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Blue Economy: così l’IA sta trasformando il settore marittimo in Ligura. Parlano Rina e Fincantieri. Con Osservatorio UniMarconi


L’intelligenza artificiale è il vento di cambiamento che spinge la Blue Economy verso nuove rotte di innovazione e sostenibilità. Questa economia del mare, che abbraccia comparti come logistica portuale, cantieristica, pesca e produzione di energia marina, mira a unire crescita economica e rispetto per l’ambiente attraverso l’uso responsabile delle risorse. Ecco: grazie all’IA, la Blue Economy può ridefinire il proprio orizzonte. Dall’ottimizzazione delle rotte navali alla manutenzione predittiva, passando per una gestione più intelligente dell’energia. Questo passaggio tocca l’Italia e la Liguria in particolare, data l’importanza della Blue Economy per il territorio regionale: coinvolge il 40% delle famiglie liguri. Per il direttore dell’Osservatorio Gailih sull’IA Luca Manuelli infatti, «la Liguria deve cogliere questa occasione per coniugare innovazione e sostenibilità, applicando l’IA a un settore-chiave».

E non si tratta di qualcosa di futuristico. Ad esempio, Fincantieri, leader globale nella cantieristica, sta implementando soluzioni basate sull’IA per rendere più efficienti i processi operativi e ridurre l’impatto ambientale. Con il Ship Management System, l’azienda sfrutta sensori IoT e algoritmi avanzati per monitorare le operazioni in tempo reale, ottimizzando consumi e manutenzione. Parallelamente, Rina – un gruppo multinazionale italiano con sede a Genova, specializzato in servizi di classificazione navale, certificazione, ispezione e consulenza ingegneristica – intende impattare il settore marittimo con l’introduzione del Hydrodynamic Digital Twin, una tecnologia che analizza le performance propulsive delle navi per ridurre consumi e migliorare la sostenibilità. Con l’IA come alleato strategico, la Blue Economy non solo si rinnova, ma si posiziona come un modello globale di come tecnologia e sostenibilità possano viaggiare nella stessa direzione.

Un ruolo di rilievo in questo passaggio può essere ricoperto dal citato Osservatorio Gailih, Generative Artificial Intelligence Learning and Innovation Hub, promosso da Unimarconi, la prima università digitale italiana e attivato il 5 febbraio 2024. L’obiettivo dell’Osservatorio è di giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’applicazione dell’IA in Italia, con un focus su un’analisi dettagliata delle implicazioni scientifiche, economiche, etiche, normative e formative di questa tecnologia rivoluzionaria.

L’articolo prende spunto dall’evento “Formare il futuro”, organizzato dall’Osservatorio qualche giorno fa all’auditorium di Confindustria Genova e denominato “AI, Blue Economy e Basilicon Valley: innovazione, formazione e sostenibilità per il futuro della Liguria”.

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Come l’IA può impattare sulla blue economy, e in particolare quella della Liguria

Luca Manuelli, direttore dell’Osservatorio Gailih sull’IA.

Per Luca Manuelli «il mercato globale dell’AI supererà gli 800 miliardi di euro entro il 2030. La Liguria deve cogliere questa occasione per coniugare innovazione e sostenibilità, applicando l’IA ai settori chiave come la Blue Economy». L’intelligenza artificiale può ottimizzare la logistica portuale, migliorare la progettazione navale e favorire una gestione responsabile delle risorse marine, contribuendo a un’economia più efficiente e rispettosa dell’ambiente.

Per il presidente della Regione Liguria Marco Bucci «applicare l’alta tecnologia ai settori chiave come la Blue Economy è essenziale per mantenere la competitività della regione a livello europeo». Questo settore può essere il pilastro di una trasformazione economica che unisca tradizione e innovazione. La Liguria, con infrastrutture avanzate come la Sturla Landing Station e competenze nei poli di Genova e La Spezia, ha i requisiti per diventare un laboratorio d’innovazione. La Liguria, con il suo patrimonio di competenze, può diventare un punto di riferimento internazionale per le tecnologie marine e sottomarine, applicando l’IA anche nei processi di sostenibilità e nella transizione energetica. Infatti, per il direttore dell’Istituto Italiano della Tecnologia Giorgio Metta «l’IA accelera la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, dal design di nuovi materiali alla creazione di farmaci, e può guidare la sostenibilità economica e ambientale».

