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Esselunga a Perugia, piano maxi con 3.500 mq di vendita: è polemica sul nuovo centro commerciale in città


Esselunga a Perugia, il piano è maxi. E’ una “grande struttura di vendita”, classificata come G1, quella che dovrebbe fare approdare il marchio nel capoluogo, al posto dell’ex mercato ortofrutticolo di via Settevalli (che versa in stato di abbandono), in una zona dove ci sono già cinque supermercati in un fazzoletto di poche centinaia di metri. Ma questa batte tutti: sarebbe la più grande della città compatta. Il piano attuativo in variante al piano regolatore generale, che mercoledì dovrebbe approdare in consiglio, parla chiaro. “La variante richiesta con il piano attuativo riguarda la modifica della classificazione del comparto da zona Acfi (aree centrali a funzioni integrate) a zona Ic (Insediamento commerciale) a grande struttura di vendita”. La superficie utile coperta massima a destinazione commerciale è pari a 7.550 metri quadrati – inferiore all’attuale edificabilità complessiva – con una superficie di vendita di 3.500 mq. La più estesa della zona. E’ altresì “prevista la possibilità di insediare, sempre nell’ambito della Suc massima prevista, pubblici esercizi a carattere complementare rispetto all’attività commerciale”. Il nuovo maxi centro commerciale sarà favorito anche dalla fermata del Brt, con tanto di rotonda: proprio la necessità di procedere celermente con i cantieri del metrobus su aree private è uno dei motivi che ha indotto l’amministrazione comunale in carica – stando a quanto dichiarato – a procedere con il piano attuativo con vere e proprie tappe forzate. Senza cioè attuare una minima partecipazione (né informazione) con i cittadini. Altra peculiarità: la presenza del Brt e una quota di aree sosta private prevedono un taglio netto dei parcheggi pubblici. Con relativa maxi monetizzazione. “Nella zona frapposta fra via del Mercato con l’edificio di progetto e nell’area prospiciente il comparto di via Settevalli sono previsti parcheggi pubblici fio standard con stratigrafia di tipo drenante. Gli interventi di accesso all’area (rotatoria e svincoli) sono strettamente connessi con le opere legate al progetto del Brt (deve concludersi entro il 2026), che nella zona prevede una fermata. E’ prevista la monetizzazione di parte dei parcheggi pubblici standard, 190 stalli di sosta” su un totale di 475, numero parametrato agli standard G1. Una conditio sine qua non. Equivalente in denaro del taglio: 680.732 euro. Una cifra. Un precedente. Il fondo proprietario dell’immobile si impegna su alcuni fronti, dalla demolizione di manufatti alla concessione temporanea di aree per il cantieri, peraltro già indennizzabili con i fondi Pnrr attinti per il metrobus. La richiesta di monetizzazione poggia proprio sulla vicinanza delle fermate del Brt “che potrà garantire una elevata frequenza dei passaggi del trasporto pubblico urbano con conseguente facilità di raggiungimento da parte dell’utenza delle varie attività commerciali presenti”, è scritto negli atti del Comune.

La Regione, dalla sua, “ha espresso la non necessità di sottoporre a Valutazione ambientale strategica il piano”, fornendo una serie di “raccomandazioni”, tra cui “il corretto dimensionamento delle dotazione territoriali”. Il progetto, a saldo zero come consumo di suolo con tanto di ripiantumazione del verde, viene definito una “importante integrazione tra un finanziamento pubblico e uno privato che riqualificherà un’area rilevante di via Settevalli, uno dei più vivaci poli commerciali della città”. A livello di programmazione è evidente una concentrazione inusuale di centri di vendita in questa zona, mentre in altri quartieri (vedi San Martino in Campo) ne restano sprovvisti.

Il piano è stato presentato lo scorso anno e l’interessamento di Esselunga è stato reso noto per la priva volta dalla precedente assessore all’urbanistica e candidata sindaco del centrodestra Margherita Scoccia. Proprio nel 2023 l’ex ministro e delfino di Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, è stato nominato presidente La Villata Immobiliare, la società che raggruppa le principali proprietà immobiliari della controllante Esselunga. Fatto sta, le dichiarazioni di Scoccia non sono state smentite. Venerdì Scoccia ha innescato la polemica, schierandosi in modo critico rispetto al piano e chiedendo al Comune di “mettersi di nuovo al tavolo con il fondo al fine di ottenere, a spese di Esselunga, un progetto più ampio di rigenerazione urbana che abbia ricadute positive per la città di Perugia e non esclusivamente per il privato”. Sì perché il piano è “grande il triplo rispetto agli altri supermercati, non è più un’opportunità per la città ma un’occasione mancata. Il suo insediamento comporterebbe inevitabili ripercussioni in un’area commercialmente satura”, affonda Scoccia. Ha replicato l’assessore comunale in carica all’urbanistica David Grohmann. Che ora, dopo una campagna elettorale contro i nuovi insediamenti, pur con una serie di distinguo rileva come sia inevitabile andare avanti col progetto “ereditato”. “Questa realizzazione – ha detto Grohmann – prevede non solo l’esproprio di una parte di questa proprietà ma anche l’utilizzo dell’area per l’insediamento del cantiere del Brt. Quindi questi due progetti sono indissolubilmente legati, il fondo proprietario si è detto disponibile a concederci questo utilizzo se avessimo dato corso alla progettazione del centro commerciale. Per questo per noi è stato indispensabile agire con sollecitudine. Non ci risulta però che – qui Grohmann si rivolge a Scoccia – le fosse mai passato per la mente di comunicare per sentire cosa la popolazione ne pensasse. Questo progetto, seppure non il migliore dei progetti possibili, né quello migliore per quest’area, non comporta però consumo di suolo e questo un elemento importantissimo per noi”.



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