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Fratello cash, sorelle card e app


È sinonimo di denaro contante, e continuerà ad esserlo. Ma non solo, è anche garanzia di massima sicurezza e sta lavorando nel mondo digitale come una start-up, anche se ha 40 anni. Sta cambiando pelle, per semplificarci la vita. Si chiama Bancomat. E ha un nuovo logo. «Sì, siamo una rete strategica italiana, strategica direi come quella elettrica, o digitale. Cioè siamo un anello nella catena della sicurezza dei servizi essenziali del Paese»: parola di Fabrizio Burlando, da pochi mesi amministratore delegato della società, oggi controllata dal Fondo Strategico Italiano e compartecipata da un centinaio di istituti di credito. Unica “gemma” rimasta nell’orbita del nostro sistema bancario di una splendida “parure” che comprendeva anche pezzi importanti come la Borsa e che è tutta all’estero. Una gemma decisa ad assecondare e promuovere un rapporto diverso degli italiani col denaro – comunque sia: contante, “di plastica” e digitale – aggiungendo appunto comodità e sicurezza nei servizi e dando modo a chi lo desideri di concentrare in un solo sistema, oltretutto smaterializzato in una App, di prelevare denaro, fare ogni tipo di pagamento, dai micro ai macro e a quelli specifici verso la Pubblica Amministrazione, prenotare un volo o un treno, comprare on-line e fare pagamenti peer-to-peer, saltando la litania di cifre del celeberrimo e noiosissimo Iban o della carta. Con costi bassissimi: «Vogliamo che la nostra App diventi presto la nuova identità bancaria degli italiani. Con il numero di telefono del cliente come unico identificatore, potremo fare tutto – sintetizza Burlando – Conservando però la sicurezza del Bancomat».

Fratello cash, sorella card, insomma. Quasi un miracolo: pagamenti oltre la plastica, ma anche pagamenti che convengono, perché costano meno – ma molto, molto meno – di quelli che si fanno con le classiche carte di credito, ormai – senza offesa! – tutte straniere. «Non è nazionalismo ideologico, il nostro, è senso delle priorità strategiche nazionali: ecco perché vogliamo, d’ora in poi, sottolineare il valore della nostra italianità – dice Burlando, che quest’anno ha deciso di collocare Bancomat tra le “stelle” del Salone dei pagamenti, il principale appuntamento fieristico del settore – Essere nazionali e far girare i dati su una nostra rete, significa banalmente non dover temere contraccolpi da problemi internazionali a volte ingestibili, penso a quel che è capitato a seguito dei recenti conflitti internazionali. Le transazioni con Bancomat viaggiano dentro i nostri confini nazionali, quelle degli altri transitano per l’estero, e Bancomat è di gran lunga per noi italiani il circuito più sicuro rispetto agli altri…».

Benvenuti, allora, ad una ripartenza in grande stile. Dove la parola “pagamenti” fa rima con “convenienti”. Dove qualche antico signoraggio globale potrebbe perdere qualche colpo a vantaggio di noi utilizzatori. Unificando in un unico servizio tre categorie diverse di servizi connessi al denaro (l’Atm, la carta e il digitale) che nei fatti Bancomat è già in grado di assicurare e che nelle prossime settimane inizierà ad erogare in un sistema comune, “Bancomat”.

Ma andiamo con ordine. Anche perché quella che potrebbe sembrare una storia aziendale, la cronaca di una svolta, di un piano industriale, incrocia e rinnova il rapporto degli italiani col denaro. Economizzandolo e semplificandolo.

Ingegner Burlando, ci spieghi meglio: come stanno cambiando i sistemi di pagamento e in che modo volete cavalcare questo cambiamento?

Parto dalla citazione di una domanda che vi sarete sentiti porre tante volte, al momento di pagare un acquisto: “Carta o Bancomat?”. Ecco, i nostri trenta milioni di clienti in Italia si accorgeranno ben presto, e con estrema semplicità d’uso, che Bancomat è sia una carta di prelievo e di pagamento, e resterà tale, sia un ecosistema digitale per risolvere qualsiasi esigenza di pagamento. Siamo già di fatto e possiamo diventare a tutti gli effetti, e quindi anche nella nozione comune, il circuito più efficiente, e più utile per quantità, diversità ed economicità dei servizi che offriamo. Siamo efficienti sia sulle modalità classiche delle carte di pagamento che sui pagamenti da conto a conto, che nel nostro caso oggi sono ancora denominati Bancomat Pay, ma possiamo fornire anche i servizi oggi associati dai più a soluzioni  come Apple Pay, Paypal, Pagopa, SatisPay e naturalmente Mastercard, Visa e ai bonifici bancari classici. Tutto confluirà nella nostra unica App, sotto un unico logo, familiare a tutti noi: Bancomat. Un ecosistema totalizzante dei pagamenti digitali.