Parallelamente, una governance efficace è fondamentale per integrare l’IA nel tessuto economico e sociale. Per il senatore e vicepresidente Commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, innovazione tecnologica del Senato Lorenzo Basso «un’autorità unica per l’intelligenza artificiale potrebbe semplificare la gestione e promuovere regole chiare che incentivino innovazione e sostenibilità». E La formazione gioca un ruolo cruciale: colmare il divario di competenze è necessario per preparare la forza lavoro alle sfide del futuro.

Infine, si deve realizzare una collaborazione tra imprese grandi e piccole.  Per il vicepresidente di Confindustria Genova Fabrizio Ferrari «le filiere industriali sono cruciali per permettere alle piccole aziende di crescere e innovare, sfruttando il supporto tecnologico e strategico delle grandi realtà». Questo modello di sinergia può trasformare la Blue Economy in un esempio virtuoso di Industria 5.0, dove uomo, sostenibilità e tecnologia convivono in armonia. Con l’IA come motore di crescita e il mare come risorsa strategica, la Liguria può davvero ambire a diventare la “BaSilicon Valley” italiana, un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano per costruire un futuro più sostenibile e inclusivo.

Innovazione, intelligenza artificiale e visione strategica: il futuro dell’Italia digitale

L’Osservatorio Gailih: una visione strategica per l’IA in Italia

Si diceva dell’Osservatorio Gailih. Rappresenta un punto di convergenza per università, aziende e startup, e ha elencato i suoi obiettivi: sviluppare competenze, esplorare l’etica nell’IA e regolamentare il settore per garantirne uno sviluppo responsabile. Un documento strategico, condiviso con stakeholder e istituzioni, delinea le opportunità e i rischi dell’AI generativa, tra cui la trasformazione del lavoro e le implicazioni etiche e sociali. Per Arturo Lavalle, direttore dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi: «è cruciale affrontare il legame tra intelligenza artificiale e sostenibilità sociale, ambientale ed energetica». Inoltre, l’Osservatorio mira a promuovere competenze digitali sia nell’impresa che nell’educazione, adattando i modelli scolastici e universitari alle sfide del futuro.

MyWay: una start-up innovativa che rende intelligenti gli oggetti tradizionali

MyWay è la prima start-up italiana ad aver aderito all’Osservatorio, Per Valter Ballestro, cofondatore di MyWay «dal 2021 la start-up ha investito in tecnologie che rendono gli oggetti tradizionali intelligenti, come il nostro dispositivo per il tracciamento dei container». Si tratta di un device dotato di sensori avanzati che trasformano un semplice container in un “cervello” capace di comunicare dati su posizione, temperatura e sicurezza. Questa innovazione, che ha attirato l’interesse internazionale, rappresenta solo una parte della visione di MyWay, che si estende anche alla manutenzione predittiva di macchinari industriali e al monitoraggio ambientale. Per Ballestro «l’obiettivo è rendere le macchine sempre più intelligenti e utili in diversi settori».

Progetto Neptune: esplorazione sottomarina con l’intelligenza artificiale

La tecnologia di Neptune permette di raccogliere dati complessi e analizzarli rapidamente, offrendo un contributo innovativo alla ricerca e alla conservazione ambientale.

Neptune è un progetto che combina robotica subacquea e IA per applicazioni che spaziano dall’archeologia al monitoraggio ambientale. Per il Pm e AI expert Klajdi Beqirai «si è data vita ad una piattaforma che permette di ricostruire in 4D, cioè con dati spaziali e temporali, ambienti sottomarini per studiare biodiversità e prevenire rischi ambientali». I primi test si stanno svolgendo in Sicilia, sul relitto di una nave romana, e a Portofino, per monitorare le foreste di Gorgonie, cruciali per l’ecosistema marino. La tecnologia di Neptune permette di raccogliere dati complessi e analizzarli rapidamente, offrendo un contributo innovativo alla ricerca e alla conservazione ambientale.

