,59 %. Infatti entrano in Saf 83.314 tonnellate di rifiuti e di loro quasi 9mila tonnellate finiscono in discarica (tutte fuori regione). Al termovalorizzatore (anche questo fuori regione) ci vanno 67mila 413 tonnellate. Sono state recuperate quasi 1400 tonnellate di alluminio e materiali ferrosi. Pertanto, in discarica ci finisce appena il 10,8%
Il costo medio 2023 dello smaltimento dei rifiuti è pari a 154 euro a tonnellata che sale a 175,22 euro a tonnellata con il trasporto. Termovalorizzare a San Vittore del Lazio da 140 euro a tonnellata a 157 euro sul 2023 e 165 euro per il 2025.
Risparmiamo sulla corrente. Finita la maxi speculazione del 2022 è finita e la bolletta complessiva è scesa da 1,75 milioni del 2022 ad 1,14 milioni per il 2024, con una diminuzione del 34,81%.
Dare e avere
I crediti complessivi per l’anno 2023 sono di 39,8 milioni e sono cresciuti del 3,65% rispetto all’anno 2022. Ammontano a poco più di 34 milioni i crediti nei confronti della clientela. Ci pagano a 339 giorni e stiamo pagando i fornitori quasi alle scadenze programmate e comunque non oltre i 150 giorni. Questo comportamento dei Comuni, nonostante siano soci, non permette di pianificare gli investimenti a lungo termine.
Le cose possono migliorare se viene attivata una discarica nel Lazio. E se entra in funzione al più presto il biodigestore già autorizzato: li verrebbero trattati gli avanzi delle cucine e l’erba tagliata nelle cunette ed i fossi stradali che ora per legge non può essere bruciata. Si risparmierebbero i viaggi a Brescia e guadagneremmo il bio metano prodotto in maniera naturale. Saf ha comprato il 20% della società Energia Anagni che è titolare dell’autorizzazione regionale per realizzare il biometano.
L’ammodernamento
Gli impianti Saf oggi hanno 17 anni e per Fabio De Angelis e Mauro Buschini è necessario un ammodernamento. Nel 2006 e la Regione Lazio ha stanziato 18 milioni di euro di fondi europei, ne abbiamo spesi 12 milioni per il revamping nel 2007. Il resto? Lo ha recuperato l’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio nel 2017 e dunque ci sono 6 milioni destinati alla provincia per completare le opere previste.
Saf ha già iniziato il lavoro con la Giunta regionale per ottenere i fondi del secondo revamping. Abbatterebbe i consumi e l’inquinamento, produrrebbe molto meglio.
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