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“Terra di nessuno”, c’è un parco della droga (anche) nella tranquilla Cesena


“Vengono di continuo a cambiare i soldi, ormai anche i vecchietti sanno quanto costa la coca”. Lo sfogo è scomposto ma forse per questo ancora più genuino e sincero e proviene da chi, ogni giorno, assiste allo spaccio in diretta. Anche la tranquilla Cesena ha un “parco della droga” che è il giardino 11 settembre 2001 nella zona dell’ex Zuccherificio, a pochi passi dal centro commerciale Lungosavio. L’esasperazione arriva dai gestori del chiosco di piadina Da Lela e Babbi di via Italo Calvino che affaccia sul parco. Sono arrivati sei mesi fa da Cervia, mai si sarebbero aspettati una situazione del genere. 

Il parco “famoso” per il degrado

Il parco incastonato tra i palazzi di mattoncini rossi tipici della zona ex Zuccherificio, è una sorta di “terra di nessuno”. La scena è effettivamente desolante e documentata, non mancano le siringhe lasciate dai tossicodipendenti frequentatori dell’area verde. I gestori del chiosco hanno dovuto subire addirittura “le minacce di un signore che si è presentato con un bastone dicendoci che qui non esiste nessuno spaccio e nessun bivacco”.

La situazione è ben nota alle forze dell’ordine che intervengono frequentemente per espellere stranieri irregolari che bivaccano tutta la giornata nel giardino pubblico che dovrebbe essere frequentato da bambini e ragazzi, ma diventa covo di pusher e luogo di ritrovo di consumatori di droga. 

Non è sicuramente un caso che il primo Daspo urbano sia stato emesso dalla Polizia Locale proprio qui, nei confronti di un tunisino sorpreso in stato di ubriachezza e ben conosciuto dalle forze dell’ordine come consumatore abituale di stupefacenti. Il “Giardino 11 settembre 2001”, tra le vie Machiavelli e Italo Calvino, è stato inserito tra le zone della città sottoposte a particolare tutela.

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“Il segreto vero per rendere questo luogo bello e vivo, è frequentarlo – aveva detto il sindaco agli studenti nel 2022 –  gli spazi pubblici sono di tutti. Noi come Comune possiamo renderli moderni, ma il vero segreto è passarci il nostro tempo”. Il parco è stato reso più “smart”, oltre alle telecamere, è stato installato anche il wi-fi gratuito per favorire la presenza dei giovani, ma i gestori del chiosco lamentano che “le mamme con bambini attraversano velocemente il parco, o evitano proprio di attraversarlo per non imbattersi in questi personaggi. Siamo arrivati al punto che anche gli universitari che vanno allo studentato preferiscono fare il giro largo per non entrare nel parco. Le altalene e gli scivoli sono sempre deserti, i bambini non ci vanno mai”. Ed è effettivamente così anche in un sabato mattina soleggiato di fine novembre.

Il parco 11 settembre

A tu per tu con gli spacciatori

“I ragazzi del parco”, Christian e Lela, gestori del chiosco di piadine, li chiamano così: “Si presentano continuamente con pezzi da 20 o 50 euro e chiedono di cambiare i soldi, se non lo facciamo diventano aggressivi e minacciosi”. Il problema è costituito da “una ventina di persone che bivaccano nel parco, dalla mattina alla sera, in pratica ci vivono, e ricevono i clienti che arrivano ad ogni ora del giorno per la droga”. 

L’episodio più grave: “Un signore sulla sessantina è venuto al chiosco e ci ha minacciato con un bastone dovete tornare a Cervia, qui non c’è nessuno spaccio”.

Le scene quotidiane: “Vediamo panni stesi, fornelli, notiamo quando nascondono la droga o i soldi nei cespugli, nei pozzetti a secco, sarebbe importante tagliare le siepi proprio per impedirgli di nascondersi e nascondere gli ‘attrezzi del mestiere’. Sarebbe utile anche aumentare l’illuminazione. Vediamo spesso anche dei ‘pali’, persone che si mettono di vedetta e avvisano i ragazzi del parco quando passano le forze dell’ordine. Ci sentiamo sfidati da queste persone, che abbiamo denunciato, intanto i nostri clienti scappano per paura e per episodi spiacevoli che sono capitati”.

Le installazioni per i bambini

Oltre alle siringhe, le scende di degrado sono frequenti: “Si costruiscono delle armi bianche con i cocci di bottiglie di vetro che spaccano di continuo, a volte litigano e si picchiano, sentiamo spesso urla e succede che arrivino al nostro chiosco ubriachi come degli zombie”.

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“Tagliando le siepi – dicono i due esercenti – si toglierebbe a queste persone la possibilità di bivaccare, di nascondersi e nascondere la droga”. Uno dei tanti episodi: “Quando la ditta del Comune è venuta per tagliare l’erba li hanno obbligati ad aspettare perché prima dovevano avere il tempo di riprendersi tutto quello che avevano nascosto, si sentono i padroni dell’area”.



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