Sistema zero: il futuro dell’intelligenza cognitiva tra innovazione e criticità

Un nuovo paradigma sta emergendo nel panorama dell’intelligenza artificiale e dell’interazione uomo-macchina: il Sistema Zero. Questo approccio, introdotto durante un convegno che ha visto la partecipazione di esperti accademici e industriali, propone una rivoluzione nel modo in cui pensiamo, apprendiamo e lavoriamo, superando i limiti dei modelli cognitivi definiti dal Premio Nobel Daniel Kahneman. Il Sistema 1, basato sull’intuizione rapida, e il Sistema 2, focalizzato sull’analisi razionale, trovano ora un alleato in un nuovo metodo che integra rapidità decisionale e profondità analitica grazie alle tecnologie più avanzate.

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Il Sistema Zero: un nuovo paradigma cognitivo per l’interazione uomo-macchina

Flavio Tonelli, professore dell’Università di Genova e membro dell’Osservatorio

Secondo Flavio Tonelli, professore ordinario di impianti industriali e membro dell’Osservatorio, il Sistema Zero è un approccio cognitivo innovativo che consente un’interazione avanzata tra uomo e macchina. Non si limita a sommare le caratteristiche dei Sistemi 1 e 2, ma li supera, offrendo risposte rapide e precise in tempo reale. Grazie a tecnologie come la realtà aumentata, è possibile accelerare i processi decisionali e abilitare un apprendimento adattivo. Tonelli ha illustrato l’esempio di un operatore che, indossando occhiali di realtà aumentata, può apprendere e risolvere problemi in tempo reale, adattando continuamente le proprie strategie.

Le potenzialità del Sistema Zero per lavoro e formazione

Il Sistema Zero promette di trasformare radicalmente il mondo della formazione e del lavoro. Per Marco Invernizzi, presidente del Centro Strategico Sicurezza e Rischio di Vulnerabilità, questo approccio rappresenta un meccanismo di semplificazione che riduce le barriere cognitive. Tuttavia, è fondamentale preparare studenti e lavoratori non solo a utilizzare queste tecnologie, ma anche a gestire situazioni tradizionali in assenza di supporto tecnologico, garantendo una sostenibilità cognitiva. Anche per Enrico Rizzuto, vicepresidente del Centro Strategico Mare, l’intelligenza artificiale può facilitare il passaggio tra modalità di apprendimento induttive e deduttive. Tuttavia, l’adozione di questi strumenti richiede attenzione, per evitare che si crei una dipendenza cognitiva che limiti il pensiero critico.

I rischi del Sistema Zero: il confine tra supporto e delega

L’osservatorio Generative Artificial Intelligence Learning and Innovation Hubè promosso da Unimarconi.

Per Arturo Lavalle, direttore Ricerca & Sviluppo e Relazioni Internazionali, Unimarconi e membro dell’Osservatorio, possono verificarsi alcune criticità con il Sistema Zero. Tra queste, il rischio di amplificazione dei bias presenti nei dati, che potrebbe portare a decisioni distorte. Inoltre, una dipendenza crescente dalla tecnologia potrebbe ridurre la capacità di pensiero autonomo degli individui, come sottolineato in recenti analisi critiche. L’intelligenza artificiale deve essere utilizzata come uno strumento di supporto, ma mai come sostituto del pensiero umano. Per Daniele Porello, professore associato di logica e filosofia della scienza dell’Università di Genova, l’accento va posto sulla necessità di normare l’interazione tra tecnologie avanzate e responsabilità umana. Il lavoratore o il decisore che si avvale del Sistema Zero deve mantenere un ruolo attivo e critico, evitando di affidarsi completamente alle macchine.

