l 5G rappresenta è più di una semplice innovazione tecnologica: è un potente facilitatore dell’integrazione intermodale dei trasporti. È capace di unire e rendere sinergiche filiere di mobilità attualmente indipendenti, dai trasporti marittimi a quelli su strada, fino alla movimentazione delle merci e all’esperienza degli utenti nei grandi eventi. Si tratta di un approccio promuove efficienza e resilienza, rispondendo in modo efficace alle necessità di consumatori e aziende.
Questo il messaggio che emerge da Imagine Italy, l’annuale evento Ericsson che mira ad “esplorare le sfide e le opportunità della digitalizzazione delle infrastrutture nazionali”, questa volta con un focus sul 5G per la mobilità. Nel corso dell’evento, industry di varia natura si sono confrontate sull’importanza di adottare un approccio sistemico per accelerare il cambiamento. Ecco le loro voci.
Pane, Ericsson: “La sfida del futuro? La sicurezza dell’AI”
Quello che ha portato alla definizione del 5G è un percorso di innovazione che prosegue da decenni. Ed Ericsson, con alle spalle una lunga storia in ambito R&D, ne è fra i protagonisti chiave. Ne ha parlato ad Imagine Italy Alessandro Pane, Direttore della Ricerca e Sviluppo di Ericsson in Italia, chiarendo che la ricerca e sviluppo nel nostro Paese non è fine a sé stessa, ma è parte integrante di un ecosistema globale. Ericsson, con quasi 50 anni di attività di ricerca in Italia, qui conta tre centri di eccellenza: a Genova, Pisa e Pagani (tra Napoli e Salerno), responsabili fra l’altro dei sistemi di trasmissione sulla rete ottica, della ricerca sulla parte fotonica, sulla gestione delle reti, su parti sensibili dell’evoluzione delle reti. “Con il nostro lavoro – spiega Pane – abbiamo contribuito a tutta l’evoluzione: dall’1G e il duplex sino alla personalizzazione del telefonino con il 5G”.
Un percorso all’epoca inimmaginato e inimmaginabile, che oggi si incrocia con un altro grande tema cruciale per il futuro dell’umanità: l’intelligenza artificiale. “Noi ovviamente non siamo spaventati dall’AI – chiarisce Pane -, mentre c’è chi non ha trovato i freni e non sa come gestirne l’evoluzione. Il grosso sforzo, infatti, è sulla sicurezza di questa nuova tecnologia. Già nel 1956 si parlava di AI, ma oggi, con l’evoluzione delle tecnologie abilitanti, finalmente l’AI trova il luogo per esprimere la sua potenza. Noi ci lavoriamo molto e la questione fondamentale è sapere come trattarla, come gestirla e come metterla in sicurezza”.
Interpellato dal moderatore Andrea Giambruno anche su cosa chiederebbe alla politica, ragionando di 5G e nuove frontiere dell’innovazione, Pane ha dichiarato: “Noi abbiamo vissuto l’evoluzione della telefonia senza distinzioni, e la democratizzazione del bit per noi è sempre stata fondamentale. L’Europa ora deve aiutarci a capire che alcune piattaforme e metodologie vanno regolamentate i modo che ci sia omogeneità nella fruizione del servizio. Su questo fronte c’è ancora parecchia strada da fare”.
Cingolani, Leonardo: “Sinergie fra grandi aziende per rafforzare l’Europa”
In un mondo sempre più data-driven, dove si scambiano petabyte di dati non completamente analizzati, Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, mette nero su bianco la visione dell’azienda. E svela che “Leonardo ed Ericsson hanno un ruolo più consolidato di quanto si pensi in questo contesto”. “Partiamo dalla guerra in Ucraina – spiega -: avviene alla nostra frontiera est in modi che nessuno credeva possibili fino a qualche anno fa, riportando a galla reminiscenze di qualcosa che noi non avevamo mai visto. Ma lì, dove un’armata colossale invade un paese piccolo, apparentemente senza speranze, una resistenza tecnologicamente avanzata inizia a usare oggetti nati per usi civili — un drone, un telefono cellulare, un satellite — e con un sapiente uso del dato, riesce a distruggere armamenti da milioni con strumenti da poche migliaia di euro. L’abbiamo definita la trasformazione dalla guerra fatta con i bullets a guerra fatta con bytes e bullets”.
