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Innovazione? Disagio garantito – L’Identità


Attualità

di Angelo Vitale





Da cosa può essere battuta l’innovazione che già rifugge dalla sua regolamentazione? Soltanto dal disagio che ci provoca sempre più frequentemente. La “modernità liquida” che già il filosofo Zygmunt Bauman criticava per l’impatto, spesso invisibile, sulla nostra umanità, ci inguaia spesso la vita, le giornate, fosse pure la vigilia del Black Friday come avvenuto la settimana scorsa.

Un semplice “guasto elettrico”, si è detto, che ha mandato in tilt il sistema, bloccando solo in Italia dalle 11.25 del 28 novembre milioni di consumatori che maledicevano il bancomat che non gli consentiva il prelievo di denaro contante o il Pos che non gli permetteva un pagamento digitale. Tempistiche di risoluzione sconosciute pure dopo 24 ore, scarnissimi comunicati di pochissime righe a segnalare l’imbarazzo e il nervosismo di manager consumati ad ogni tipo di traversia finanziaria e condannati ad arrendersi di fronte alla “corrente” che è saltata.

Una sfortuna incredibile e paradossale per Bancomat, l’azienda operativa da oltre 40 anni che governa 31 milioni di carte in circolazione, poco meno di 500 milioni di prelievi per un valore di oltre 100 miliardi e 2,4 milioni di terminali Pos. Proprio quel giorno, infatti, Bancomat aveva lanciato in pompa magna la sua nuova strategia, con un nuovo logo che ridisegna il gabbiano da decenni noto a chi usa la carta per prelevare denaro o fare un pagamento. “Il bello deve ancora venire”, le parole cariche di entusiasmo del suo presidente Franco Della Sega. Il brutto, invece, era già arrivato. E Bancomat, come l’altra azienda Nexi che è leader nel mercato dei pagamenti digitali, aveva già da ore avviato lo scarico di responsabilità. Perché la “colpa” era di una fintech francese, Worldline, quarto player mondiale dei pagamenti messa dietro la lavagna da un “guasto elettrico”.

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Più che lo storico “butterfly effect”, un banale tilt che blocca tutto, pure l’ultimo ritrovato dell’innovazione. Sembra di essere tornati ai mesi scorsi, al chiodo che mandò in malora tutto il sistema ferroviario nazionale, tenacemente accusato dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini di essere l’unico responsabile del disagio di milioni di viaggiatori. Il tech fragile che continuerà a inguaiarci le giornate, il peggio è già qui.


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