Un escavatore al lavoro su un terreno. Crediti foto: Getty Images
Non si tratta semplicemente di “terra”. Il suolo � un ecosistema che offre servizi di inestimabile valore. Il suo consumo scriteriato, un fenomeno ormai noto in Italia, comporta ricadute economiche significative, tali da far sembrare insignificanti le risorse di una qualsiasi manovra di bilancio. � quanto emerge dal nuovo rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici 2024” del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e Ispra, presentato marted� a Roma alla vigilia della Giornata Mondiale del Suolo del 5 dicembre.
Pubblicato il nuovo rapporto Ispra sul consumo di suolo. Nonostante il calo, il dato risulta in aumento rispetto alla media decennale. Tra le conseguenze, calo della capacit� del terreno di trattenere l’acqua e perdite economiche tra 7 e 9 miliardi nel periodo 2006 e 2023
Il ritmo del land consumption (consumo di suolo), denunciano i tecnici ministeriali, � �troppo elevato�; nel 2023 � proceduto a una velocit� di 20 ettari al giorno, sebbene in sensibile diminuzione rispetto all’anno precedente. �Sono stati ricoperti 72,5 chilometri quadrati, una superficie estesa come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze�, proseguono. Nonostante il valore sia in miglioramento rispetto alla misurazione passata, questo risulta in aumento in confronto alla media decennale: era pari a 68,7 km� tra il 2012 e il 2022, e solo in piccola parte � stato compensato dalla restaurazione di aree naturali (poco pi� di 8 km�, in gran parte dovuti al recupero di aree di cantiere). L’impatto si fa sentire. Lo scorso anno, il calo dell’effetto spugna – ovvero la capacit� del terreno di assorbire e trattenere l’acqua – � costato al nostro Paese oltre 400 milioni di euro. Al problema del “caro suolo” si affiancano altre voci di spesa indirette, quali la diminuzione della qualit� dell’habitat, il calo della produzione agricola, un’inadeguata capacit� di stoccaggio di carbonio e di regolazione climatica. Tra l’altro, se si considera la perdita del suolo avvenuta nel periodo tra il 2006 e il 2023, la quantit� di soldi mandati cos� in fumo viene stimata tra 7 miliardi e 9 miliardi di euro annui �e il valore smarrito di stock (perdita assoluta di capitale naturale, ndr) dello stesso periodo varia tra 19 e 25 miliardi di euro�.
I comuni virtuosi e la non applicazione delle normative comunitarie
Ad accompagnare il report, vi � uno strumento – l’EcoAtlante – che consente di consultare, personalizzare e scaricare le carte tematiche circa il consumo di terra. Ed � proprio scorrendo queste mappe che emerge come nel 2023 la cementificazione, a livello nazionale, abbia interessato pi� di 21.500 km� di terre, circa 118 volte l’estensione della citt� di Milano. Desta interrogativi il fatto che il 70 per cento del nuovo consumo sia concentrato in quei municipi classificati come �urbani� secondo il nuovo regolamento europeo sul ripristino della natura (la Nature Restoration Law). Nelle aree dove l’Unione Europea intende azzerare la perdita netta di superfici naturali e arboree a partire dal 2024, si trovano nuovi cantieri (+633 unit�), edifici (+146 ha) e piazzali asfaltati (+97 ha). Il risultato? Pi� di due terzi della popolazione urbana non � in grado di raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi. Non va meglio nelle zone a pericolosit� idraulica media, dove le trasformazioni procedono senza sosta (la superficie artificiale supera i 1100 ha). Male anche sul fronte dei territori soggetti a smottamenti, dove le terre strappate alla natura sfiorano i 530 ha, 38 dei quali in aree a pericolosit� �molto elevata�.
Le problematiche urbane e il rischio idrogeologico
L’analisi manda anche messaggi di speranza. Lo riprova la sezione dedicata ai comuni modello, i cosiddetti �Risparmia suolo�, quelli in cui le trasformazioni della copertura della terra sono risultate assenti o limitate. Nel 2024 le medaglie di merito spettano a Trieste, Bareggio (Milano) e Massa Fermana (Fermo). Le regioni pi� virtuose in termini di suolo preservato, al di sotto cio� della soglia dei +50 ettari nel 2023, sono la Valle d’Aosta (+17) e la Liguria (+28). Quelle coi risultati peggiori sono Emilia-Romagna (+735 ettari), Lombardia (+728), Campania (+616), Veneto (+609), Piemonte (+533) e Sicilia (+483). Tra le citt�, occhieggia positivamente Roma: la Capitale segna una riduzione notevole dell’incremento di suolo consumato rispetto allo scorso anno (+71 ettari nel 2023 rispetto ai 124 del 2022), insieme a Uta (un comune nell’hinterland del cagliaritano, +106) e Ravenna (+89). � l’indotto produttivo e industriale a trainare la crescita della logistica, che ha ricoperto altri 504 ettari in soli 12 mesi, specialmente nel Nord Italia (prevalentemente in Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto).
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