Ne emerge una nuova idea di Continente sicuro: “È uno spazio in cui i dati sono scambiati da piattaforme che galleggiano, che sono a terra, che volano o che sono nello spazio – fa notare Cingolani -. In questo continuum multi-dominio, l’interoperabilità diventa un elemento essenziale perché le piattaforme devono parlarsi. Questo è garantito da Ericsson, che fornisce sia l’hardware che la filiera di prodotti che consentono alle piattaforme — che costruiamo noi — di comunicare. È naturale quindi che Ericsson e Leonardo collaborino. Ericsson è l’unica azienda che ha tenuto il passo in un settore in cui abbiamo abdicato a favore della Cina, e questo ha fatto emergere quanto sia grave non avere l’infrastruttura che trasporta il dato. È un errore imperdonabile in termini di sicurezza globale. Ericsson e Leonardo collaborano per far sì che le piattaforme possano scambiarsi dati in tempo reale e ci sia modo di accumulare e analizzare con macchine ad altissime prestazioni, il che richiede personale capace di sviluppare algoritmi e un’infrastruttura di trasporto del dato adeguata”.
Cingolani ha poi sottolineato l’importanza di un sistema decisionale in tempo reale: “Vogliamo arrivare a un sistema in cui le decisioni vengono prese in tempo reale, affrontando non solo il problema della latenza ma anche tempi rapidissimi di analisi. Va assicurato ogni elemento del percorso, altrimenti la sicurezza non la garantiremo mai”. Ma come muoversi nel concreto? “Non si può agire solo nel proprio Paese: bisogna operare tutti insieme perché la vera competizione sulla sicurezza globale sarà sempre più quella continentale – ha chiarito -. Quindi un elemento fondamentale è pensare di porre le basi per uno spazio europeo della difesa: non a caso, la più grande forma di maturità e responsabilità sociale delle grandi aziende è dare esempio che le cose si possono fare insieme. Anche perché, francamente, sono disposto a perdere il 20% del business nazionale se posso prendere il 5% del business mondiale”.
“Insomma – ha concluso l’ad Leonardo -, siamo in un mondo di unmanned systems e il 5G sarà sempre più importante. Ma il modello deve essere condiviso, non si può avere in ogni Paese d’Europa il proprio satellite o il proprio carro armato… ecco perché il piano industriale di Leonardo parla di multidominio, di interoperabilità e di grandi alleanze internazionali. Siamo grandi in Europa ma non abbastanza nel mondo. Serve dunque un cambio di paradigma di orgoglio europeo: le grandi aziende europee, se non si mettono insieme, non ce la faranno”.
Gismondi, Autostrade per l’Italia: “5G game changer, ma serve copertura”
Danilo Gismondi, Direttore IT e Trasformazione Digitale di Autostrade per l’Italia, ha illustrato come il 5G possa essere uno strumento utile ed efficiente sulle autostrade. “Con oltre 2,5 milioni di veicoli che percorrono le autostrade ogni giorno, per noi i “grandi eventi” sono qualcosa di continuo e quotidiano, perché chi si sposta ha bisogno di informazioni puntuali e tempestive” ha spiegato alla platea di Imagine Italy. “I volumi di dati che le auto consumano e che noi stessi consumiamo per conoscere le tratte più brevi e altre informazioni chiave sono di ordine esponenziale. In questo ambito, infatti, quando parliamo di infrastrutture intelligenti ci riferiamo alla trasmissione tecnologica che arrivi ai cittadini e consenta di pianificare il viaggio, avere informazioni su una coda, e conoscere alternative di viaggio. Questo richiede una grande copertura”.
L’importanza del 5G per il futuro della mobilità è dunque cruciale: “Il 5G ha l’aspetto della bassa latenza, quindi possiamo ‘atterrare’ su un autoveicolo – ha spiegato Gismondi -. Per il futuro ci aspettiamo che questo concetto “esploda” in termini di copertura, sino ad arrivare a consigliare al singolo, ad esempio, di rallentare, fermarsi o cambiare strada”.
