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In Assemblea Confapi guarda al 2025: ripresa e taglio di interessi


La tendenza economica del territorio, gli scenari futuri e le sfide quotidiane delle piccole e medie imprese. Sono i punti cardine che hanno fatto da cornice all’Assemblea annuale dei soci di Confapi Venezia e Treviso, evento intitolato “Imprenditori eccellenti: coraggio, visione e cuore”, che ha riunito 200 imprenditori a Villa Braida, storica location di Mogliano Veneto.

Alla presenza di professionisti, responsabili aziendali e istituzioni del territorio è stato presentato il panorama macroeconomico globale ed europeo grazie alla collaborazione con il Centro Studi e Ricerche di Intesa San Paolo.

Zecchinel e Fraccaro all’Assemblea

«Questa – hanno affermato Marco Zecchinel e Luca Fraccaro, rispettivamente presidenti di Confapi Venezia e Treviso – è stata, ancora una volta, l’occasione per ribadire quanto le piccole e medie imprese siano il cuore del tessuto socioeconomico del territorio. Abbiamo davanti a noi sfide fondamentali come quella della competitività, data la presenza di costi e rincari, a cominciare da quelli dell’energia, che in Italia sono troppo alti per le attività. E poi la tassazione, il costo della manodopera e i casi di cassaintegrazione sul territorio. Senza dimenticare – concludono– la questione del personale: le figure ricercate dalle aziende sono tante e il gap, in tutti i settori, è ampio. Su questa strada c’è ancora tanto lavoro da fare».

La premiazione

Nel corso della serata sono stati premiati gli imprenditori che si sono contraddistinti nel corso dell’anno. Tra questi coloro che hanno investito nel personale, ampliato gli stabilimenti produttivi, apportato innovazioni di prodotto o che si sono espansi verso nuovi mercati. Un’attenzione particolare è stata riservata alle imprese femminili con l’attività del Gruppo Donne all’interno di Confapi e alle attività del Gruppo Giovani.

«Le PMI sono il pilastro del tessuto produttivo del nostro territorio e hanno un ruolo fondamentale nella transizione sostenibile e digitale – commenta Francesca Nieddu, direttrice regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo -. Collaboriamo con Confapi affinché le imprese continuino a investire in nuove tecnologie da affiancare all’artigianalità e alla tradizione, per mantenere la competitività, attrarre talenti e crescere nei mercati internazionali. Il programma Il tuo futuro è la nostra impresa, che mette a disposizione 16 miliardi di euro per le imprese del Nordest per investimenti in transizione sostenibile, internazionalizzazione e sicurezza digitale, è un pilastro del nostro impegno per un territorio competitivo e sostenibile».

All’Assemblea presentato lo studio di Intesa San Paolo

Particolarmente atteso all’assemblea è stato lo studio presentato da Intesa San Paolo, che ha consentito di stilare i punti cardine delle prospettive economiche. A prendere la parola è stato Giovanni Foresti, del Centro Studi e Ricerche dell’istituto bancario.

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Lo scenario macroeconomico, secondo quanto emerge dall’indagine, è complesso e caratterizzato da più fattori di incertezza, a causa soprattutto dei due conflitti in corso alle porte dell’Europa. Il quadro congiunturale è molto eterogeneo, con gli Stati Uniti che hanno mantenuto un buon ritmo di crescita e l’area dell’euro che ha mostrato un rallentamento più accentuato a causa degli effetti della crisi energetica che l’hanno colpita nel biennio 2022-2023 e che ha spinto verso l’alto inflazione e tassi di interesse e penalizzato i settori europei energivori.

I dati emersi

A livello settoriale hanno mantenuto un profilo di crescita i servizi, soprattutto quelli avanzati e la filiera del turismo, mentre ha mostrato una maggiore debolezza la manifattura e, in particolare, i settori specializzati in beni di consumo e l’automotive, frenata dalla difficile transizione tecnologica e green in corso. Nel corso del 2025 si dovrebbe osservare una graduale ripresa dei livelli di attività nell’area dell’euro. Spingono in questa direzione il rientro dell’inflazione e il taglio dei tassi di interesse, stimati scendere di 200 punti base entro giugno 2025.

La riduzione del costo del denaro – secondo lo studio – dovrebbe avere effetti positivi sulle decisioni di investimento delle imprese che, per mantenere alta la loro competitività, dovranno proseguire nel percorso di innovazione del loro business in chiave digitale e green.

Secondo una recente indagine di Intesa Sanpaolo su un campione di aziende del Triveneto appartenenti ad alcuni settori particolarmente interessati dai processi di innovazione come elettronica, meccanica, elettrotecnica, farmaceutica, ICT, biomedicale, alimentare e bevande, il livello di adozione di almeno una tecnologia 4.0 risulta elevato (più del 60%). Anche tra le aziende micro (fino a 2 milioni di fatturato) e piccole (fino a 10 milioni di fatturato).

In Assemblea guardando al futuro

L’adozione di tecnologie 4.0 in vari ambiti aziendali (dalla cybersecurity più pervasiva alla robotica più concentrata nei processi produttivi) ha portato o porterà a rivedere nel prossimo biennio la struttura organizzativa per quasi la metà delle micro e piccole imprese (48,5%). E per più di un terzo (34,7%) il modello di business. La tecnologia, inoltre, ha consentito di conseguire diversi obiettivi dall’automazione dei processi, al monitoraggio e controllo dei processi stessi, all’efficientamento del magazzino per citare i più diffusi. Anche nelle imprese più piccole, che hanno raggiunto mediamente 2,6 obiettivi strategici.

Quanto all’avvio entro il 2025 di investimenti finanziabili con i crediti di imposta 5.0, una quota pari al 12% di piccole e micro imprese dichiara di essere interessata ad avvalersi di questa opportunità. E’ pari al 40,5%, tuttavia, la percentuale di imprese ancora indecisa e al 45% quella delle imprese che dichiarano che non realizzeranno questi investimenti. Si tratta molto spesso delle imprese che già in passato non hanno fatto investimenti in tecnologia e che rischiano di non riuscire a vincere la sfida del rilancio competitivo.





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