L’agrivoltaico rappresenta una vera e propria innovazione, poiché è in grado di combinare agricoltura e produzione di energia rinnovabile attraverso pannelli fotovoltaici. Questa tecnologia si distingue dai classici parchi fotovoltaici per la capacità di sfruttare la stessa superficie di terreno sia per la produzione agricola sia per generare energia pulita.
In questo modo è possibile ottimizzare l’efficienza di tutte le risorse. L’agrivoltaico è importante perché porta:
- Un uso efficiente del suolo: consente di evitare conflitti tra destinazione agricola e installazioni energetiche.
- Un supporto alla transizione energetica: favorisce l’obiettivo di decarbonizzazione, grazie alla produzione di energia rinnovabile senza sacrificare la produzione alimentare.
- Benefici per l’agricoltura: i pannelli solari favoriscono ombra parziale che può ridurre lo stress idrico delle colture, soprattutto nelle aree con rischio di siccità. Inoltre, offrono protezione contro gli eventi climatici estremi.
- Efficienza economica: permette agli agricoltori di diversificare le entrate. Oltre ai guadagni derivati dalle coltivazioni, si può vendere l’energia elettrica prodotta.
- Una riduzione dell’impatto ambientale: l’agrivoltaico può essere progettato per promuovere la biodiversità, evitando di conseguenza interventi invasivi e mantenendo un suolo fertile.
BOCCIATURA DEL PROGETTO
Nonostante tutti i benefici che ne derivano, la commissione Pnrr-Pniec boccia il progetto Chint Solar da 385 MW integrato con un sistema di accumulo da 82,5 MWh, e uno da 64,40 MW nel sud della Sardegna. Come ben sappiamo, la situazione sull’isola per quanto riguarda l’installazione di parchi fotovoltaici, anche se si parla di agrivoltaici, è complessa e divisiva.
Di recente, infatti, la regione ha approvato una norma che blocca per 18 mesi la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici. Il provvedimento è volto a proteggere il territorio dalla cosiddetta “installazione selvaggia” e pianificare meglio le aree idonee per le rinnovabili. Allo stesso tempo, c’è altresì un malcontento tra agricoltori e residenti, preoccupati dell’impatto delle installazioni su attività agricole e sul paesaggio, ma anche dal fatto che gran parte dell’energia prodotta viene esportata fuori dall’isola.
La situazione è ulteriormente complicata dall’attesa di un pronunciamento della Corte costituzionale, previsto per l’11 dicembre, che esaminerà la validità della moratoria attualmente in vigore. Nel frattempo, si cerca un dialogo tra maggioranza e opposizione per superare lo stallo.
L’assessore all’Ambiente, Rosanna Laconi, riguardo la negazione dei progetti agrivoltaici dichiara:
Si conferma l’impegno determinato della Regione nel difendere il proprio territorio da interventi che potrebbero causare danni irreparabili all’ambiente, al paesaggio e ai valori culturali unici che caratterizzano la nostra isola. Il nostro obiettivo è garantire uno sviluppo sostenibile che non comprometta le risorse naturali e identitarie della Sardegna.
L�IMPIANTO
L’impianto proposto dalla società Palmadula Solar, ma giudicato incompatibile con le esigenze di tutela ambientale e della biodiversità, avrebbe occupato circa 1.043 ettari. Secondo la Regione, la realizzazione del progetto avrebbe comportato una significativa sottrazione di habitat naturali, impatti che avrebbero trasformato il territorio da agricolo a infrastrutturato.
La cinese Chint Solar aveva acquistato il progetto in questione ad aprile, anche se la presidente Todde aveva manifestato contrarietà sin dall’inizio. Inoltre, come anticipato, è stato negato anche il progetto che prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico da 64,40 MW e pensato su un’area di circa 80 ettari. I motivi del rigetto sono riconducibili ai medesimi del primo.
A riguardo, sempre l’assessore Laconi, afferma:
La Sardegna non accetterà mai progetti che sacrificano il nostro territorio e la nostra biodiversità. Continueremo a vigilare su questi procedimenti, fornendo contributi decisivi per evidenziare le criticità e lavorando affinché lo sviluppo delle energie rinnovabili avvenga in piena armonia con i valori ambientali e culturali della Sardegna.
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