L’emergenza
Mozione approvata dal Consiglio regionale della Lombardia. Ambientalisti critici
Un cormorano mangia un pesce
I pescatori gardesani plaudono alla mozione approvata dal Consiglio regionale della Lombardia con cui si chiedono interventi incisivi di controllo selettivo del cormorano, uccello acquatico che si ciba di pesce, la cui proliferazione è individuata dai pescatori come una delle cause principali della diminuzione dei pesci nel lago.
La mozione impegna ad avviare azioni come uno studio che stabilisca il quantitativo massimo di cormorani sopportabile da ciascun ecosistema, ma anche a prevedere l’invio di cacciatori e operatori autorizzati e formati a disporre un piano di prelievo in deroga. Due specie di cormorano, il marangone maggiore e quello dal ciuffo, sono tutelate dalla Direttiva uccelli dell’Unione europea, che dà agli Stati membri la possibilità di derogare solo per determinate finalità.
«Sul Garda il cormorano c’era anche in passato, ma non in questi numeri», evidenzia Maurizio Scarmigliati, presidente dell’Unione pescatori sportivi del Garda, associazione che un paio di anni fa ha fatto un censimento contando dai 3mila ai 5mila esemplari, con l’asticella che si alza tenendo conto di quelli che dormono nei dintorni del laghetto del Frassino, a Peschiera, e di giorno si spostano per mangiare. «La tutela ha causato una sovrappopolazione che si sposta perché gli spazi originari non bastano più: dal mare ai laghi, ai fiumi e ai torrenti», prosegue Scarmigliati. Un cormorano comune mangia circa mezzo chilo di pesce al giorno e potrebbe rappresentare un problema tanto più se gli esemplari sono concentrati in un luogo.
Buchi nelle reti
«Per i pescatori di professione è ancora peggio», osserva Umberto Broglia, fondatore e socio di Garda Pesca, azienda che commercializza pesce. «I cormorani hanno capito che dove ci sono i galleggianti delle reti c’è da mangiare: si immergono a 10-20 metri di profondità, bucano le reti e prendono i pesci». Al di là della mozione, ci sono già i Piani di controllo del cormorano: la Lombardia l’ha adottato da qualche anno e il Veneto l’ha approvato per la prima volta nel giugno scorso. In Lombardia l’ultimo censimento di gennaio 2024 ha indicato sul territorio regionale 7.563 cormorani e nel periodo tra ottobre 2023 e marzo scorso ne sono stati abbattuti 334, circa la metà del 10% possibile stando all’ultimo censimento. «Le guardie faticano ad applicare il piano perché ci sono troppi paletti da rispettare», osserva Scarmigliati. Discorso a parte per il Veneto, che nel suo Piano di controllo per il 2024-2028 non ha contemplato il Garda concentrandosi su altre aree dove l’impatto è ritenuto maggiore, come alcuni tratti dell’Adige e del Fibbio dove ci sono specie ittiche con problemi di conservazione.
«Questo primo piano regionale non può essere applicato sul Garda», conferma Ivano Confortini, ittiologo responsabile della sede territoriale di Verona dell’Unità organizzativa Coordinamento gestione ittica e faunistico-venatoria della Regione, che non ha avuto voce in capitolo nella stesura.
«Il cormorano è un problema rilevante in presenza di allevamenti, abbastanza importante nelle zone dove sono presenti i salmonidi, mentre nel Garda è minore, bisogna dimostrare il danno economico», aggiunge Confortini. «Tutti concorrono a prelevare pesce, pescatori professionisti e dilettanti e anche i cormorani, senza dubbio specie impattante che necessita di interventi di contenimento». «Bisogna riportare equilibrio e mi spiace si intervenga solo quando le situazioni vanno fuori controllo», dice Filippo Gavazzoni, vicesindaco di Peschiera, vicepresidente della Comunità del Garda e studioso dell’ambiente lacustre. «Bene la mozione della Lombardia, mi auguro ci si allinei anche in Veneto».
Di parere opposto il mondo ambientalista: «È sempre la solita filosofia: l’essere umano al centro dell’universo e tutto il resto gli deve girare attorno», ammonisce Simonetta Tascio, socia di Verona Birdwatching e WWF Veronese. «La natura ha le sue leggi da cui non si scappa, sono gli umani che spesso non rispettano le regole».
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