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Innovazione: 184mila annunci su Linkedin per Ict ed è boom dell’intelligenza artificiale


Web developer, sviluppatori di software, data analyst e specialista IT. Sono queste le figure più ricercate nel settore dell’information and communication technologies (ICT) in base ai 184 mila annunci pubblicati su LinkedIn tra gennaio 2023 e agosto 2024. Una richiesta che si estende anche ad altri settori tradizionalmente non digitali, come consulenza e assistenza, ingegneria e costruzione, ed energia e risorse. Cresce anche la domanda di soft skill, con oltre 15 mila annunci che citano il project management, in grado di coniugare abilità tecniche e organizzative. È ciò che emerge dai dati dell’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2024, formato dalle quattro principali associazioni nazionali rappresentative del settore ICT: AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, in collaborazione con Talents Venture. L’Osservatorio è stato presentato a Roma nel corso dell’evento “Competenze Digitali: un’opportunità per lo sviluppo del Paese” presso Zest Hub, con la partecipazione di rappresentanti di imprese, accademia e istituzioni.

Dopo anni di crescita, spiegano gli autori della ricerca, la domanda di professionisti ICT in Italia sembra aver raggiunto una fase di maturità e si è stabilizzata. Il problema, adesso, riguarda il divario tra la richiesta di competenze digitali e la loro effettiva disponibilità, con il sistema formativo che fatica, dunque, a rispondere alle esigenze del mercato. Il sistema della formazione terziaria si muove verso il digitale, ma a passo lento, è stato detto durante l’incontro. I laureati in ambito ICT sono aumentati del 7% nell’ultimo anno: un dato incoraggiante ma insufficiente, dato che rappresentano solo il 6% del totale.

Sul fronte dell’offerta formativa il progresso è limitato: dei 166 nuovi corsi approvati per l’ultimo anno accademico, solo il 16% riguarda ambiti ICT. Anche gli ITS italiani continuano a registrare un impatto limitato in ambito ICT: su 349 percorsi monitorati nel 2022, solo 50 sono specificamente dedicati alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Nonostante le domande di iscrizione siano aumentate del 36%, il numero complessivo di partecipanti resta insufficiente rispetto alla domanda del mercato. Mentre l’intelligenza artificiale cresce sempre di più anche sul fronte delle competenze ICT. Tra gennaio 2023 e agosto 2024, oltre 21mila annunci di lavoro hanno menzionato skill relative all’IA, con un incremento del 73% rispetto ad agosto 2023. Ancora più significativo è il boom delle richieste specifiche per strumenti di IA generativa, come “ChatGPT”, “Claude” o “Pytorch”. Gli annunci dedicati sono quasi quadruplicati rispetto all’anno precedente, un segnale chiaro che l’IA è sempre più al centro delle scelte strategiche delle imprese.

Per il presidente di AICA, Antonio Piva occorre promuovere la “consapevolezza delle competenze digitali possedute o meno attraverso strumenti di assessment diffusi, la valorizzazione delle certificazioni digitali come standard riconosciuti a livello internazionale e il rafforzamento di un’offerta formativa specifica e di qualità, tramite la rete di centri ICDL presenti sul territorio”.

“La nostra ricerca evidenzia come le skills tecniche siano valorizzate da competenze trasversali: dal pensiero analitico al problem-solving, fino alla visione strategica – ha aggiunto Ludovica Busnach, vice presidente Anitec-Assinform con delega alle Digital Skills per la crescita d’impresa e l’inclusione – Per questo è essenziale promuovere percorsi educativi che coniughino queste due dimensioni, preparando concretamente al lavoro”.

“In un contesto come quello attuale, è necessario investire perché tutte le imprese italiane siano in grado di trovare i professionisti di cui hanno bisogno”, ha commentato la presidente di Assintel-Confcommercio, Paola Generali.

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Durante l’evento è stato presentato anche il risultato di un sondaggio sulle difficoltà sostenute dalle imprese italiane in materia di competenze digitali. Sono stati intervistati i rappresentanti di 49 imprese, tra cui 20 ceo o amministratori delegati, a vario titolo associate ad AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia. Dal sondaggio emerge che il 52% delle aziende intervistate ritiene che le università italiane non preparino adeguatamente i professionisti ICT, segnalando una formazione troppo teorica e distante dalle reali esigenze del mercato. ITS e bootcamp vengono invece considerati più efficaci, grazie al loro approccio pratico.

“La formazione è un elemento chiave per essere competitivi, in particolare quando si guarda al settore del digitale, che richiede un continuo aggiornamento di competenze e skills tecniche”, ha dichiarato il presidente di Assinter Pietro Pacini. La strada da prendere, secondo gli esperti dell’Osservatorio è quella di: potenziare l’università, promuovere i percorsi ITS, costruire una scuola digitale inclusiva, formare la forza lavoro, incentivare il futuro tecnologico, e valorizzare le academy aziendali.



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