L’introduzione del Sistema Zero richiede una trasformazione radicale della didattica, con un focus su apprendimento continuo e competenze trasversali

Il Sistema Zero richiede una trasformazione profonda dei modelli educativi. Per Antonio Giovannetti, ricercatore coinvolto in progetti innovativi all’Università di Genova, c’è il rischio di un disaccoppiamento tra conoscenze e competenze. La tecnologia avanza più rapidamente della capacità umana di adattarsi, rendendo necessario un apprendimento continuo e adattivo. Giovannetti ha proposto di integrare strumenti di intelligenza artificiale nella didattica per sviluppare capacità critiche, etiche e trasversali. Tra gli esempi concreti, l’Università di Genova ha introdotto progetti realistici in corsi tradizionali e innovativi, come la simulazione dello sviluppo di un’auto elettrica o l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale per decision-making strategico. Questi approcci puntano a preparare gli studenti al futuro, insegnando loro non solo a utilizzare le tecnologie, ma anche a comprenderne le implicazioni.

L’IA come motore di trasformazione: gli obiettivi di Fincantieri

Lo Ship Management System crea un flusso continuo di dati che collega la nave al cantiere, al porto e agli altri attori della filiera marittima. Questo ecosistema digitale integrato rappresenta un cambio di paradigma nell’industria navale, trasformando la gestione delle navi in un modello interconnesso e sostenibile.

La mappa della presenza globale della citata Fincantieri riflette un’azienda attiva su tre continenti con una rete di 18 cantieri distribuiti in Italia, Stati Uniti, Norvegia, Romania, Vietnam e Brasile. Grazie a un portafoglio ordini che supera i 41 miliardi di euro, Fincantieri si conferma come uno degli attori principali nel settore, con ricavi annui di 7,7 miliardi di euro. La strategia di Fincantieri si fonda su un approccio integrato che coniuga tecnologia, innovazione e capacità produttive. Per Quirino Brusca head of Digital Solutions di Fincantieri Nextech, una delle realtà del gruppo Fincantieri dedicate alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica «Fincantieri continua a investire nella creazione di un ecosistema digitale che coinvolga tutti gli aspetti della filiera, dalla progettazione alla manutenzione, passando per la gestione e l’efficientamento energetico».

Dunque, l’adozione dell’IA in Fincantieri non è una semplice evoluzione tecnologica, ma un cambio di paradigma che coinvolge ogni livello dell’azienda. L’obiettivo è chiaro: utilizzare l’AI per rendere i processi più efficienti, le operazioni più sostenibili e le decisioni più informate, mantenendo però sempre l’uomo al centro di ogni attività. Per Quirino Brusca «l’intelligenza artificiale deve essere uno strumento per supportare l’essere umano, non per sostituirlo».

Gli investimenti per l’innovazione

Tra il 2019 e il 2022, Fincantieri ha investito oltre 1,2 miliardi di euro per modernizzare le proprie infrastrutture e implementare nuove tecnologie. Nei prossimi anni (2023-2026), l’azienda pianifica ulteriori investimenti per circa 1 miliardo di euro. Secondo Brusca, «ciò non solo permette di incrementare l’efficienza operativa, ma garantisce un forte impatto sull’indotto economico e tecnologico nazionale».

L’intelligenza artificiale rappresenta per Fincantieri uno strumento fondamentale per ottimizzare l’uso delle risorse sia nei cantieri che a bordo delle navi

MyWay ha investito in tecnologie che rendono gli oggetti tradizionali intelligenti, come il dispositivo per il tracciamento dei containe». Si tratta di un device dotato di sensori avanzati che trasformano un semplice container in un “cervello” capace di comunicare dati su posizione, temperatura e sicurezza.

Grazie ad algoritmi avanzati, l’IA permette di analizzare i carichi di lavoro in tempo reale, distribuendo le attività in modo efficiente e riducendo gli sprechi. Questa capacità di adattamento dinamico consente anche di abbattere i consumi energetici, grazie a una gestione intelligente delle operazioni, e di supportare le decisioni quotidiane attraverso l’elaborazione di dati precisi e costantemente aggiornati. Per Quirino Brusca, «L’IA deve diventare un supporto quotidiano, un abilitatore che ci aiuta a lavorare meglio, sia a terra che a bordo delle navi». Con questa visione, l’AI non è solo una tecnologia, ma un alleato strategico per migliorare efficienza e sostenibilità in ogni fase operativa.