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Scusi, ma i pagamenti potranno davvero avvenire anche peer-to-peer senza passare per un bonifico?

Sì, è una funzione che all’estero ancora fatica ad essere implementata. Noi ce l’abbiamo, e funziona semplicemente col numero di cellulare. Nel nuovo corso abbiamo deciso di crescere a tutto campo, estraendo tutto il valore racchiuso nei nostri sistemi, nella nostra rete, nella tecnologie proprietarie che abbiamo – oltre a quelle che ci fornisce il nostro partner Nexi – e naturalmente nei nostri clienti.

Insomma, il bancomat di sempre, lo sportello appoggiato al muro…che si trasfigura.

Sì: lo sportello prelievi resterà, le nostre previsioni ci dicono che l’uso del contante – oggi al 45% circa del totale delle transazioni – scenderà ancora verso il 35% o giù di lì, ma non si parla di sparizione, neanche nei mercati più evoluti si è verificata. Poi vedremo in futuro cosa accadrà con l’affermarsi delle nuove generazioni. Ma ci stiamo effettivamente trasfigurando.

Quindi chiamerete tutte Bancomat le tre aree di servizi?

Esattamente, perché in una stessa funzione, utilizzabile mediante una carta ma anche con la sola App, si potrà utilizzare indifferentemente il servizio di prelievo del contante, tutti i servizi di BancomatPay e tutti quelli di Pagobancomat. È un modello che funziona, per i clienti e che ci è stato riconosciuto visto il successo recente del nostro approdo sulla piattaforma e-commerce di Amazon. Oltretutto, va precisato che anche in questo caso la nostra soluzione al cliente e all’esercente costa meno delle alternative che potrebbe utilizzare ed è sicurissima. Anche la carta prepagata che molti utilizzano in quel grande sistema di e-commerce richiede la digitazione delle 16 cifre dell’Iban e si allinea con la disponibilità sulla carta del cliente.

Chiederete ai clienti di registrarsi con l’email, come accade ad esempio per Paypal, al fine di usare questi servizi?

No, abbiamo optato gia’ da oggi con BANCOMAT Pay per il numero di telefono: un identificatore semplicissimo che usano tutti. Si digita il numero in un pop-up, si procede al riscontro biometrico, e la transazione è autorizzata.

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Lei ha lavorato per piu’ di quindici anni in un dei colossi globali delle carte di credito e si occupava in particolare di big data. Quanto l’aiuta quest’esperienza pregressa?

Molto. Ma mi serve anche e soprattutto per riuscire ad andare oltre, aprire nuove strade. Con uno strumento così versatile come il nostro, di fatto svolgeremo anche una specie di funzione didattica, saremo divulgatori di nuove pratiche efficienti ed economiche, lo ricordo perché davvero vogliamo che il mercato sappia che le nostre provvigioni sono minime. Parleremo direttamente ai giovani, ma anche ai meno giovani, sarà un vero e proprio filone dell’educazione finanziaria di cui c’è tanto bisogno.

Ok, ma ci riepiloga la nuova strategia industriale complessiva di Bancomat, a questo punto?

Non in tutte le sue parti, perché il nuovo piano industriale sarà varato a fine anno. Ma posso anticiparle che si baserà su tre pilastri: la semplificazione dell’offerta, imperniata su un solo brand e un solo logo per tutto; una trasfusione di ulteriore innovazione, perché l’ecosistema dei servizi integrati sarà visibilmente più forte di tutti gli altri concorrenti, e – ripeto ancora una volta – sarà nazionale, quindi integrato al meglio anche con la pubblica amministrazione per effettuare al meglio tutti quei cruciali pagamenti… E poi ci sarà una forte attività di loyalty, perché introdurremmo una rosa di grandi benefici per chi pagherà con Bancomat, benefici tangibili.

