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Taglio dei tassi BCE a dicembre: cosa cambia per i mutui?


Il taglio dei tassi BCE potrebbe ridurre le rate dei mutui, favorire la surroga e riequilibrare il mercato tra tasso fisso e variabile, rilanciando il settore immobiliare.

Oggi, 12 dicembre 2024, la Banca Centrale Europea si riunisce per decidere su un possibile taglio dei tassi d’interesse, una mossa che potrebbe avere un impatto significativo sui mutui e, piĂ¹ in generale, sulle famiglie europee.

Dopo mesi di sofferenza per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, la prospettiva di rate piĂ¹ leggere si fa sempre piĂ¹ concreta.

Ma quali sarebbero gli effetti di questa decisione? E come potrebbe cambiare il mercato del credito immobiliare nel prossimo futuro?

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Il taglio dei tassi della BCE

L’eventuale riduzione del tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo dal 3,25% al 3%, potrebbe rappresentare una svolta significativa per il mercato dei mutui, soprattutto per chi ha scelto o intende sottoscrivere un tasso variabile. Questa diminuzione, attesa da molti operatori del settore, si tradurrebbe in un risparmio immediato sulle rate mensili: per un mutuo ventennale di 150.000 euro, le stime indicano una riduzione tra i 20 e i 30 euro al mese.

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La rata, ad esempio, potrebbe scendere dagli attuali 892 euro a circa 861 euro, offrendo un sollievo tangibile alle famiglie.

Sul lungo periodo, l’impatto potrebbe essere ancora piĂ¹ significativo: i risparmi sugli interessi totali si aggirerebbero intorno ai 4.500 euro per chi ha un mutuo giĂ  in corso e potrebbero essere leggermente superiori per i nuovi contraenti. Questa dinamica rende il taglio dei tassi un’opportunitĂ  non solo per chi giĂ  beneficia di un tasso variabile, ma anche per chi sta valutando una surroga, ossia il trasferimento del mutuo a condizioni contrattuali piĂ¹ vantaggiose.

Inoltre, l’eventuale intervento della BCE potrebbe riportare attenzione sul tasso variabile, rendendolo un’opzione nuovamente interessante per chi è alla ricerca di soluzioni finanziarie flessibili e orientate al risparmio, in un contesto che appare meno incerto rispetto al recente passato.

Leggi anche: Surroga del mutuo: tassi fissi e variabili ai minimi

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Un confronto con il passato

Nonostante il possibile taglio dei tassi possa rappresentare una svolta positiva, le condizioni attuali restano ancora distanti da quelle degli anni precedenti al 2022. Prima che la BCE avviasse la sua politica di rialzo dei tassi per contrastare l’inflazione, le rate dei mutui erano sensibilmente piĂ¹ basse.

Nel 2022, ad esempio, la rata media di un mutuo standard era di circa 456 euro, un valore che oggi è quasi raddoppiato per i mutui a tasso variabile standard, con rate che si attestano intorno ai 682 euro.

Tuttavia, il 2024 ha già mostrato segnali di miglioramento. Le rate medie sono scese di circa 66 euro nell’arco dell’anno, passando da 748 euro a 682 euro, una diminuzione che ha contribuito ad allentare la pressione sulle famiglie.

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Sebbene la strada per tornare ai livelli pre-2022 sia ancora lunga, questi trend positivi indicano che le politiche della BCE stanno iniziando a dare i primi frutti, aprendo la strada a un mercato immobiliare piĂ¹ sostenibile.

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Verso un riequilibrio tra tasso fisso e variabile

Un altro aspetto interessante del potenziale taglio dei tassi riguarda il possibile riequilibrio tra le preferenze per i mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile. Negli ultimi anni, il tasso fisso è stato la scelta predominante per i mutuatari, grazie alla stabilità delle rate e al minore rischio di oscillazioni impreviste.

Tuttavia, con l’abbassamento dei tassi d’interesse e la graduale riduzione dell’inflazione nell’Eurozona, il tasso variabile potrebbe tornare ad attirare una fetta significativa di consumatori.

Secondo gli esperti, entro la fine del 2025 il mercato potrebbe raggiungere una normalizzazione, offrendo ai consumatori un ventaglio di opzioni piĂ¹ equilibrato. Questo consentirebbe una maggiore possibilitĂ  di confronto tra le diverse offerte e una scelta piĂ¹ mirata alle esigenze specifiche di ciascun mutuatario.

La ripresa del tasso variabile, abbinata a un contesto economico meno instabile, potrebbe inoltre favorire una maggiore competitivitĂ  tra gli istituti di credito, traducendosi in condizioni contrattuali sempre piĂ¹ vantaggiose.

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