Lo Ship Management System di Fincantieri è una piattaforma digitale innovativa che sfrutta sensori avanzati, tecnologie IoT e algoritmi di intelligenza artificiale per ottimizzare e gestire ogni aspetto delle operazioni navali

Stabilimento di Fincantieri a Monfalcone

Questo sistema, cui si accennava, è progettato per migliorare l’efficienza, l’affidabilità e la sostenibilità delle navi, e si distingue per la capacità di accompagnare le imbarcazioni non solo durante la costruzione, ma lungo l’intero ciclo di vita operativo. Si focalizza sull’ottimizzazione delle risorse, permettendo una gestione intelligente dei carichi di lavoro e delle attività operative. Cinque le aree fondamentali: l’efficientamento energetico, la manutenzione predittiva, il supporto decisionale, e l’autonomia e la resilienza. Grazie a questo approccio, lo Ship Management System crea un flusso continuo di dati che collega la nave al cantiere, al porto e agli altri attori della filiera marittima. Questo ecosistema digitale integrato rappresenta un cambio di paradigma nell’industria navale, trasformando la gestione delle navi in un modello interconnesso e sostenibile che ridefinisce gli standard globali del settore.

L’efficientamento energetico rappresenta uno degli obiettivi centrali di Fincantieri

Daniele Guarnaccia, responsabile Business Development di Cetena. (Fonte: LinkedIn).

Fincantieri punta a rendere le proprie operazioni sempre più sostenibili e conformi alle normative ambientali internazionali, come quelle dell’Imo (International Maritime Organization). L’intelligenza artificiale svolge un ruolo cruciale in questo ambito, permettendo di ottimizzare l’uso dei sistemi di raffreddamento e la gestione complessiva dell’energia a bordo delle navi, oltre a introdurre tecniche di energy harvesting per ridurre il consumo di risorse non rinnovabili. Grazie all’IA, Fincantieri può monitorare e ridurre efficacemente le emissioni di CO₂, garantendo che le navi non siano solo progettate per essere sostenibili, ma anche utilizzate in modo responsabile. Come ha sottolineato Daniele Guarnaccia, responsabile Business Development di Cetena, (Centro per gli Studi di Tecnica Navale di Fincantieri, specializzato nello sviluppo di tecnologie avanzate per il settore navale e marittimo. Si occupa di innovazione, simulazione, e ottimizzazione di soluzioni tecniche per migliorare l’efficienza, la sostenibilità e la sicurezza delle navi) «non basta costruire navi green, dobbiamo anche utilizzarle in modo green. L’intelligenza artificiale ci permette di raggiungere questo obiettivo, monitorando ogni operazione per garantire la sostenibilità».

La manutenzione predittiva rappresenta una delle applicazioni più avanzate e strategiche dell’intelligenza artificiale nel settore navale

Quirino Brusca head of Digital Solutions di Fincantieri Nextech. (Fonte: LinkedIn).

Con l’utilizzo di sensori intelligenti, Fincantieri monitora costantemente lo stato di salute di macchine critiche come gru e motori, rilevando in tempo reale eventuali anomalie e inviando avvisi prima che si verifichino guasti. Questo approccio consente di anticipare i problemi, riducendo al minimo i tempi di fermo non pianificati e garantendo un notevole risparmio sui costi di manutenzione grazie a interventi mirati e tempestivi. Inoltre, la manutenzione predittiva migliora la sicurezza e l’affidabilità delle operazioni, un aspetto cruciale in un settore in cui ogni ritardo o malfunzionamento può avere impatti significativi sulla produttività. Per Filippo Carraro, project Manager di Nextech, «abbiamo sensorizzato le gru più grandi dei nostri cantieri e, grazie all’AI, possiamo prevedere eventuali problemi prima che si verifichino. Questo ci permette di rispettare i tempi di consegna e garantire efficienza». Per il digital innovation project manager di Fincantieri Fabrizio Finzi «la nostra sfida è combinare AI e robotica per garantire un livello di qualità mai visto prima, integrando tecnologie che possano rilevare, intervenire e prevenire guasti in modo completamente nuovo».

Un’altra applicazione fondamentale dell’IA è il supporto decisionale, che permette agli operatori di prendere decisioni basate su dati analizzati in tempo reale

L’intelligenza artificiale fornisce suggerimenti e raccomandazioni, lasciando però all’essere umano il controllo finale. Per Brusca «la decisione deve sempre rimanere in mano all’uomo; l’IA deve solo migliorare la qualità delle nostre decisioni».