Sia per i clienti che gli esercenti?

Sì. Oggi gli esercenti quando accettano un pagamento Bancomat lasciano al circuito importi di molte volte inferiori a quelli che pagano in un circuito internazionale.. E poi, sì: ci saranno vivaci vantaggi di marketing per i consumatori e un importante contributo al territorio. Posso anticipare ad esempio un accordo con Fai, il Fondo Ambiente Italiano, per valorizzare al massimo il nostro straordinario patrimonio di bellezza. Come player del sistema Italia vogliamo dare servizi e vantaggi a tutti. E stiamo pianificando dei pilot con le associazioni di categoria, a cominciare da Confcommercio, per fare education con gli esercenti.

Quindi riepilogando ancora una volta: dentro Bancomat ci saranno tutti i prelievi e tutti i pagamenti?

Si, unificati in una App e quindi utilizzabili dallo smartphone. Un prodotto che vale per tre. Con la App per esempio si potranno fare cose mai viste con altri strumenti, come ad esempio ricevere gli avvisi di Inps per il pagamento trimestrale dei contributi. Servizi che semplificano la vita. Da PagoPa mutueremo anche la funzione di inserimento dei documenti personali all’interno dell’App, preziosa ad esempio per prenotare un volo o un hotel…Tutti questi vantaggi, con i minori costi e la maggior sicurezza… be’, ci rendono ancora una volta più vicini alle richieste del mercato.

E… come vanno i rapporti con le banche?

Posso anticipare che stiamo rinnovando e ampliando molti accordi,

Alcuni già defniti come Banca Intesa, Bper, Banco Bpm, Iccrea. Stiamo parlando di una parte sostanziale  milioni delle attuali nostre carte… Molti altri accordi sono in arrivo. E non ci fermeremo qui.

In che senso?

Oggi l’azienda ha una solida dotazione finanziaria, 75 milioni in cassa, che utilizzeremo per crescere nella tecnologia e sul mercato. Il tutto è sostenuto da un fresco rinnovamento del vertice gestionale, con 7 nuovi professionisti già nel team.

E farete attività all’estero, in particolare in Europa?

L’Europa è fondamentale. Uno dei gap storici di Bancomat è stato di non poter varcare i confini nazionali. Ora in sede di Unione Europea questo sta cambiando. Noi crediamo nell’interoperabilità dei circuiti, e posso anticipare che all’ultimo web-summit di Lisbona abbiamo fatto una dimostrazione della prima transazione interoperata in Europa. È solo l’inizio. Già altri paesi stanno salendo a bordo dell’iniziativa, insieme con l’Italia. Presto, con l’ecosistema Bancomat  si potranno fare pagamenti e prelievi anche all’estero. E poi, sempre per parlare d’Europa, saremo gli enabler dell’euro digitale per l’Italia, la nuova moneta elettronica della Bce che sarà spendibile sulla nostra rete di accettazione. Abbiamo coniato una nostra formula, per questo: siamo la moneta digitale degli italiani.

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Peccato però che in Italia stiano sparendo gli sportelli bancari e quindi anche…i vostri!

Parlerei di razionalizzazione, e non di sparizione. E comunque, per agevolare al massimo la clientela, noi lanceremo a breve un servizio di prelievo da Pos: cioè il nostro cliente potrà prelevare soldi dall’esercente presso il quale usa il Pos. Faccio un esempio: vado al supermercato, faccio una spesa da 20 euro ma al momento di pagare ne spendo 120, per portarmi via, oltre alla spesa che ho fatto, anche un prelievo di 100 euro in contanti…

Ce lo dica sottovoce: non temete la concorrenza dei colossi internazionali?

La concorrenza è sempre da tenere nella massima considerazione, pur senza timore. D’altronde,  il mondo sta cambiando, oggi in India si utilizza un circuito domestico nato sette anni fa che gia’ processa più transazioni dei circuiti internazionali e ad un costo minore per il sistema .

Vabbè, comunque qualcosa da fare con altri strumenti di pagamento resterà!

Pensiamo alle fatture; oggi possiamo pagare una bolletta inquadrando un QR Code, cosa possibile a breve anche con la App Bancomat. Perché non pensare che presto si potranno pagare così anche le fatture? Ci stiamo lavorando!



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