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cinque mesi per salvare l’oggetto cult che ha fatto amare il caffè


Cinque mesi per salvare il celebre omino coi baffi, simbolo del Made in Italy nel mondo, che griffa l’oggetto più iconico per milioni di amanti del buon caffè: Moka Express. Inventato nel 1933 da Alfonso Bialetti, questo oggetto, tanto semplice quanto geniale, ha saputo combinare funzionalità, estetica e accessibilità, diventando un simbolo della cultura italiana.

Dopo oltre cent’anni di storia, BialeLa mokatti rischia di scomparire per una profonda crisi di liquidità che perdura da svariati anni. Il piano industriale ha comportato pesanti sacrifici, tra cui una incisiva ristrutturazione aziendale, ma potrebbe purtroppo non bastare per salvare un pezzo di storia industriale italiana, quotata in borsa dal 2007.

Geniale moka che unisce i riti del caffè tra napoletana ed espresso

C’è tempo fino al 30 aprile 2025, però, grazie alla proroga della scadenza dei prestiti obbligazionari decisa all’ultimo CdA, inizialmente fissata al 28 novembre scorso, e per consentire che proseguano le negoziazioni in corso con potenziali investitori, in grado di rimettere in sesto la società. Il Gruppo nei primi nove mesi del 2024 ha conseguito ricavi pari a 104,7 milioni di euro con un incremento del 6,1% rispetto al medesimo periodo del 2023. «Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti, grazie a investimenti mirati in marketing, nuovi prodotti e una gestione attenta dei costi.

Osserviamo una crescita nei segmenti chiave delle caffettiere e del caffè, supportata anche dalle collaborazioni con brand di prestigio come D&G e Netflix» ha dichiarato il presidente Francesco Ranzoni, ottimista sul futuro della storica azienda.

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STORIA DI UN GENIO

Tutto ebbe inizio nel 1919, quando Alfonso Bialetti, un artigiano con un forte spirito innovativo e creativo, aprì una fonderia a Crusinallo, piccola frazione di Omegna, affacciata sul lago d’Orta. Qui produsse semilavorati in alluminio, ma nel suo studio di progettazione iniziò a disegnare il prototipo di una caffettiera, che dopo oltre un decennio sarà un capolavoro ingegneristico che entrerà in tutte le case degli italiani, soppiantando l’altrettanto celebre caffettiera napoletana. Ispirato dalla tecnologia degli apparecchi per il bucato, che utilizzavano il principio della pressione del vapore, concepì una caffettiera in grado di preparare un caffè aromatico e corposo senza necessità di macchine ingombranti.

È il 1933 quando Bialetti iniziò a produrre la Moka Express, una geniale innovazione che, come disegno industriale italiano famoso in tutto il mondo, finirà nella collezione permanente nel Museo del Design della Triennale di Milano e del MoMA di New York. Il nome evoca Mokha, città dello Yemen famosa per una varietà di caffè piuttosto apprezzata.

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INGEGNERIA E CAROSELLO

La Moka Express si distingue per il suo design a forma ottagonale, funzionale per distribuire uniformemente il calore, e per la sua semplicità di utilizzo: un contenitore inferiore per l’acqua, un filtro per il caffè macinato e una camera superiore per il caffè pronto. Il sistema sfrutta la pressione del vapore per spingere l’acqua calda attraverso il caffè, estraendo gli aromi in modo efficace. Una volta in mano al figlio Renato, la Moka Express si affermò come prodotto di massa.

La campagna pubblicitaria, accompagnata dal celebre slogan «In casa un espresso come al bar», catturò l’immaginario collettivo ma il boom internazionale arrivò nel 1953: Paul Campani disegnò il piccolo omino con i baffi, che ancora oggi è il volto del marchio, evocando un’immagine familiare e giocosa che ha reso la Moka ancora più riconoscibile. Gli spot del Carosello l’hanno trasformata poi in oggetto iconico. Ad oggi, si stima che siano state vendute oltre 300 milioni di caffettiere in tutto il mondo.

OGGETTO SENZA TEMPO

La Moka Bialetti non è solo una caffettiera, ma è un emblema italiano, capace di trasformare un gesto quotidiano come preparare il caffè, in un rituale di piacere e condivisione. Ancora oggi, nelle cucine di milioni di famiglie, il borbottio della Moka che annuncia il caffè pronto è un suono familiare che racconta storie di convivialità e cultura. Nonostante l’avvento delle macchine per il caffè espresso e delle capsule, la Moka resiste come simbolo di autenticità e tradizione, sebbene l’azienda abbia ceduto alla modernità producendo macchine espresso e capsule, mentre nel 2021 ha lanciato la sua prima linea di caffè macinato, che l’anno dopo viene eletto prodotto dell’anno dai consumatori.

Negli ultimi anni, ha cercato di avvicinare un pubblico più giovane al caffè preparato in modalità analogica, diciamo così. Come con la moka ispirata alla serie tv di Netflix «Bridgerton», ricoperta di un azzurro delicato e impreziosita da decori floreali, piccole api e inserti dorati; o la nuova collezione Dolce&Gabbana con disegni di ispirazione mediterranea in bianco e azzurro. In attesa di conoscere il destino di Bialetti, inganniamo il tempo con una tazzina di caffè.





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