Fincantieri sta investendo nell’uso dell’intelligenza artificiale per rendere le infrastrutture navali e cantieristiche sempre più autonome e resilienti

Grazie a soluzioni avanzate, l’IA consente ai sistemi di adattarsi automaticamente a nuovi scenari operativi, garantendo continuità anche in condizioni estreme o in situazioni impreviste. Questa capacità di riorganizzare dinamicamente le risorse durante le emergenze riduce significativamente i rischi operativi e aumenta l’affidabilità complessiva delle operazioni. L’approccio resiliente promosso da Fincantieri non solo minimizza le interruzioni e i guasti, ma rappresenta anche un passo importante verso una gestione più flessibile e sicura delle attività navali e cantieristiche.

Casi pratici di innovazione in azione in Fincantieri

Fabrizio Finzi, digital innovation project manager di Fincantieri. (Fonte: LinkedIn).

Anzitutto, i droni per il controllo delle saldature. Si è data vita ad un sistema innovativo che combina robotica e AI. Per Fabrizio Finzi, «il drone sorvola i blocchi delle navi, scatta migliaia di foto e crea una mappa dettagliata delle saldature. Questo ci permette di individuare eventuali difetti in tempo reale e garantire standard di qualità elevatissimi».

In secondo luogo, la realtà aumentata e virtuale. Visori AR e VR vengono utilizzati per supportare gli operatori durante operazioni critiche. Per Guarnaccia «grazie alla realtà aumentata, un operatore meno esperto può essere guidato da remoto, migliorando la sicurezza e l’efficienza».

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Infine, il monitoraggio energetico. Nei cantieri di Monfalcone e Marghera, sensori innovativi monitorano i consumi di grandi macchinari, prevenendo guasti e riducendo l’impatto ambientale. Per Carraro «quando si spostano sezioni di nave che pesano quanto un condominio, tutto deve funzionare alla perfezione».

Rina e l’intelligenza artificiale: innovazione, sostenibilità e competitività globale

Rina ha rivoluzionato il settore siderurgico con soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, tra cui sistemi di visione artificiale per l’ispezione in tempo reale di materiali come le vergelle d’acciaio.

Fondato nel 1861 come Registro Italiano Navale, il citato Rina è la terza società di classificazione navale più antica al mondo. Nel 2000 ha trasferito le attività operative a Rina S.p.A., ampliando i servizi offerti nei settori dell’energia, mobilità, real estate, infrastrutture, spazio e difesa, con particolare attenzione alla transizione energetica, sostenibilità e digitalizzazione. Nel 2023, Rina ha registrato ricavi pari a 797 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Ma come Rina e i suoi partner stanno utilizzando l’intelligenza artificiale (AI), con particolare attenzione alle applicazioni pratiche, alle sfide, e all’integrazione strategica all’interno dei loro processi e servizi?

Rina: verso il futuro digitale grazie all’intelligenza artificiale e alla formazione avanzata

Rina ha avviato un ambizioso piano di trasformazione digitale per il periodo 2025-2030, con l’intelligenza artificiale generativa come pilastro centrale della strategia. Per Giovanni Gambaro, Innovative Solution Director di Rina, «si è data vita ad una struttura di governance strategica per guidare l’azienda nella trasformazione digitale, ponendo l’AI al centro come tecnologia ad altissimo potenziale». Questo approccio si concretizza nell’AI Factory, un’unità dedicata all’integrazione dell’intelligenza artificiale per ampliare i servizi ai clienti, ottimizzare i processi interni e promuovere nuove modalità di lavoro basate sulla collaborazione e la condivisione. L’adozione delle agile rooms consente a team interdisciplinari di sviluppare progetti pilota in cicli rapidi, testando innovazioni in modo dinamico e resiliente. Questa metodologia garantisce risultati concreti e un’organizzazione capace di adattarsi rapidamente alle sfide di mercato.

Innovazioni nel settore marittimo: l’Hydrodynamic Digital Twin al centro della sostenibilità

Rina ha rivoluzionato il settore siderurgico con soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, tra cui sistemi di visione artificiale per l’ispezione in tempo reale di materiali come le vergelle d’acciaio.