Ma lo sguardo va anche oltre. E parlando di mobilità stradale non si può non fare cenno al problema ambientale: ”Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, bisogna lavorare sui comportamenti. – chiarisce Gismondi -. E su questo bisogna fare quadrato con gli operatori. Se infatti l’informazione preventiva sulle dinamiche di viaggio diventa fondamentale, diventa importante lavorare in ecosistema: noi ci stiamo già muovendo con gli autotrasportatori per una smart logistica, ma anche il consumatore deve essere parte del ragionamento”.
Parlando infine di smart city, la vision è chiara: “Gran parte delle tecnologie già esiste – ha concluso Gismondi -: il tema è la focalizzazione degli investimenti, e noi di Autostrade siamo fortemente focalizzati. Ma l’intero paese deve fare networking perché non dobbiamo “reinventare la ruota”: l’interoperabilità già esiste, il tema è di tessuto industriale. Qui bisogna agire”.
Murgia, Rfi: “Un sistema comune la base per servizi sempre più efficienti”
Parlare di futuro della mobilità significa anche toccare il tasto del trasporto ferroviario, con tutto il suo carico di conseguenze e aspettative in termini innovazione. Efiusio Murgia, della direzione tecnica di Rfi, dal palco di Imagine Italy ha alzato il velo sulle strategie di ammodernamento della rete ferroviaria italiana. “Noi abbiamo una grande missione, che è far circolare i treni in sicurezza – ha puntualizzato -. Il nostro obiettivo è mantenere l’infrastruttura efficiente e garantire l’innovazione tecnologica”. Quali dunque i driver? “Siamo impegnati a favorire l’interoperabilità dei sistemi – ha spiegato Murgia -. Lo stiamo facendo con l’Europa, che ci fornisce istruzioni, e con il mondo industriale, che ci supporta con le tecnologie più innovative. Solo creando un sistema comune possiamo implementare servizi sempre più efficienti e capillari.”
Altrettanto centrale è l’importanza delle piattaforme di integrazione logistica: “Guardiamo anche alla possibilità di condividere informazioni nel modo più diffuso e veloce possibile, per far funzionare il sistema nel modo più efficiente – ha spiegato Murgia -. Il cambio di passo è nella possibilità di avere dati in tempo reale e poter fare scelte su persone e merci, con un occhio alla sostenibilità”.
Cenno finale sulle attività per garantire l’accesso ai porti e l’interoperabilità dei treni: “Ci stiamo preparando per garantire l’accesso ai porti per l’interoperabilità dei treni – ha concluso Murgia -. Ma l’interoperabilità passa anche per l’attrezzaggio dei bordi, ovvero il treno stesso, che deve essere nativo. Non scordiamolo: costruire una rete 5G nativa necessita dell’interlocuzione fra terra e bordo”.
Zard, Vivo Concerti: “Grandi eventi sempre più gestibili grazie al 5G”
Clemente Zard, Amministratore Delegato di Vivo Concerti, ha discusso di come il 5G possa migliorare l’esperienza dei partecipanti a grandi eventi, come quelli in arrivo a Roma e Milano-Cortina. “Un concerto è un’esperienza analogica che, però, sempre più spesso diventa il luogo dello smartphone”, ha affermato Zard. E che i fruitori spesso siano disposti a spendere di più per ottenere servizi di connettività migliori lo dimostra ormai l’esperienza: ”Nei concerti, le cose che costano di più sono quelle vendute prima – ha puntualizzato Zard -, senza scordare che le persone che non possono essere presenti all’evento hanno modi alternativi di vivere l’esperienza. Saranno sempre più diffusi elementi collaterali”.
Ma il 5G può essere importante anche su altri fronti: uno fra tutti, la gestione degli assembramenti durante i concerti. “Il 5G può aiutare non solo l’amministrazione ma anche il fruitore finale – ha concluso Zard -. Se un concerto inizia in ritardo, puoi informare sui trasporti, sull’orario finale del concerto o su altre indicazioni importanti, semplificando così il naturale svolgimento dell’evento”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link