Nel settore marittimo, Rina ha introdotto tecnologie avanzate come l’Internet of Things (IoT) e modelli di machine learning, con l’Hydrodynamic Digital Twin al centro. Questo strumento permette di prevedere e ottimizzare le performance propulsive delle navi in diverse condizioni operative. Per Michela Schenone, head of projects di Rina «Rina ha iniziato a lavorare su queste tecnologie già dal 2013-2014. Oggi possiamo fornire soluzioni concrete per migliorare le decisioni operative». Il modello ottimizza le rotte, riducendo consumi e migliorando la sostenibilità ambientale del trasporto marittimo.

Intelligenza artificiale nella siderurgia: ispezioni di qualità con visione artificiale

Rina ha rivoluzionato il settore siderurgico con soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, tra cui sistemi di visione artificiale per l’ispezione in tempo reale di materiali come le vergelle d’acciaio. Per Cristiano Sciaboni, manager del Centro Sviluppo Materiali di Rina Consulting «grazie alla raccolta di una grande mole di dati e all’uso dell’intelligenza artificiale, forniamo un monitoraggio continuo e dettagliato della qualità del prodotto». Il sistema rileva difetti con precisione millimetrica, ottimizzando la qualità e la manutenzione dei processi produttivi.

Etica e regolamentazione dell’IA: una governance responsabile

Con l’avvento dell’AI Act, primo quadro normativo globale sull’intelligenza artificiale, Rina si impegna a garantire un uso etico e trasparente dell’AI. Per Danilo Diomede, certification cyber & IT product manager di Rina, «il sistema di intelligenza artificiale deve essere un supporto decisionale, ma la decisione finale spetta all’essere umano». Rina adotta standard come la norma ISO 42001 e promuove la formazione di figure chiave, come il chief AI officer e l’AI safety engineer, per gestire l’IA in modo responsabile.

Intelligenza artificiale per la produttività quotidiana: Copilot e il nuovo modo di lavorare

Rina ha implementato Microsoft 365 Copilot per ottimizzare le attività lavorative, riducendo il tempo dedicato a compiti ripetitivi. Secondo Natalia Valenti, Modern Work Specialist Manager di Microsoft, «l’intelligenza artificiale non è solo uno strumento, ma una nuova dimensione del lavoro stesso». Dopo un progetto pilota che ha incrementato la produttività del 5-6%, Rina ha esteso l’uso di Copilot a un terzo della forza lavoro globale, stimolando entusiasmo tra i dipendenti. Per Sonia Pozella, IT Business Partner Director di Rina, «abbiamo scoperto che, oltre all’efficienza operativa, questa tecnologia ha generato un sorprendente entusiasmo tra i colleghi, incentivandoli a esplorare e comprendere come l’AI possa trasformare il loro modo di lavorare».

Progetti mirati e formazione avanzata: trasformare il lavoro con strumenti di IA

Rina ha implementato Microsoft 365 Copilot per ottimizzare le attività lavorative, riducendo il tempo dedicato a compiti ripetitivi. ra le innovazioni più significative troviamo il Marine Rule Copilot, per la ricerca normativa nel settore marittimo.

Tra le innovazioni più significative troviamo il Marine Rule Copilot, per la ricerca normativa nel settore marittimo, e il Tender Copilot, che supporta i team nella selezione di profili per gare d’appalto. Altri strumenti, come il Document Processing e il Visual Inspection Copilot, dimostrano il valore dell’AI nel semplificare processi complessi. Per Ivan Vaccari, AI Expert di Rina, «il nostro scopo è ottimizzare i processi lavorativi, liberando i dipendenti da attività ripetitive e a basso valore aggiunto, per permettere loro di concentrarsi su attività critiche e strategiche». Parallelamente, Rina ha avviato corsi di formazione personalizzati per promuovere l’adozione dell’AI. Per Giovanni Gambaro «si utilizza l’IA per aumentare il coinvolgimento e la personalizzazione dei percorsi formativi, rendendo l’apprendimento un’esperienza realmente trasformativa».



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